New Girl recensione Framed Magazine

Jessica Day è una ragazza prossima ai trenta che crede di aver raggiunto la stabilità. Ha un lavoro che ama e un fidanzato con cui convive felicemente, Spencer. Peccato che, dopo essere tornata in anticipo da un viaggio a New York, lo sorprende a letto con un’altra. La ragazza, sconvolta, decide di trasferirsi il prima possibile e di iniziare una nuova vita. Di diventare una ragazza tutta nuova, insomma.

Ed è così che incappa nel loft 4D. Jessica, Jess per gli amici, risponde a un annuncio per una stanza in affitto su Craig List. Crede di andare a fare un colloquio per vivere con altre brave ragazze. Ma con sua somma sorpresa, scopre che i suoi potenziali coinquilini sono tre ragazzi.

Malgrado le perplessità iniziali da ambo le parti, avrà inizio una delle più iconiche convivenze della storia delle serie TV.

New Girl non è “una serie per ragazze” 

New Girl è una serie dedicata alle cosiddette “mosche bianche”. Non solo Jess è una ragazza fuori dal comune, ma lo sono anche i suoi coinquilini. Nick, Schmidt e Winston, insieme al personaggio ricorrente di Coach, sono una piacevole sorpresa, in una società che esalta i “maschi alpha”.

Il classico stereotipo maschile è quello di individui che non parlano dei loro sentimenti, che non sanno cosa sia il romanticismo, che passano il tempo in poltrona a guardare lo sport in TV.

Invece New Girl racconta di uomini empatici, sensibili, che sì, sono diversi dalle donne, ma non sono un pianeta a sé stante. Coach, il sexy personal trainer, in particolare, vuole ostentare l’ideale di mascolinità imposto dalla società. Peccato che ci piaccia proprio quando mostra la sua vulnerabilità. 

Perché i ragazzi di New Girl sono così: vulnerabili, sensibili, bellissimi “maschi beta”. E ci piacciono esattamente così. 

Ci piacciono talmente tanto che a volte quasi oscurano la protagonista femminile. Perché nella storia della TV abbiamo visto tante ragazze “fuori dagli schemi”, ma davvero pochi ragazzi

Ciò non toglie che Jess sia straordinaria

In un mondo dove le “dieci” sono le modelle, Jess spicca per la sua meravigliosa umanità. È una donna sopra le righe, che rifiuta ogni tipo di affettazione e artificio. Jessica Day è stupenda così com’è. In tutta la sua goffaggine, nel suo essere fuori luogo. E poi, come si fa a resistere a quegli occhioni azzurri? 

Jessica Day è dolce ed empatica. A primo sguardo potrà sembrare fragile, ma è sorprendentemente forte. Quando le cose le vanno male, anziché abbattersi, ha il coraggio di reinventarsi, ogni volta. Senza mai guardarsi indietro. 

Gli inquilini del loft 4D: simbolo della generazione dei millennial

Pensateci bene: How I Met Your Mother e Friends mostrano dei trentenni che lavorano, che hanno una vita stabile, sia professionalmente, sia emotivamente. Ted Mosby, nonostante i suoi patemi d’animo, ha un lavoro, una carriera avviata. E a un certo punto va a vivere da solo in un lussuoso appartamento a New York. 

I protagonisti di New Girl, invece, sono dei ragazzi gettati controvoglia nel mondo degli adulti. Sono perennemente sospesi fra il desiderio di tornare all’adolescenza e la voglia di crescere. Anche quando hanno dei lavori stabili, non sono mai convinti di ciò che vogliono. Perché sanno che la vita può essere stravolta da un momento all’altro e devono essere in grado di reinventarsi. 

La nostra non è la generazione del boom economico 

I trentenni di oggi non sono abituati ad avere un futuro stabilito davanti a loro. Qualunque cosa può deviarli dal loro percorso. Ma, nonostante questo, trovano la forza di guardare a questo mondo mutevole con ironia. È proprio questo lo spirito di New Girl.

Dei ragazzi in procinto di diventare adulti, che si tengono stretti fra loro, sostenendosi in questa marea confusa che è la vita. E trovano sempre la forza di ridere davanti alle tempeste. 

È per questo che New Girl parla così tanto bene di noi, quasi o appena trentenni. Ci racconta la nostra vita, ma mostrandoci il lato più ironico e poetico. E ci dice con veemenza che non dobbiamo sentirci inadeguati, se ancora siamo instabili negli affetti e nel lavoro. C’è sempre tempo per reinventarsi e scoprirsi. La vita è un viaggio meraviglioso. E ciò che conta è il tragitto, non l’arrivo. Perché non è certo il punto a cui arriviamo, che ci definisce per come siamo. 

New Girl ci rassicura: andiamo bene così come siamo 

Non tutti possono essere realizzati a trent’anni. Soprattutto in un mondo difficile come il nostro, dove si cercano giovani “con esperienza”, ma disposti a lavorare sottopagati. Dove è tanto difficile capire qual è la strada giusta. Dove l’idea di felicità è sfuggente e complessa. 

Ma New  Girl ci insegna che se qualcosa stravolge la propria vita, non ci si deve abbattere. Si deve capire che non esiste un sentiero già tracciato, varia, porta a dei bivi. E va benissimo così. Perché la cosa più bella di questo viaggio è il piacere della scoperta. Anche perché se hai dei buoni amici su cui contare, andrà tutto bene. L’importante è vivere questa assurda e strana vita insieme. 

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