SKAM 5. Netflix
SKAM Italia. FRANCESCO ORMANDO/NETFLIX

Quando si inizia a guardare SKAM Italia non si sa bene dove porterà, a quali sensazioni o emozioni farà appello e ragionarci è pressoché inutile: l’unica cosa da fare è lasciarsi andare. Così la serie, arrivata nel suo adattamento dell’omonimo show norvegese alla quinta stagione, concentrata sulla vita di un gruppo di liceali e quindi idealmente “preclusa” ad un certo tipo di pubblico altro, smentisce ogni preconcetto, travolgendo spettatrici e spettatori, accogliendo lo sguardo, conquistando tutto, dalla percezione alla memoria di momenti che potrebbero essere distanti.

SKAM Italia è uno dei prodotti più intensi degli ultimi anni e la quinta stagione non si tira indietro dall’analisi di una generazione che ha bisogno di raccontare ed essere raccontata.

La quinta stagione: Elia

La quinta stagione è un punto di arrivo e allo stesso tempo di svolta. Tutti i personaggi sono al primo anno di università, tranne Elia (Francesco Centorame), che è stato bocciato e si ritrova incastrato tra i banchi di una scuola di cui non gli interessa niente. La percezione di essere rimasto indietro è una costante per lui, ma non ha ancora il coraggio di confessare ai suoi amici di sempre il perché.

Elia è il tassello che collega la realtà liceale a quella universitaria, il perfetto legame per raccontare ancora una storia di vergogna (dal norvegese il termine SKAM si traduce con imbarazzo, vergogna), ma qui con un ulteriore passo in avanti, proteso nella descrizione di un percorso di accettazione delicatissimo da trasporre in una serie TV.

Nello stile di SKAM, quel personaggio che avevamo imparato a riconoscere ma solo in secondo piano, diventa protagonista e la sua esperienza, il passato di pensieri silenziosi dietro alle conversazioni nelle chat di gruppo si trasforma nella narrazione di un’individualità.

SKAM Italia. FRANCESCO ORMANDO/NETFLIX

Il punto di arrivo

Le responsabilità dell’età adulta premono sul residuo di quelle adolescenziali a cui Elia deve ancora sottostare. Il pagamento dell’affitto di una stanza (nella casa di Filippo, Pietro Turano) per fuggire dalla casa in cui suo padre vive con la nuova compagna, e i compiti in classe, sempre con le stesse domande dell’anno precedente ma ancora senza risposte.

Ad affiancare Elia, procedendo parallelamente con le vicende dei protagonisti storici, un nuovo gruppo di personaggi femminili, tra cui debuttano Lea Gavino (Viola) e Nicole Rossi (Asia). Le nuove ragazze, impegnate in una lista candidata alle elezioni studentesche, vi trascineranno anche Elia, che di politica se n’era sempre fregato, questo proprio grazie a Viola, in cui trova finalmente ciò che non aveva mai trovato prima.

(da qui in poi allerta spoiler)

Veniamo a conoscenza della morte della madre di Elia, avvenuta nel 2012, e della motivazione per cui a differenza dei suoi amici non è mai riuscito ad avere rapporti con le ragazze, bloccandosi sempre, in un pattern comportamentale deleterio, dopo qualche uscita con loro. Elia soffre di ipoplasia peniena: ha il pene decisamente sotto la media e questo gli provoca un’enorme ansia da prestazione.

L’assenza dell’unico genitore al quale aveva confessato il suo sentirsi inadeguato e gli amici lontani affacciati su un futuro che tarda ad arrivare, sono le dinamiche complesse entro cui un interprete eccezionale come Francesco Centorame riesce a dare tridimensionalità e forza emotiva, senza mai scivolare nel pietismo o lasciare che la questione abbia una deriva dai caratteri ridicoli.

Ancora una volta SKAM Italia lascia senza fiato, attraendoci in un bingewatching sfrenato e puntando i riflettori su quella che è una problematica della quale si parla pochissimo, poiché legata alla vergogna del corpo maschile, alla virilità e allo spregevole concetto di bodyshaming, qui proprio di una visione deviata della mascolinità tossica.

SKAM Italia. FRANCESCO ORMANDO/NETFLIX

Il punto di svolta

La ricetta magica di SKAM è data dal ritmo di uno sguardo mai scontato. In questa quinta stagione la regia è affidata a Tiziano Russo che riceve l’eredità da Ludovico Bessegato che rimane, però, showrunner e autore, insieme ad Alice Urciuolo. Il loro lavoro è fondamentale e fa sì che anche qui lo scorrere del tempo, scena dopo scena, aderisca al tempo reale vissuto fuori dallo schermo.

Quel ritmo è vero, poiché scandito da fondamentali vuoti. E ciò che non è detto, o non è mostrato, abbraccia il racconto di sé e la complicità di un gruppo di amici che diventa comunità.

E sul finire, le riprese dei luoghi vuoti, rimangono come un addio, o un arrivederci (non sappiamo che destino avrà la serie). Come un ultimo bacio, o un primo (dato sott’acqua in una piscina segreta), come una partenza con un compagno inaspettato o una riconsiderazione dei propri principi, SKAM Italia lascia storditi, e felici.

Continuate a seguire FRAMED, siamo anche su Instagram Telegram. Qui il resoconto della conferenza stampa in presenza del cast avvenuta a Roma.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.