Wednesday
Wednesday. Cr. Courtesy of Netflix © 2022

Pronti a lasciarvi travolgere da un coming of age fuori dal comune impreziosito dall’ondata nostalgica della famiglia dark più amata della tv?

Ve lo dico subito: Wednesday è una serie bellissima. La bambina con le trecce nere e la passione per gli omicidi e le torture è cresciuta, vuole più che mai essere indipendente dalla sua famiglia (soprattutto dalla madre con cui ha un rapporto conflittuale da manuale) e non le importa niente, ma proprio niente, di quello che gli altri pensano di lei.

Senza tralasciare numerosi rimandi al personaggio dei film cult degli anni ’90, la serie intraprende un registro già visto (e amato) in altre serie televisive recenti dedicate a personaggi femminili forti alle prese con scuole non proprio convenzionali, come ad esempio Le terrificanti avventure di Sabrina. Qui però la presenza di un personaggio di cui conoscevamo solo l’infanzia, catapultato in un’adolescenza non proprio convenzionale, è irresistibile. Chiunque ha amato la Famiglia Addams amerà anche Wednesday.

Wednesday e la mano di Tim Burton

Che ruolo ha Tim Burton nella serie? Innanzitutto è tra i creatori, assieme ad Alfred Gough e Miles Millar, firmando inoltre la regia dei primi quattro episodi. Il passaggio, a livello tecnico, dalla prima alla seconda metà della stagione (con due episodi girati da Ganja Monteiro e i due conclusivi da Giacomo Marshall) quasi non si percepisce. Il mood compatto di Wednesday ha un respiro costante, dall’inizio alla fine, in cui si vede la mano di Tim Burton che però non predomina sul resto.

Come se il regista riprendesse un progetto tenuto nel cassetto dei desideri per anni (nel 1991 era stata assegnata a lui la regia del primo film, La Famiglia Addams, a cui dovette rinunciare per Batman Returns), dedica a Wednesday un’essenza nuova, che si muove a partire dalle forme iconiche sottili ed inquietanti della sua arte rinnovandosi in una narrazione teen. (Burton ha presentato la serie allo scorso Lucca Comics & Games).

Wednesday. Cr. Courtesy Of Netflix © 2022

Di cosa parla Wednesday

Wednesday Addams (Jenna Ortega), figlia di Morticia (Catherine Zeta-Jones) e di Gomez (Luis Guzmán), dopo un evento che comprende una piscina piena di nuotatori liceali e due sacchetti di piranha sguinzagliati per fare giustizia dopo un episodio di bullismo nei confronti di suo fratello Pugsley (Isaac Ordonez), viene spedita in fretta e furia nella scuola che i suoi genitori consigliano come più adatta alle sue “esigenze”: la Nevermore Academy.

Stessa scuola frequentata anni prima da loro, la Nevermore si erge al centro di Jericho, una contea abitata da normie (ovvero le persone “normali”) e accoglie le nuove generazioni di outcast (emarginati) di ogni tipo. Lupi mannari, gorgoni, sirene, studenti e studentesse con i poteri più disparati frequentano l’accademia, guidati dalla preside Larissa Weems (Gwendoline Christie).

Outcast o no, la Nevermore è comunque un liceo con le sue regole, i suoi gruppi sociali, le associazioni segrete e i sotterfugi amorosi, in cui Wednesday si sente più “strana” degli “strani”. Ha una divisa diversa da tutti gli altri, volutamente priva di colori, e affascina e spaventa tutte le persone con cui entra in contatto, tra cui la sua compagna di stanza Enid, lupo mannaro in attesa di trasformarsi, o il ragazzo che conosceva da bambina ma del quale sospetta terribili cose, Xavier.

Enigmi da districare

L’arrivo della ragazza però fa parte di qualcosa di più grande, o almeno è quello che inizia a pensare quando dall’atmosfera ferma e placida di Jericho iniziano a fuoriuscire segreti e violenti omicidi. Un mostro uccide nel bosco, trucida le sue vittime e scompare nel buio. Inoltre qualcuno ce l’ha con lei ma la causa è da ricercare ben più lontana nel tempo. E il potere che inizia a manifestarsi nella ragazza avrà un ruolo fondamentale per risolvere gli enigmi.

SPOILER Risucchiata in un’indagine che si dipana su più livelli viene a conoscenza del passato di Morticia e Gomez, convolti quando avevano la sua età in un misterioso omicidio avvenuto proprio tra le mura dell’accademia. Non solo, la storia degli Addams è legata al presente di Jericho, e nessuno è come sembra. Streghe e inquisitori, outcast e normie: chiunque può uccidere, chiunque può fingere di essere altro. La storia si ripete.

