Ogni settimana analizziamo i nuovi episodi di Loki. Se non siete in pari con il MCU, qui andate incontro a SPOILER!
Dopo tanta attesa, eccoci finalmente giunti all’episodio conclusivo della prima stagione di Loki. Sylvie e Loki sono arrivati nella fortezza alla fine dei tempi, dove dovrebbe trovarsi il creatore della TVA, Colui che rimane. Ma ciò che ci si presenta davanti non è affatto quello che ci saremmo aspettati. Il temibile avversario del Dio degli Inganni è un uomo (Jonathan Majors). E non solo: è una variante. Colui che rimane spiega a Loki e Sylvie che ha creato la TVA per porre fine a una guerra cosmica fra le sue varianti e li mette davanti a una scelta: ucciderlo e porre fine alla Sacra Linea Temporale, ma con il rischio di generare una guerra, oppure sostituirlo e governare al suo posto.
Sylvie intende ucciderlo, ma Loki, preoccupato per la sua incolumità e le sorti del Multiverso, cerca di fermarla. I due lottano fra loro, ma la donna riesce ad aprire un portale e spedire Loki alla TVA.
Sylvie conclude dunque la sua missione
Sylvie uccide il capo della TVA e genera migliaia di ramificazioni che faranno collassare la Sacra Linea. Loki, nel frattempo, trova Mobius, che però non lo riconosce. Il Dio degli Inganni si guarda intorno e realizza di trovarsi in una variante della TVA. Ed ecco che, al centro dell’edificio, anziché le statue dei Custodi del Tempo, trova una gigantesca scultura di Colui che rimane, con l’inconfondibile uniforme di quello che con ogni probabilità sarà il villain indiscusso della Fase 4 del MCU: Kang il Conquistatore.
Un effetto sorpresa deludente
Se da una parte l’effetto sorpresa è garantito, dall’altra la delusione è dietro l’angolo. Dopo una simile aspettativa, ci saremmo augurati un villain all’altezza. E invece ci troviamo davanti una Variante. Certo, è pur sempre una variante di Kang il Conquistatore, ma rimane un uomo, che invita Loki e Sylvie a discutere a tavolino, neanche fosse un colloquio di lavoro. È certamente un modo originale per risolvere le cose, ma dopo l’eccezionale climax della quinta puntata, i fan si sarebbero forse meritati qualcosa di più.
Apprezzabile il tentativo di sorprendere insomma, ma l’Effetto Mago di Oz non era ciò che volevamo. Non abbiamo accompagnato Loki e Sylvie in questo viaggio appassionante per poi scoprire che il vero cattivo è un omino nascosto dietro a una tenda. E soprattutto, non si può risolvere tutto in chiacchiere. Persino il prevedibile bacio fra Sylvie e Loki, che tanto abbiamo atteso, non ci ha dato la soddisfazione sperata. È un bacio amaro, scambiato durante una lotta che si conclude con l’allontanamento di Loki e la decisione impulsiva di Sylvie. Un momento malinconico, dato anche dall’evoluzione del rapporto fra i due. Dopo tutto quello che hanno affrontato insieme, infatti, emerge una verità schiacciante: nonostante tutto, Sylvie non si fida di Loki.
Non solo lati negativi
Il discorso che Loki fa a Sylvie è effettivamente emozionante. Il Dio degli Inganni cerca di farle capire in ogni modo che non intende tradirla, né ottenere il trono di Colui che rimane. Lui vuole impedirle di uccidere il capo della TVA solo perché ha a cuore la sua incolumità. La sua confessione è semplice e spiazzante: Voglio solo che tu stia bene. E questa ammissione, fatta da un individuo che ha passato la sua vita a curare solo i suoi interessi personali, colpisce ancora di più.
Finalmente vediamo Loki in tutta la sua umanità. Ma questo non ci basta.
Un finale potenzialmente interessante
In effetti, la variante della TVA, controllata da Kang il Conquistatore è una scelta di sceneggiatura interessante. Il problema è uno e molto semplice: questo episodio non è strutturato come un finale di stagione. Dopo cinque episodi impeccabili, con un climax ascendente così potente, non è possibile concludere così in sordina, semplicemente introducendo un villain di cui sappiamo ancora troppo poco. E neppure quel “Loki will return in season two” presente nei titoli di coda riesce a darci la giusta soddisfazione.
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