WandaVision inaugura la quarta parte del Marvel Cinematic Universe in streaming
WandaVision, la nuova serie Marvel targata Disney+ ha già fatto molto parlare di sé e ha suscitato molti pareri contrastanti. Una cosa è certa: non è la Marvel a cui siamo sempre stati abituati.
Wanda Maximoff dopo Endgame – Se avete visto Endgame! [Spoiler Alert]
Nell’Infinity Saga degli Avengers abbiamo lasciato Wanda Maximoff, alias Scarlet Witch, devastata dal dolore per aver perso l’amore della sua vita, Visione. È stata proprio lei a dovergli infliggere il colpo di grazia, distruggendo la gemma dell’Infinito che lui aveva in fronte, nel tentativo di impedire a Thanos, il Titano Pazzo, di impadronirsene. E non solo Wanda ha dovuto uccidere colui che ama per un bene superiore, ma ogni sforzo è stato vano, dal momento che Thanos è riuscito a impadronirsi ugualmente della gemma. Certo, poi Wanda ha avuto la sua vendetta, ma a che prezzo? Ogni possibilità di un futuro felice, per quanto fosse sempre stato un lontano miraggio, si è frantumato davanti ai suoi occhi.
Il chiaro straniamento di WandaVision
Ci aspettavamo dunque di ritrovare, dopo quasi due anni di silenzio, una Wanda sola ed emotivamente distrutta. E invece, ecco che subito abbiamo una sensazione di straniamento: i titoli di testa di WandaVision sembrano introdurre una sitcom anni Sessanta. E, non a caso, sembrano fare riferimento alla celeberrima serie TV Vita da Strega.
Ci troviamo introdotti a forza in una realtà in bianco e nero, dove Wanda è una bella mogliettina che si occupa delle faccende domestiche con una gonna scampanata, grembiule di pizzo e una pettinatura alla Marilyn. Visione, vivo e vegeto, si appresta invece ad andare al lavoro, recitando la parte dell’impiegato modello ansioso di fare bella figura con il capoufficio. Tutto sembra rimandare a uno show televisivo vintage, con tanto di risate fuoricampo e situazioni da comedy, ricche di gag e battute brillanti. Eppure… Eppure ci rendiamo conto che qualcosa proprio non va.
Tutto sembra forzato, artificioso. Come se i due amati personaggi fossero stati presi, decontestualizzati e costretti a recitare, come obbedienti marionette, dei ruoli che decisamente non sono fatti per loro.
Un personaggio molto curioso poi è quello della vicina di casa, Agnes (Kathryn Hahn), sposata con un uomo misterioso di cui si sa qualcosa solo attraverso gli aneddoti che la moglie racconta a Wanda. Nonostante sia la prima volta che incontra la nuova arrivata nel quartiere, Agnes si dimostra subito aperta e disponibile, pronta ad aiutare anche in situazioni improbabili. Ora, anche se l’impostazione è apparentemente quella di una comedy dalla trama semplice, le domande sulla vicina di casa sorgono spontanee: perché è così gentile? Perché vuole essere amica di Wanda? Così tanta disponibilità suona sospetta, anche se questo sembra non turbare minimamente la nostra protagonista, troppo impegnata a recitare il ruolo della brava moglie.
E queste non sono nemmeno le uniche cose “fuori posto”
Man mano che la narrazione di WandaVision prosegue, ci si rende sempre più conto che qualcosa non va. Già alla fine della prima puntata infatti, c’è una scena che disorienta lo spettatore per l’uso di una soggettiva estremamente significativa di Wanda. Proprio come in una sitcom, si verificano situazioni intricate ma si ha la certezza che alla fine della puntata tutto si risolva per il meglio.
Qui, questo principio base degli show televisivi viene portato all’esasperazione, mostrando situazioni potenzialmente drammatiche che si sbrogliano improvvisamente e senza alcuna coerenza.
1×02: la progressione crescente di un’atmosfera inquietante
Insomma, sembra una via di mezzo fra una serie TV e un sogno bizzarro. Uno di quei sogni in cui noi, protagonisti indiscussi, abbiamo anche il potere di cambiare le cose, se cominciano a prendere una brutta piega. Ed è esattamente ciò che fa Wanda, non solo nella prima, ma anche nella seconda puntata. Anche qui Wanda e Visione devono cercare di comportarsi come persone “normali”, partecipando a un talent show (“per i piccini!”) organizzato dagli abitanti del quartiere. E qui le cose strane e fuori posto aumentano, seguendo un climax ascendente che suscita ansia e accelera il ritmo della narrazione, che nel primo episodio rischiava di essere troppo lento.
L’atmosfera onirica e inquietante diventa sempre più avvolgente e crea un alone di mistero che lascia lo spettatore con il fiato sospeso. Il climax ascendente è sottolineato anche dal progressivo “ammodernamento” dei costumi e dell’ambientazione: dagli abiti anni Cinquanta della prima puntata si passa lentamente al decennio dei Sessanta. Anche qualche colore arriva a spezzare l’uniformità del bianco e nero. Ed ecco che un piccolo elicottero rosso fiammante compare in mezzo a una siepe, inserendo una pennellata di colore all’interno di un mondo in scala di grigi. Il colore comincia dunque a insinuarsi delicatamente, per poi prendere prepotentemente il sopravvento alla fine del secondo episodio, lasciando presagire ulteriori colpi di scena nelle prossime puntate.
Non è la solita Marvel
Inutile dire che davanti a un prodotto così eclettico le teorie si sono sprecate: c’è chi pensa che sia tutto frutto della mente di Wanda, altri pensano che sia stata rapita da un villain particolarmente potente che l’ha imprigionata in un mondo fittizio. Ancora non possiamo dirlo con certezza, ma possiamo affermare che WandaVision è una serie decisamente promettente. Certo, non è il prodotto che ci aspettavamo, ma risulta chiaro che la Marvel stia ormai prendendo una nuova direzione, mostrando una realtà più cupa, in cui molte certezze sono crollate e i nostri eroi preferiti sono provati da anni di lotte e sofferenza. WandaVision sembra prometterci che mostrerà un nuovo volto di Wanda: una dimensione più umana, vulnerabile. Perché tutti hanno le proprie fragilità, persino i supereroi. Soprattutto se vengono privati di qualcosa di grande come l’amore.
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