Dracula e Robert Montague Renfield: entità complementari, personaggi co-dipendenti, iconici e oscuri sin dalla descrizione (originale) offerta da Bram Stoker nel suo romanzo del 1897. Da subito materiale pulsante per una trasposizione cinematografica: è infatti da decenni che il perfido conte e il suo servitore vengono rappresentati al cinema.
Proprio questa settimana arriva in sala Renfield, diretto da Chris McKay, in cui la parte da protagonista viene quasi rubata al principe delle tenebre per lasciare spazio all’uomo soggiogato dal suo potere. In attesa di capire se funzionerà o meno, ripercorriamo la vita al cinema del personaggio attraverso tre film che, nonostante la fonte unica, risultano molto diversi tra loro. Il mangiainsetti più celebre del filone gotico ha vestito parecchi panni, ma soprattutto ha avuto molti volti.
1 – Dracula (1931) | Renfield diretto da Tod Browning
Adattamento dello spettacolo teatrale del 1924, Dracula di Tod Browning vede come protagonista nel ruolo del temibile vampiro l’iconico Bela Lugosi. Primo film “sonoro” tratto dal romanzo di Stoker (e con le musiche di Philip Glass), ha come interprete del notaio Renfield l’attore Dwight Frye, non nuovo al filone horror (lo troviamo anche in Frankenstein di James Whale dello stesso anno).
Perturbante e allucinato, porta sul grande schermo un Renfield che recita le sue battute senza annullare totalmente il ritmo teatrale, aggiungendo però una scintilla che lo rende indimenticabile. I suoi occhi spalancati e il ghigno sul volto ne fanno, in alcuni momenti, una controparte più spaventosa del vampiro che protegge. Solitario, succube di un potere invisibile e in alcuni momenti “divertente” per la goffaggine che lo caratterizza, in totale contrappunto alla compostezza delle scene iniziali del film.
2 – Dracula di Bram Stoker (1992) | Renfield diretto da Francis Ford Coppola
Con un gigantesco salto temporale arriviamo ad uno dei Dracula cinematografici più importanti per la storia del cinema: quello diretto e prodotto da Francis Ford Coppola, con Gary Oldman protagonista, un film che fornisce concretamente forma agli scenari del libro e dona anime controverse ai suoi personaggi. Primo fra tutti è proprio Renfield che, reggetevi forte, è interpretato da Tom Waits: il cantautore presta volto, ma soprattutto voce, al triste servo relegato in un manicomio. Nella sua cella dalle pareti imbottite non è libero di servire il suo padrone ma mantiene una peculiare lucidità che conserva i tratti del professionista che era un tempo, la quale scompare però nei momenti di violenza animalesca che sfoga sul dottore.
Con minuscoli occhiali tondi e accessori steampunk è il Renfield più moderno, stratificato e complesso, nonostante sia costretto ai medesimi scenari durante tutto il film. Nel disegno generale di una rappresentazione così ispirata non poteva essere diversamente.
3 – Dracula: Dead and Loving It (1995) | Renfield diretto da Mel Brooks
Imperdibile versione parodistica del romanzo di Stoker (e andato malissimo al botteghino alla sua uscita), al suo interno raccoglie citazioni ai due film che trovate menzionati qui sopra ed è firmata da Mel Brooks (che interpreta anche il ruolo di Abraham Van Helsing): Dracula: Dead and Loving It stravolge tutti gli elementi drammatici e violenti per mettere in ridicolo la sanguinaria ricerca del conte.
Neanche a dirlo, quella parvenza ingenua di Renfield raggiunge il suo apice con Peter MacNicol, che esaspera i tratti (anche estetici) del personaggio di Frye ed è la spalla ideale del vampiro Leslie Nielsen. Nella versione in lingua originale il suo marcato accento inglese lo rende comico fin dalle prime battute e quel divario tra pacata compostezza inglese e bestiale sottomissione diventa esilarante.
Tutto è volutamente posticcio, dal suo taglio di capelli al ragno di plastica che si mette in bocca di nascosto, e sicuramente, nonostante l’insuccesso del film, è probabile che Chris McKay gli abbia dato un’occhiata prima di costruire il suo Renfield.
Non resta che aspettare il nuovo film per aggiornare la lista e trovare nuove sfumature in un testo che continua ad ispirare registi di tutte le epoche.
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