Harrison Ford e Jason Segel in Shrinking stagione 2
Harrison Ford e Jason Segel in Shrinking stagione 2. Courtesy of Apple

Nell’ordine di una classifica totalmente personale, Shrinking combatte ancora contro Severance (Scissione) per il primo posto come serie rivelazione del 2023 e sì, anche per quello di serie migliore in assoluto degli ultimi dodici mesi.

In comune entrambe hanno la produzione Apple Original, che si sta rivelando sempre di più una garanzia di qualità, e la capacità di parlare del cervello umano in modi opposti ma ugualmente affascinanti, tra psicologia e commedia da un lato e dramma fantascientifico e distopico dall’altro. Mentre però, per sapere come continua Severance bisognerà aspettare febbraio 2025, la seconda stagione di Shrinking debutta proprio adesso, il 16 ottobre e prosegue su Apple TV+ per dodici episodi, fino a dicembre, in totale continuità con la precedente.

Una serie in evoluzione costante

Shrinking ricomincia come se non fosse mai andata via. Le storie proseguono in ogni dettaglio da dove si erano interrotte mostrando anche l’evoluzione dei rapporti fra i personaggi: i tre psicoterapeuti Paul (Harrison Ford), Jimmy (Jason Segel) e Gaby (Jessica Williams) e tutte le persone – amici, pazienti, famiglie – che vivono insieme e intorno a loro.

Così, mentre nella prima stagione il focus principale era imparare a stare bene, prendersi cura dei propri sentimenti ed esprimerli, per non esserne divorati e annientati, in questi nuovi episodi si cercano più elementi destabilizzanti, in grado di rompere il difficile equilibrio ritrovato da tutti i personaggi nel primo finale di stagione.

Jimmying, tra alti e bassi della vita

Jimmying, titolo del debutto della seconda stagione, è perciò una doccia fredda su tutto ciò che c’è ancora da risolvere e da capire. La sensazione di aver avuto tutto sommato un accettabile lieto fine, l’anno scorso, svanisce nel momento in cui Paul, con la sua esperienza e il suo modo di fare schietto e tagliente, colpisce Jimmy (e il pubblico) sottraendogli il paziente a cui tiene di più, Sean (Luke Tennie). Aggrappandosi a lui nel momento più buio della sua stessa vita, infatti, Jimmy ha creato con Sean un rapporto che non aiuta più nessuno dei due. Nel momento in cui si rende conto di aver forse fallito come terapeuta, Jimmy può davvero iniziare a guardarsi dentro senza avere paura, questa volta, di ricadere in un abisso che conosce fin troppo bene.

Luke Tennie in Shrinking (seconda stagione). Courtesy of Apple

È qui allora che si aggiunge il secondo elemento destabilizzante: l’arrivo del personaggio interpretato da Brett Goldstein, co-creatore della stessa Shrinking come di Ted Lasso, in cui interpreta Roy Kent. È suo il senso dell’umorismo che rende indimenticabile la scrittura di entrambe le serie, ma in questo caso ritaglia per sé un ruolo molto drammatico e centralissimo, fondamentale per la storia di Jimmy e di sua figlia Alice (Lukita Maxwell).

“I wanna hear my self again”

Il nuovo personaggio di Goldstein riporta il focus della narrazione di Shrinking sull’attraversamento del lutto e del dolore, prima nella rabbia e poi nel perdono. Conferma, già dalla prima scena, che la serie non ha paura della giostra emotiva in cui trascina il suo pubblico e che “non si può fuggire per sempre dai traumi del passato, perché prima o poi vengono a cercarti”. Allora meglio prepararsi e cercare l’aiuto di chi può insegnare a smontarli pezzo per pezzo, finché non faranno più paura. Non è forse questo quello che fanno gli shrinks?

Help me carry this weight that’s dragging me down
Pull me out of the drink before I start to drown
Let the wreckage all sink
To where the fishes are frightening
I wanna hear myself think again,
I wanna hear myself think again

(Frightening Fishes – Main Theme di Shrinking, Tom Howe, Ben Gibbard)

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