Un'immagine dal livestream YouTube di The Weeknd a San Paolo in Brasile
Un'immagine dal livestream YouTube di The Weeknd a San Paolo in Brasile. Courtesy of YouTube

E se The Weeknd avesse finalmente dato forma alla sua personale Divina Commedia? Dagli inferi e dalla dannazione di After Hours al paradiso di In Heaven (dall’ultimo album Hurry Up Tomorrow), la redenzione è completa. La nuova trilogia è completa.

Abel Tesfaye negli ultimi quattordici anni ha costruito una carriera sull’immagine dell’anima persa e irredimibile. Per strada a 16 anni, nel loop delle droghe pesanti già al liceo, affamato di sesso e di contatto umano, sempre a un passo dalla morte. Vittima e carnefice di se stesso.

Nel 2020 cantava “It’s too late to save my soul” o “I’m losing my religion every day” ma il 7 settembre 2024 a San Paolo, confessa al pubblico di averla ritrovata da poco e proprio in Brasile, la sua fede, sperando di essere diventato un uomo nuovo.

Forse è questo il motivo per cui ha scelto proprio la città sudamericana per il grandioso concerto one night only – che cioè non avrà alcuna replica – dedicato alla sua ultima trilogia discografica: After Hours, Dawn FM e Hurry Up Tomorrow, quest’ultimo ancora senza data di uscita.

E non importa se sia tutta una farsa o vita che si fa arte. Nessuno saprà mai cosa e chi si nasconde dietro le mille maschere di The Weeknd o chi è davvero Abel Tesfaye. È certo però che il cantante canadese è riuscito a creare una grande narrazione, uno straordinario spettacolo che prosegue coerentemente da anni e va oltre la sua musica, raccontando un percorso profondamente umano, anche attraverso le immagini che sceglie, i video, i costumi, le scenografie dei live.

La sua nuova trilogia è un labirinto in cui bisogna perdersi. Per ritrovarsi.

Un'immagine dal livestream YouTube del concerto di The Weeknd a San Paolo
Un’immagine dal livestream YouTube del concerto di The Weeknd a San Paolo

The Weeknd a San Paolo, un po’ di contesto

Un arco di trionfo lascia spazio all’ombra gigante di ciò che The Weeknd è stato, e che prova a liberarsi gettandosi con tutta la sua forza e la sua rabbia sul maxi schermo alle spalle di Abel. Tutto ciò che resta, poi, è un occhio che scruta, che fissa l’abisso. Tutti i temi anticipati nei mesi scorsi da The Weeknd tornano nella spettacolare introduzione del suo live brasiliano, pensato anche – inquadratura per inquadratura – come un film per il pubblico che segue da YouTube.

Dopo aver abbattuto qualsiasi record di ascolto in streaming e aver eguagliato e superato i tour di Michael Jackson come artista nero di maggior successo negli spettacoli dal vivo, The Weeknd ha concluso il suo mega After Hours Til Down Tour la scorsa estate. Senza mai scendere sotto le 60 mila persone presenti a ogni data.

Qui abbiamo raccontato la data di Madrid, a cui eravamo presenti.

Un tour davvero mondiale, che avrebbe dovuto toccare tutti i continenti prima dell’improvvisa cancellazione delle date in Australia, da poco riconfermate per alcuni nuovi concerti.

Sparito per diversi mesi, The Weeknd ha poi improvvisamente iniziato a seminare piccoli indizi sui social riguardo il suo atteso nuovo album: prima citazioni criptiche, poi i teaser di alcuni brani, infine una pseudo-poesia in cui rivela il titolo (Hurry Up Tomorrow) e la copertina.

Come diversi lavori precedenti, al centro della cover anche questa volta c’è il suo volto, ma non è deformato da ferite sanguinanti come in After Hours (l’inferno) né dal trucco prostetico che lo invecchia, come in Dawn FM (il purgatorio). È il suo viso al naturale, con occhi rivolti verso l’alto, verso qualsiasi cosa significhi dio (il paradiso) e pieni di lacrime che fatica a trattenere.

