Ricorderemo la terza stagione di Only Murders in the Building (2023) per la straordinaria partecipazione di Meryl Streep e Paul Rudd, meno per la trama. Forse è per questo che i nuovi episodi della quarta stagione (dal 27 agosto su Disney+) tornano dentro i cancelli dell’Arconia, lasciando da parte Broadway, il palco e il teatro in cui la stagione precedente si era decisamente persa.
Protagonista questa volta è il cinema, sia nella forma sia nel contenuto, con Charles, Oliver e Mabel che volano fino a Hollywood per scoprire come la loro storia verrà tradotta sul grande schermo. Nella macchina hollywoodiana emergono così pregi e difetti delle tre stagioni precedenti, puntualizzati proprio dai tre interpreti che studiano il trio, per assumerne l’identità: Zach Galifianakis, Eva Longoria ed Eugene Levy.
Al centro dei nuovi episodi, tuttavia, resta il mistero sulla sorte di Sazz Pataki (Jane Lynch).
Only Murders in the Building: la nuova indagine
Sazz, grande amica e controfigura di Charles, negli ultimi minuti della terza stagione viene raggiunta da un colpo di proiettile nell’appartamento di Charles, mentre tutti gli altri sono in casa di Oliver a festeggiare il suo debutto a Broadway e la risoluzione dell’omicidio di Ben (Paul Rudd). Qualcosa non torna, soprattutto perché non è chiaro se il proiettile fosse per Sazz o per Charles. È da qui, dunque, che inizia la nuova indagine del trio, intenzionato a capire cosa è successo.
Le prime osservazioni portano all’ala Ovest dell’Arconia (un interessante parallelismo con la costa Ovest californiana che richiama a sé il trio per il film). Qui gli appartamenti sono molto più piccoli e meno lussuosi e gli inquilini sono molto diversi dalle signore della vecchia borghesia dell’ala Est. Mabel e Oliver riescono a incontrare le cinque persone che abitano nel piano di fronte casa di Charles, ma la loro attenzione è catturata da un appartamento chiuso, con un codice numerico alla porta. Il mistero sembra essere racchiuso nella storia di questo appartamento.
La quarta stagione, una scommessa vincente
Puntando di nuovo l’attenzione su altri inquilini dell’Arconia, Only Murders in the Building riprende finalmente il ritmo della prima stagione, con cui questa quarta ha molto in comune, a partire dal ritorno di Da’Vine Joy Randolph, adesso premio Oscar per The Holdovers, nel ruolo della detective Williams. Al tempo stesso introduce nuovi e divertenti elementi, come la parodia del cinema indie, attraverso le registe gemelle e un po’ stralunate o lo sceneggiatore con la barba finta, per somigliare a Charlie Kaufman.
Alla fine, la formula del “cerchio chiuso” eppure indecifrabile dei diversi e sempre più strani sospetti, come in un romanzo di Agatha Christie, funziona ancora e questa volta senza troppe deviazioni di trama. Si arriva così in tensione a ogni colpo di scena, che è tutto ciò che si chiede a una serie come Only Murders in the Building.