Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Pierfrancesco Favino e Gabriele Salvatores sul set di Napoli New York
Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Pierfrancesco Favino e Gabriele Salvatores sul set di Napoli New York

Il cinema, afferma Gabriele Salvatores citando il critico e filosofo Jacques Derrida, ha il potere di rievocare i fantasmi. “Ri-evocare, nel senso che esistono già dentro di noi, ma per tornare hanno bisogno di buio e silenzio, della sala cinematografica”. E i fantasmi che in questo caso rievoca sono quelli di una Napoli antica, una casa senza tempo per il regista, ma anche di un mondo che non esiste più, quello immaginato in America da Federico Fellini e Tullio Pinelli nel dopoguerra.

È un “piccolo thriller” quello che aleggia sulla storia di Napoli New York, secondo Salvatores e una non troppo imprevedibile fortuna, invece, secondo i produttori Isabella Cocuzza e di Arturo Paglia (Paco Cinematografica): il soggetto mai prodotto di Fellini e Pinelli era nascosto in bella vista a Cinecittà da tempo. Come confermato da Paglia, è stato ritrovato già 15 anni fa, aveva solo bisogno del giusto regista che lo riportasse alla luce. È qui che entra in scena Salvatores.

Napoli New York dal dopoguerra a oggi

“Ho mantenuto l’intero primo atto del film così com’era, a volte riportando anche alcuni dialoghi già scritti da Fellini e Pinelli”, afferma il regista. “Ho cambiato la parte finale, però, Fellini e Pinelli non erano ancora mai stati in America a quel tempo e la loro era una visione troppo ottimista del sogno americano. Avevano troppa fiducia in quel sogno e oggi, anche vedendo il Paese che è diventato (il riferimento è alle elezioni del 5 novembre, ndr) gli Stati Uniti non rappresentano più quel sogno”.

Come sottolineato più volte in conferenza, tuttavia, Napoli New York è una favola. Non aspira a raccontare la Storia né vuole necessariamente parlare al presente impartendo lezioni, anche se il tema emigrazione-immigrazione è fondamentale e ineliminabile. “Nel film ho scritto l’intera sequenza del processo pensando che molte delle cose che una volta dicevano su noi italiani oggi sono parole nostre, contro altri uomini e altre donne”, prosegue Salvatores.

Il cast di Napoli New York a Roma con il regista Gabriele Salvatores
Il cast di Napoli New York a Roma con il regista Gabriele Salvatores

“C’è un modo speciale in cui Gabriele è riuscito a rappresentare due gruppi emarginati di quegli anni (il film è ambientato nel 1949, ndr)”, aggiunge inoltre uno dei protagonisti Omar Benson Miller in riferimento alla simile condizione sociale tra immigrati italiani e afroamericani nel dopoguerra. Inoltre, aggiunge, “Il film tratta temi adulti attraverso gli occhi dei bambini”, cosa che non è mai facile.

Con gli occhi dei bambini

Nonostante la presenza di grandi, enormi attori come Pierfrancesco Favino, infatti, Napoli New York è il film di Antonio Guerra e Dea Lanzaro. “E non avrei potuto farlo se non con due bambini napoletani”, conferma Salvatores. Emozionatissimi e forse intimiditi dalla stampa, si limitano a ringraziare il regista e il cast, soprattutto Favino, per l’intera esperienza sul set. In realtà hanno già detto tutto, hanno già dimostrato tutto con la loro incredibile presenza scenica. Sono davvero l’anima di Napoli New York.

Hanno ragione, tuttavia, nel soffermarsi entrambi sull’importante interazione con Favino, che rende la loro storia ancora più profonda, su diversi livelli. Perché Carmine e Celestina, i loro personaggi, sono stati costretti a maturare in fretta, per la fame, per la guerra. Non sono mai stati bambini, non sono mai stati figli. Per loro il comandante Garofalo di Favino rappresenta il sogno normale di una famiglia, di una casa, forse anche di un’autorità da seguire e da trasgredire. “Ci siamo ispirati ai nostri stessi padri per creare la sua figura”, affermano Salvatores e Favino.

Al tempo stesso è un personaggio con una sua storia, con un suo dolore personale da affrontare anche grazie ai due bambini. E a volte basta “uno sguardo di Favino per cogliere quel dolore impercettibile. (…) Il grande cinema è così. È fatto di grandi attori e di una macchina da presa in grado di cogliere ciò che riescono a darti”, sostiene infine il regista dedicando al suo Favino numerose parole di puro affetto e ammirazione.

Napoli New York arriva al cinema il 21 novembre. Continuate a seguire FRAMED anche su Instagram Telegram per la recensione.