CoverPasolini1964-Palumbo
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PASOLINI 1964 – OLTRE MATERA E IL MEDITERRANEO è il saggio grafico firmato da Maurizio Camerini, Alessandro Manna e Giuseppe Palumbo che fonde ricerca storica, fotografia e disegno, portando alla luce il racconto di un viaggio nella storia e nel tempo, compiuto da Pier Paolo Pasolini nella realizzazione de Il Vangelo secondo Matteo.

Ritornare, cogliere la profezia

Pasolini è il viaggiatore che, insaziabile, ha mosso i suoi passi nella poesia, nella letteratura, nel cinema, approdando all’analisi del sociale e alla conclusione tragica dell’esserne divorato. I suoi film erano migrazioni verso una nuova comprensione del sé, indagini profonde alla ricerca delle radici del mondo.

Il Vangelo secondo Matteo (1964) è uno dei viaggi più mistici che Pasolini ha compiuto, donando allo spettatore (e alla storia) la testimonianza di una ricerca sulla possibilità di raccontare la vita di Gesù, seguendo appunto il Vangelo secondo Matteo, trasmettendone la forza minimale e la trascendentale fine metaforica. E se inizialmente l’idea era di girare la pellicola ad Israele, i mutamenti degli scenari, dovuti all’industrializzazione imperante, lo portano a considerare il Sud Italia. Concentrerà infatti la maggior parte della narrazione cinematografica a Matera, dove i sassi si sono prestati ad accoglierne le scene.

Pasolini durante le riprese del “Vangelo” con Manolo Bolognini e Maurizio Lucidi. Foto di Domenico Notarangelo – http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/

PASOLINI 1964 – OLTRE MATERA E IL MEDITERRANEO

PASOLINI 1964 – OLTRE MATERA E IL MEDITERRANEO è un’opera sul viaggio di Pasolini durante la lavorazione del film. Attraverso la commistione di linguaggi si presenta come frutto di una ricerca che del poeta analizza il detto e il non detto, senza omettere le “profezie” per il futuro lucidamente realistiche. Il 1964 è l’anno che vede anche la pubblicazione della poesia Profezia.

Il volume è a cura di Action30: un collettivo di ricercatori e artisti che indaga sulle nuove forme di razzismo e fascismo attraverso l’analogia con gli anni ’30 del secolo scorso. Lo fa “sperimentando forme ibride di trasmissione e condivisione della cultura” ed intervenendo in ambiti diversi. In questo caso realizzando un progetto editoriale ricco e profondo solcato da fotografie e disegni, concentrato sul racconto dell’idea di un film che porterà Pasolini ad esporsi in prima persona alla potenza del racconto e alla bellezza spoglia e selvaggia dei luoghi.

Il libro è il risultato dell’incontro tra Maurizio Camerini, Alessandro Manna (curatori dei testi) e Giuseppe Palumbo (autore dei fumetti). A loro si aggiungono i contributi di Silvio Cadelo, Maria Fonzino, Valentina Mir, e le fotografie dell’Archivio Notarangelo di Matera, scatti inediti del set del film di Pasolini. L’opera collettiva è curata infine da Beppe Chia.

Racconto storico e previsione per il futuro

Collage artistico-intervento analitico: leggere le pagine di PASOLINI 1964 è come recuperare quell’intervento mancato, legato al presente e proiettato verso un futuro pervaso di incertezze molto simili a quelle del poeta. Il saggio è suddiviso in sei capitoli e nello spirito del collettivo, interpreta le sfumature dell’attualità grazie ai fantasmi del passato. Ombre e raffigurazioni che sono riflessioni sul tempo che ha visto nascere la pellicola del 1964, immagini irrisolte lanciate silenziosamente a noi.

Le storie di fantasmi approdano nei luoghi in cui Pasolini ricerca la purezza, come Israele, per trovare invece la distruttività del capitalismo. E inevitabilmente le considerazioni avvolgono la Matera di oggi, Capitale europea della cultura. Anch’essa trasformata e molto diversa dai fotogrammi pasoliniani che, ancora una volta, contribuiscono a testimoniare il “non contaminato”. Gli autori scrivono anche di Lampedusa, “porto” dove i fantasmi accolgono una disperazione contemporanea. Dal Vangelo prendono la storia dei migranti, delle persecuzioni, per leggere una delle più grandi “catastrofi dei nostri tempi”.

Giuseppe Palumbo – il segno grafico

Tre storie a fumetti percorrono il viaggio critico e filosofico operando come narrazioni parallele. Il tratto grafico riporta l’anima di Pasolini in tavole ad acquerello, che ne raccontano il morbido equilibrio davanti all’inquietudine incessante. Nella bellezza di pochi colori e linee sinuose-sognate, il disegno racconta gli intenti chiari, la forza espressiva dell’uomo alla continua ricerca dell’altro e di sé. Le tavole di Giuseppe Palumbo narrano di sentimenti irrequieti e drammi esistenziali grazie alla grande potenza comunicativa ed estetica.

PASOLINI 1964 – OLTRE MATERA E IL MEDITERRANEO – Action30

Il frame cinematografico diventa un frame illustrato, al quale si delinea intorno un dietro le quinte tratteggiato e suggestioni poetiche tradotte in fumetti. Palumbo nasce a Matera proprio nel 1964 (un segno?) e inizia a pubblicare fumetti verso la seconda metà degli anni ’80. La sua capacità sta nella semplicità di creare equilibri visivi che raccontano anche grazie agli spazi vuoti.

Le illustrazioni danno volto ai versi, lasciando su carta il tratto sincero ed immediato di un lascito imprescindibile per la nostra cultura.

Assieme ai testi e alla forza fotografica del ricordo, fanno di PASOLINI 1964 la lettura perfetta per capire l’anima di un personaggio complesso che non ha mai smesso di mettere in discussione la sua contemporaneità, trasmettendoci la possibilità rivoluzionaria del pensiero controcorrente, e il fascino tragico di un viaggio interrotto in maniera violenta.

Grazie ad Action30 e a Giuseppe Palumbo per averci dato la possibilità di leggerlo, vi ricordiamo che l’opera è autoprodotta. Per ulteriori informazioni http://www.action30.net/

Continua a seguire la giornata dedicata a Pasolini, su FRAMED Magazine.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.