Wednesday. Cr. Courtesy Of Netflix © 2022

Un’eroina ostinatamente contemporanea

Wednesday non è più quel personaggio “bidimensionale” passato direttamente dalle strisce illustrate alla tv. Le sue passioni macabre comportano delle problematiche, così come la solitudine che ricerca ad ogni costo o la missione di annullare qualsiasi emozione dalla sua vita. Per la prima volta tra gli Addams si parla di salute mentale senza pensare solo allo zio Fester in vacanza nei manicomi.

Inoltre le origini messicane e portoricane dell’attrice Jenna Ortega contribuiscono a delineare a 360 gradi il personaggio e vi spiego perché. Originariamente Gomez Addams veniva interpretato dall’attore statunitense John Astin, ma il nome Gomez era molto comune nei paesi dell’America Latina e tra gli ispanofoni, così nei film del 1991 e del 1993 il capofamiglia aveva il volto di Raul Julia, attore di origini portoricane, proprio come Luis Guzmán, Gomez nella serie Netflix. La discendenza di Wednesday è importantissima e ci racconta una suddivisione dal sapore molto più antico e crudele di quella tra adolescenti normali e giovani “mostri”.

SPOILER La cittadina di Jericho, fondata da Joseph Crackstone, padre pellegrino venerato da molti del posto, nasconde sangue ed incubi dietro alla folkloristica ricostruzione delle case dei coloni per cui pagare il biglietto. Qui la vera storia statunitense trova luogo per un dibattito che fa di Wednesday un’eroina contemporanea a tutti gli effetti. Contro un revisionismo storico che ha segnato la sua famiglia per sempre, la ragazza si infiamma, causa un incidente che vede come “vittima” proprio una statua in onore di Crackstone. Teen fino ad un certo punto, la serie diventa politica, la rabbia non è più quella di un’adolescente incompresa.

Wednesday. Cr. Courtesy Of Netflix © 2022

Le citazioni e il ricordo di una piccola Wednesday/Mercoledì

La passione per il mondo gotico è un fil rouge (o dovrei dire noir) che attraversa tutte le puntate. Nello scenario in cui Edgar Allan Poe fu uno degli studenti più illustri della Nevermore e a lui è dedicata una giornata di giochi tra studenti, ogni dettaglio rientra nella visione estetica e culturale dell’immaginario di Tim Burton. Non solo scrittori ma anche registi: la preside Weems è vestita e pettinata come Tippi Hedren ne Gli Uccelli di Hitchcock, e nel suo studio ha volatili impagliati che anche Norman Bates invidierebbe. C’è anche un omaggio a Carrie – Lo sguardo di Satana ma non dirò altro. L’attrice Jenna Ortega ha raccontato per di più di essersi ispirata alla cantante Siouxsie Sioux per i movimenti del suo personaggio.

Alcuni momenti classici dei film degli anni ’90 vengono omaggiati. Già da bambina Wednesday ammirava la sua prozia strega, Calpurnia, bruciata a Salem nel 1706, e il campo estivo da brividi in cui venne mandata con il fratello (con la messa in scena finale in cui i bambini normie erano i padri pellegrini e gli outcast i nativi usurpati della loro terra) si allarga oltre la performance teatrale.

E se quella bambina dark odiava a morte i cartoni Disney, la Wednesday quasi adulta considera horror quelli che veicolano una femminilità che proprio non fa parte di lei, come Legally Blonde. E, dulcis in fundo, nel cast c’è anche Christina Ricci, nel ruolo dell’unica insegnante normie Marilyn Thornhill. Ogni dialogo tra le due vi suonerà come una porta su un altro senso: la piccola Wednesday si ritrova davanti alla Wednesday del 2022.

In breve

Nel mondo di una Wednesday adolescente anche i più “strani”, come licantropi e vampiri, hanno dei genitori con cui non fanno altro che litigare. La cosiddetta “normalità” si basa su bugie e cadaveri nascosti, e smascherarli è l’obiettivo della ragazza, in una serie teen dark catapultata nell’attualità con una piacevole violenza (come direbbe Wednesday) e con un ritmo giallo thriller incalzante. Se non bastasse c’è Mano (The Thing), che come sappiamo è il vero eroe di ogni storia legata agli Addams.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.