Ryan Gosling nel ruolo di Colt Seavers in THE FALL GUY, diretto da David Leitch
Ryan Gosling is Colt Seavers in THE FALL GUY, directed by David Leitch. © Universal Studios. All Rights Reserved

Colonna sonora anni ’80, esplosioni sproporzionate e una storia d’amore a tenere insieme i pezzi. No, non stiamo parlando di Arma Letale, ma del nuovo film di David Leitch, The Fall Guy, dal 1° maggio al cinema.

The Fall Guy, la trama

Ispirato all’omonima serie televisiva, The Fall Guy è la storia di Colt Seavers (Ryan Gosling), incredibile stuntman che ha appeso gli acrobazie al chiodo dopo un incidente sul lavoro. Nonostante il suo desiderio di ritirarsi dalle scene, però, viene ributtato nella mischia del mondo delle controfigure (e in situazioni ben più pericolose) con la speranza di riuscire ad avere una seconda possibilità con Jody (Emily Blunt), sua vecchia fiamma ora al suo debutto alla regia.

Riuscirà il nostro eroe a sconfiggere i malvagi, portare a termine il film e riconquistare il cuore della sua amata? Forse la risposta è più scontata di quanto si potrebbe desiderare, ma non mancheranno i colpi di scena.

Il comic-action

Leitch ormai è un maestro della sua personalissima interpretazione di quel genere di film d’azione che comunque strizza l’occhio alla commedia: scrittura ricca di battute mordaci, oltre le semplici frasi fatte. Non è mai da sottovalutare quella sua certa voglia di prendere in giro il protagonista, eroe quasi inconsapevole della storia ritrovatosi in una situazione forse più grande di lui e da risolvere nella maniera più efficace e svogliata al tempo stesso possibile.

Emily Blunt e Ryan Gosling in THE FALL GUY di David Leitch

Una rivisitazione dell’action movie che ha già dimostrato di essere vincente in Bullet Train, con il suo alternarsi di combattimento e momenti di goffaggine, condito da contesti ai limiti dell’assurdo. Ora Leitch riprende comunque la struttura classica dei film dello stesso genere (il classico percorso dell’eroe attraverso avversità, al fine di garantire la “salvezza” della propria bella), ma mantenendo comunque uno sguardo leggero e la capacità di prendersi poco sul serio (o che sia solo ruffianeria?).

Insomma, a neanche un anno di distanza, l’impressione che si ha è che Gosling non sia mai uscito dal ruolo di Ken e che The Fall Guy sia il sogno lucido di un Ken che ha iniziato ad ascoltare Taylor Swift. E per quanto furba e studiatissima come mossa, non può che, alla fine dei giochi, risultare vincente.

L’universo dimenticato degli stuntman

Tralasciando però lo strizzare l’occhio ad altri blockbuster cinematografici, l’intento dichiarato del regista è quello di riportare luce su una delle categorie meno considerate del cinema, vale a dire gli stuntman. Coloro che incassano colpi, si fanno esplodere, cadono dai palazzi e prendono proiettili senza soluzione di continuità.

Figure che, come è logico presupporre, si rivelano fondamentali per la riuscita di un film (banalmente, si utilizzano stuntman non solo per scene di estremo pericolo, ma anche per riprese alla guida di un’auto) e che comunque vengono considerate pubblicamente al pari di uno strumento. Come viene ricordato anche nel film, infatti, non esistono -ancora – premi Oscar per questi operatori del cinema e anzi è sempre più in voga il concetto di vantarsi del fare da soli le proprie scene “stunt”, come se fosse una colpa essere consapevoli dei propri limiti e voler tutelare la propria (e altrui) incolumità su un set.

Una dichiarazione di affetto e riconoscimento che si dimostra anche nei titoli di coda e che per quanto piaciona – come un po’ tutto il film – risulta troppo giusta per poter essere denigrata.

In breve

The Fall Guy, insomma, non è il film di cui parlerete per i prossimi mesi e non è tanto meno la cosa più sensazionale e innovativa che potrete vedere al cinema in questo momento, ma fa quello che ci si aspetti faccia: allaccia lo spettatore allo schermo, diverte tra combattimenti e fraintendimenti, offre guest star e cagnolini e, come se non bastasse, infila a tradimento All Too Well di Taylor Swift nella colonna sonora. E, francamente, sono tutti gran bei motivi per andare a passare queste due ore al cinema.

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Giulia Nino
Classe 1996, cresce basando la sua cultura su tre saldi pilastri: il pop, i Simpson e tutto ciò è accaduto a cavallo tra gli anni ’90 e 2000. Nel frattempo si innamora del cinema, passando dal discuterne sui forum negli anni dell’adolescenza al creare un blog per occupare quanto più spazio possibile con le proprie opinioni. Laureata in Giurisprudenza (non si sa come o perché), risiede a Roma, si interessa di letteratura e moda, produce un podcast in cui parla di amore e, nel frattempo, sogna di vivere in un film di Wes Anderson.