Hurry Up Tomorrow diventa perciò una speranza di futuro, di salvezza: ed è proprio così The Weeknd presenta l’album al suo pubblico, insistendo spesso sull’idea della rinascita.

Cosa ha cantato The Weeknd a San Paolo: la scaletta

Oltre 420 mila persone hanno cercato nello stesso momento di acquistare i biglietti per lo show allo stadio Morumbi di San Paolo e solo 70 mila circa ci sono riuscite. Tutti gli altri si sono accontentati di una diretta su YouTube che resterà ancora disponibile sul canale dell’artista per un tempo indefinito.

Un’ora e mezza di esibizione (più otto minuti circa per un finale d’effetto con i droni) è il tempo che The Weeknd ha dedicato alla presentazione del progetto, scegliendo solo canzoni degli ultimi tre album, per un totale di 30 brani e una sorpresa: Fe!n cantata insieme a Playboi Carti.

Tra gli inediti presentati sono presenti anche le collaborazioni con Playboi Carti stesso (Timeless) e con la cantante brasiliana Anitta (la traccia dance São Paolo). Tra quelli confermati anche alcuni brani molto attesi dai fan e mai pubblicati in un album: Take Me Back to LA e Hold Your Heart.

Per la prima volta in assoluto, inoltre, The Weeknd ha inserito in scaletta uno dei suoi brani più belli e personali, Hardest To Love, e ha confermato di aver usato un sample del suo mito di sempre, Michael Jackson. Il brano Wake Me Up, infatti, contiene l’inconfondibile Thriller.

In ordine di esecuzione:

  • Intro (Every Angel is Terrifying)
  • The Crowd Inedito
  • Wake Me Up Inedito
  • After Hours
  • Too Late (Interlude)
  • Take My Breath
  • Sacrifice
  • HDIMYLM?
  • Escape from LA
  • Take Me Back To LA Inedito
  • Dancing in the Flames Inedito
  • Fe!n ft. Playboi Carti
  • Until I Bleed Out
  • Timeless ft Playboi Carti Inedito
  • São Paulo ft Anitta Inedito
  • Take It Easy Inedito
  • Heartless
  • Repeat After Me
  • Hold Your Heart Inedito
  • Regular Inedito
  • Faith
  • Alone Again
  • Runaway Inedito
  • Out of Time
  • Is there Someone Else?
  • Hardest to Love
  • Scared to Live
  • Save Your Tears
  • Less Than Zero
  • Blinding Lights
  • In Heaven Inedito

Qui la registrazione del live:

Ma perché parlare del concerto di San Paolo?

Cos’ha quindi questo concerto di tanto speciale? Già chi non ha mai ascoltato The Weeknd può accorgersi da sé delle dimensioni monumentali dell’evento: la grandezza del palco, il numero di persone coinvolte, la produzione cinematografica e coreografica dietro una sola serata, dichiarata già nelle intenzioni come un unicuum nella carriera dell’artista.

Chi lo segue già da un po’, sa già che che il live di San Paolo è l’apice di una trasformazione annunciata da tempo: la morte di The Weeknd e la rinascita di Abel Tesfaye. Ecco spiegate perciò tutte le cerimonie, la solennità e l’abito da sacerdote di un rito comprensibile pienamente solo da chi è già un adepto. Da chi sa che il finale di After Hours si canta a squarciagola, con Abel che dirige la sua folla come un maestro d’orchestra, o che il disordine di Blinding Lights serve a scrollarsi di dosso i proprio demoni, ballando.

Nel finale ancora non scritto di questa storia, The Weeknd sceglie lasciare il palco senza attraversare le porte del paradiso di cui canta, lasciando che si chiudano di fronte a lui. Il resto lo racconterà presto, d’altronde Hurry Up Tomorrow sta per arrivare.

Il finale del concerto di The Weeknd a San Paolo in Brasile. Courtesy of YouTube
Il finale del concerto di The Weeknd a San Paolo in Brasile. Courtesy of YouTube

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