Special - Stagione 2 - Netflix

La serie televisiva Special è distribuita in Italia da Netflix. La prima stagione è stata presentata in anteprima ad aprile 2019 mentre il 20 maggio 2021 è uscita la seconda stagione conclusiva. La serie si basa sul libro I’m Special: and Other Lies We Tell Ourselves del 2015 di Ryan O’Connell, che è sia interprete che regista della serie. Nella lista dei produttori esecutivi compare tra gli altri anche Jim Parsons, il celeberrimo Sheldon Cooper nella serie The Big Bang Theory

Un viaggio verso l’accettazione di sé

Ryan è un ragazzo omosessuale affetto da una lieve paresi cerebrale infantile che decide di dare una svolta alla sua vita. In primis trovandosi un nuovo lavoro come blogger per la testata online Eggwoke e andando a vivere da solo. Ad inizio stagione Ryan mentirà sulla propria disabilità, dicendo che è stata causata da un incidente stradale. Via via, nel corso delle due stagioni, emergono le ragioni di questa bugia, in rapporto al suo modo di vivere la disabilità. Il fulcro principale della serie è proprio l’evoluzione di Ryan nel concepire sé stesso, la sua disabilità e soprattutto il rapporto con la società.

Anche le persone disabili hanno delle pulsioni

Nella rappresentazione abilista che vige nei media mainstream ogni tanto ce lo dimentichiamo, ma le persone con disabilità hanno delle pulsioni. In Special, Ryan è pienamente consapevole della propria (omo)sessualità e in più occasioni la sua attrazione verso altri uomini è espressa in maniera esplicita. Un ruolo importantissimo in questo senso lo giocherà un sex worker, che sarà in grado di aiutarlo a vivere un rapporto sessuale gradevole e sicuro, avendo già esperienza con persone affette da paresi cerebrale. Questo passaggio è estremamente interessante per due ragioni. La prima è la rappresentazione di questa esigenza in maniera totalmente spontanea e naturale. La seconda è l’annullamento dello stigma sociale nella rappresentazione della prostituzione.

Disabilità e maternità

Un personaggio chiave della serie è Karen, la madre del protagonista. Karen si ritrova a crescere un figlio con disabilità da sola, dato che il padre di Ryan dopo la diagnosi del figlio decide di abbandonarli. Da un lato lo sprona ad accettare la propria disabilità e di viverla con fierezza, dall’altro lato ha un atteggiamento iperprotettivo nei confronti di suo figlio, dando per scontato che determinate cose (come il fatto di vivere da solo) non siano affatto alla sua portata. Il rapporto tra i due, secondo Kim (Punam Patel) è una vera e propria codipendenza e la prima vera incrinatura avviene quando la donna inizierà una relazione con il vicino di casa. Karen è un personaggio estremamente interessante e complesso anche per il rapporto che da figlia vive con la sua stessa madre. Sia come madre che come figlia Karen si impegna a prendersi cura degli altri, non mette mai al centro i propri bisogni. Nella seconda stagione sarà messa a dura prova con dei cambiamenti e riuscirà ad evolversi pur rimanendo fedele a sé stessa.

Trailer di “Special” – Stagione 2

Kim, un’amica speciale

Kim è prima collega di Ryan da Eggwoke e poi diventerà grande amica sia di lui che di sua madre. Credo che meriti una menzione a sé, soprattutto per il grande spazio che le viene dato nella seconda stagione. Proprio per il carisma del suo personaggio è impossibile considerarla come secondaria ma almeno come comprimaria. È una ragazza di origine indiana, quindi non bianca, e rivendica con grande orgoglio la sua fisicità curvy. In questi tempi di inclusività, spesso e volentieri di facciata, a livello lavorativo viene considerata principalmente come un “quota”, in quanto donna non bianca, nonostante il suo successo. E benché sembri farsi scivolare tutto addosso con una corazza griffata e patinata fatta di sassyness e abiti firmati, si porta dietro tante insicurezze che manifesta con grande difficoltà. 

Complessità e intersezionalità

Kim, seppur in modo diverso con la sua brillante personalità e lo stile nella moda cerca, come Ryan quando mente sulla sua disabilità, di non essere schiacciata da uno stigma. Di non essere trattata da persona “speciale”. Cerca di essere semplicemente quella che è in ogni ambito della propria vita. Lo stesso vale per Ryan, in questo sono due personaggi perfettamente complementari. Ryan non è una persona speciale, è una persona normale con i bisogni di tutti e tutte noi, e allo stesso tempo ha dei bisogni speciali. La grandezza di Special sta nel sottolineare questa differenza. A livello narrativo, è davvero pregevole l’intreccio complesso dei temi che tratta e la capacità di riuscire a farli convivere in maniera semplice ma arguta nel limite di tempo massimo di 25 minuti. D’altro canto, se la brevità degli episodi non permette di approfondire particolarmente la caratterizzazione dei personaggi secondari, l’efficacia delle battute e la scelta delle scene da rappresentare colpiscono nel profondo e lanciano degli input per riflessioni successive in autonomia. 

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Chiara Caputi
Nata sotto il segno dei Gemelli il che significa che in me convivono tutto e il contrario di tutto: la letteratura (dalla medievale alle contemporanea), il cinema, il teatro, le serie tv, i fumetti, l'opera, le arti visive e i programmi trash del palinsesto di Real Time. Scrivo di tutto perché «homo sum, humani nihil a me alieno puto»; con un approccio intersezionale e di genere perché credo che le prospettive di tutti e tutte hanno un valore, anche se non ci riguardano personalmente. Il curriculum vitae dice che faccio il dottorato in America, ma non è niente di serio.