Venezia 81, i film che abbiamo visto il 3 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia 2024
Queer di Luca Guadagnino (Concorso)
Nel 2022 si era aggiudicato il Leone d’argento per Bones & All e a distanza di due anni Luca Guadagnino torna al Lido con Queer, uno dei film più attesi tra i titoli presenti in concorso per il Leone D’Oro.
Tratto dall’omonimo romanzo di William S. Burroughs, il lungometraggio è la storia di William Lee (Daniel Craig), un americano espatriato in Città del Messico negli anni ’50 a causa della sua dipendenza dagli oppiacei, che vive la sua vita tra un bar e un altro, alla ricerca di qualcuno (o qualcosa), di una svolta. L’incontro con il giovane Eugene Allerton (Drew Starkey) sarà proprio ciò di cui l’uomo sembra aver bisogno.
Dopo la parentesi Challengers, uscito lo scorso aprile al cinema, Luca Guadagnino torna nuovamente ad esplorare la dimensione profonda, quasi onirica (e letteraria, trattandosi di un altro adattamento da un romanzo) che già aveva affrontato in Bones & All.
Queer è una rivelazione, un film dalla doppia identità, in cui la ricerca spasmodica e l’attenzione ai dettagli – già vista in Chiamami col tuo nome (2017) – si scontra e si intreccia con la riflessione e l’ambiguità di Bones & All.
Un lungometraggio che affronta diverse tematiche, quali la ricerca di una propria identità e il desiderio di essere amati, e che può essere facilmente diviso in due parti distinte. Da un lato un viaggio all’insegna dell’amore e del desiderio di cui i protagonisti, soprattutto il William di Daniel Craig, hanno urgentemente bisogno, e dall’altro la ricerca del senso della loro esistenza.
Familiar Touch di Sarah Friedland (Orizzonti)
La vera sorpresa del giorno si trova però in Orizzonti. Familiar Touch è il debutto alla regia di Sarah Friedland (che firma anche la sceneggiatura e la produzione), in gara nella sezione “minore’’ della Mostra, che in realtà minore non è mai. È la storia di Ruth (Kathleen Chalfant), una donna ottantenne che soffre di demenza senile, che viene portata all’interno di una struttura ospedaliera in cui trascorrere l’ultima, delicata, parte della sua vita. Nel cast anche Carolyn Michelle Smith, Andy McQueen e H. Jon Benjamin.
Toccante, mai alla ricerca di compassione, malinconico, drammatico ma terribilmente vero. Si può descrivere così quanto narrato all’interno di Familiar Touch, un debutto alla regia che ha conquistato Venezia, ricevendo 5 minuti di standing ovation durante la proiezione in sala con la regista e il cast.
Familiar Touch racconta la quotidianità di Ruth, lo sconforto e la normalità, puntando soprattutto l’attenzione sui momenti più ostici e duri che la donna affronta.
La confusione di Ruth viene mostrata splendidamente grazie alla prova della protagonista Kathleen Chalfant che, come dichiarato dalla stessa, per entrare meglio nella parte si è ispirata alla storia delle sue due migliori amiche affette realmente da demenza senile. Familiar Touch è un film dalle poche ma ottime premesse, che riesce a portarle tutte a termine, attraverso un intenso viaggio emotivo che coinvolge e commuove il pubblico.
Continua a seguire FRAMED per gli aggiornamenti su Venezia 81 anche su Facebook e Instagram.