Il 15 gennaio 2023 (il 16 in Italia) arriverà la nuova serie HBO The Last of Us, realizzata da Craig Mazin e Neil Druckmann, quest’ultimo anche co-presidente di Naughty Dog, la casa videoludica ideatrice del gioco omonimo.
Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) si dovranno fare strada in un’America colpita da un’epidemia che ha trasformato le persone, affrontando le circostanze più difficili e brutali con il solo scopo di sopravvivere.
Questa prima stagione di The Last of Us è tratta dalla versione del videogioco del 2013 che, per chi non lo sapesse, segnò un’intera generazione della storia dei videogiochi, entrando nel cuore di tantissimi fan. Uno dei titoli più acquistati e più premiati di sempre nel settore, con oltre 250 riconoscimenti.
Le modalità di gioco erano abbastanza semplici: lo scopo era sopravvivere. Semplicemente sopravvivere. Detta così forse sembra facile, ma non lo è mai se devi contare su poche risorse (pochi medicinali, oggetti e strumenti improvvisati, trovati in giro) e confrontarti con nemici agguerriti in un mondo ostile.
Nel giugno del 2020, molti anni dopo, esce The Last of Us 2, il sequel, anche questo fa incetta di premi, colpendo sempre per la sua narrativa e le modalità di gioco. Al momento, tuttavia, non è stato reso noto se anche questo titolo diverrà parte dell’adattamento televisivo. Una seconda stagione dipenderà dal successo della prima.
La speranza può nascere anche in un mondo in rovina
Cosa ha reso così popolare The Last of Us da arrivare addirittura alla produzione di una serie tv in cui, va detto, è stato speso un budget non indifferente?
Le circostanze in cui si muovono i personaggi nel gioco non sono poi così “innovative”: gli zombie, un’epidemia e uno scenario post-apocalittico che nel cinema americano è già visto e rivisto. Tuttavia Neil Druckmann (appassionato di storytelling) e Naughty Dog sono riusciti a creare una storia a suo modo originale.
Il rapporto che si crea tra Joel e Ellie è il vero cuore pulsante della trama del gioco, curioso sarà vedere come questo verrà sviluppato nella serie televisiva, perché è chiaro che parliamo di due media diversi con esigenze narrative ben differenti sia per forme sia per ritmi.
The Last of Us è un viaggio, un lungo e difficile viaggio che porta il giocatore ad affezionarsi ai protagonisti vivendo insieme a loro i momenti peggiori, provando quei sentimenti di desolazione e terrore tipici del genere, ma attraverso un legame saldo e ben gestito tra i protagonisti che regalerà anche momenti commoventi ed emozionanti.
Ci saranno differenze sostanziali tra videogioco e serie televisiva? La storia sarà comprensibile a tutti?
È più che normale che vi siano dei piccoli cambiamenti, in quanto adattare la scrittura di un videogioco è ben diversa dall’adattamento di una serie televisiva. Lo stesso discorso si potrebbe fare anche con quei film che vengono tratti dai romanzi e dalla letteratura.
Sarebbe impossibile (e anche sbagliato) pretendere l’identità fra le due storie, anzi, è giusto che la serie tv mostri a modo suo quella storia che ha fatto innamorare milioni di fan. Tuttavia Druckmann e Mazin hanno assicurato che non ci saranno stravolgimenti di trama e rimarranno fedeli al videogioco, a differenza di Game of Thrones, paragone utilizzato dallo stesso Druckmann in accezione (ovviamente) negativa.
Di seguito una dichiarazione di Craig Mazin:
Druckmann, in quanto creatore del gioco, e io, in quanto fan del gioco, ci siamo presi cura di tutti i fan, ma anche di tutte le persone che non hanno giocato al gioco e che hanno bisogno di un’esperienza televisiva che sia globale e connessa a se stessa, e che non dia l’idea che sia necessario giocare un gioco per poterla capire
Queste parole rispondono a un’altra importante domanda: dovete aver giocato il videogioco per comprendere la serie? Assolutamente no, sarà comprensibile per chiunque, ma sarà anche subito riconoscibile ai fan, già impressionati positivamente. Dai primi trailer, in effetti, gli scenari dell’America in rovina sembrano quasi dei fotogrammi dello stesso videogioco.
Le aspettative sono alte e il cast promette davvero bene, ma ciò che entusiasma di più è che The Last of Us è un eccellente esempio di come i videogiochi, da medium “di nicchia” per appassionati, riescano a invadere anche l’intrattenimento televisivo, cinematografico e letterario.
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