Cailee Spaeny e Jacob Elordi in Priscilla
Cailee Spaeny e Jacob Elordi in Priscilla. Courtesy of Vision Distribution

A distanza di un paio di mesi dal debutto oltreoceano e dopo essere stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, dal 27 marzo è disponibile nelle sale italiane Priscilla, nuovo lungometraggio diretto da Sofia Coppola. Una produzione della stessa Priscilla Presley, oltre che della rinomata A24, tratta dal suo libro di memorie.

A interpretare Priscilla è la giovane Cailee Spaeny, che si è aggiudicata la Coppi Volpi per la Miglior interpretazione femminile a Venezia. Nei panni di Elvis c’è Jacob Elordi e nel resto del cast Jorja Cadence, Emily Mitchell e Rodrigo Fernandez-Stoll.

Priscilla, non solo Elvis

Adattamento cinematografico del libro del 1985 Elvis and Me, scritto proprio da Priscilla Presley insieme a Sandra Harmon, il film racconta le vicende della giovane Priscilla (Cailee Spaeny) e delle tappe più importanti della sua storia d’amore con Elvis (Jacob Elordi). Dal loro primo incontro nel 1959, in Germania (dove Elvis era stato costretto a prestare servizio militare all’apice della sua carriera) fino ai due anni di separazione, passando poi al trasferimento di lei a Graceland e al turbolento matrimonio e alla successiva separazione. Il tutto raccontato – sempre – dal punto di vista di Priscilla.

Sofia Coppola decide di portare sul grande schermo la storia di una donna che per anni è sempre stata vista come figura di contorno, “la moglie di Elvis’’, mettendo al centro e dando per la prima volta importanza ai suoi sentimenti, alle sue insicurezze e alle sue sensazioni. Fa emergere un lato intimo, mai visto prima.

Courtesy of Vision Distribution

La narrazione non solo mette in secondo piano il Re, Elvis (a differenza invece del recente film di Baz Luhrmann), ma lo dipinge in modo molto diverso da quello a cui si è abituati. L’Elvis di Elordi-Coppola è l’anti-mito, il mito che crolla sotto lo sguardo di Priscilla.

Tra desiderio e realtà

Priscilla viaggia attraverso atmosfere di immaginazione e realtà, con la delicatezza e la profondità che sempre contraddistingue il ritratto femminile nei film di Sofia Coppola. Il film mette a confronto gli aspetti “da sogno” della relazione tra Priscilla ed Elvis, con la dura realtà. La ragazza invidiata da tutte perché scelta dall’iconica star, non vive con lui una vera relazione, piuttosto la subisce, spesso senza avere voce in capitolo. Sofia Coppola mostra ciò che era rimasto invisibile ai più e, così facendo, costruisce e decostruisce le fantasie di una generazione, e anche di più.

Priscilla è rappresentata come una ragazza in trappola, nonostante abbia scelto lei stessa a sua gabbia, sia nella sua relazione con Elvis, che nella vita in generale. È Elvis a decidere quali vestiti debba indossare, quali colori, quali fantasie, quale tinta di capelli e quale trucco stia meglio sul suo viso. Priscilla però non riesce ad abbandonare quella realtà, affascinata e annebbiata da un qualcosa più grande di lei. Per questo l’evoluzione che compie all’interno del lungometraggio è una simbolica rinascita, chiara soltanto alle fine.

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Priscilla, un viaggio emotivo

Sofia Coppola trasforma la storia di Priscilla in un viaggio emotivo, non solo per lei, ma anche per lo spettatore che si trova coinvolto all’interno della narrazione e riesce da subito a empatizzare con la sua protagonista. L’impero di Graceland viene fatto a pezzi, per mostrare una storia rimasta nell’ombra, seppur sotto gli occhi di tutti.

Cailee Spaeny incanta con la sua Priscilla, briosa e vitale, anche all’interno di un racconto dai temi senza dubbio gravi, pesanti e drammatici.

In breve

Priscilla è un film che racconta una relazione tossica ed emotivamente abusante. Come tale, predilige una struttura “ripetitiva”, fatta di schemi che si ripetono fino a un punto di rottura. È una scelta che Coppola fa per enfatizzare anche le sensazioni della giovane donna, di dieci anni più giovane di Elvis e quattordicenne al momento del loro incontro. Non manca però la delicatezza che caratterizza la regista nei suoi lavori, anche in quelli emotivamente più forti. Un film che merita assolutamente di essere visto, compreso, attraversato e vissuto.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".