Non piangere, Niccolò Corti, FESCAAAL 2024
Non piangere, Niccolò Corti, FESCAAAL 2024

Non piangere è una di quelle illuminazioni, che solo i corti sanno dare, con cui si fanno i conti per sempre. Perché basta poco, pochissimo, per capire in quale privilegio viviamo, noi bianchi italiani cresciuti in famiglie di tradizione e/o religione cristiana. Serve dirlo, a volte. Etichettarlo, in un certo senso, per capire quante sono le cose che si danno per scontate, persino l’avere un paio di metri cubi in cui seppellire i propri cari.

Il film di Niccolò Corti, infatti, è il racconto breve di un lutto impossibile. Un bambino, Chafik, che ha appena perso la madre, sembra quasi sospeso in un tempo immobile, nel sedile posteriore dell’auto del padre, mentre i due intraprendono una ricerca senza meta per le strade di quella che sembra la periferia di una grande città.

Non piangere: il messaggio

Come viene spiegato anche alla fine, in Italia sono 2 milioni e 600 mila le persone di fede musulmana, a fronte di 76 luoghi di sepoltura, alcuni ricavati dentro cimiteri cristiani. Non essendo consentita la cremazione, sono tanti (tantissimi) i corpi insepolti da tempo.

È una denuncia che non ha bisogno di parole. Basta l’immagine di quel corpo avvolto in un panno bianco (come tanti ne abbiamo visti in questi sette mesi), per capire che in Italia c’è un problema a cui nessuno ancora sta pensando seriamente. E il cinema, in questi casi, serve ad aprire gli occhi, anche con la grande sensibilità e la toccante tenerezza dello sguardo di Niccolò Corti.

Non piangere è in concorso al FESCAAAL 2024 nella sezione EXTR’A dedicata a registi italiani o stranieri residenti in Italia. Ospita opere senza distinzione di genere o durata girate in Africa, Asia o America Latina o che approfondiscano i temi dell’Italia multiculturale.

Tutti i film sono disponibili su MyMovies.it fino alle mezzanotte di domenica 12 maggio.

V.V.

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