Il regista Luigi Montebello introdurrà il suo documentario, La Procedura, domani alle 18 e 30 al DIG Festival di Modena (l’acronimo «DIG» sta per Documentari, Inchieste, Giornalismi e richiama l’azione dello scavare, to dig: un riferimento al coraggioso lavoro di approfondimento e svelamento della verità portato avanti dai reporter e dai giornalisti investigativi di tutto il mondo).
L’opera costituisce una riflessione profonda sul peso della giustizia e della moralità nell’America moderna, che si sviluppa in senso emotivo ed estetico con invidiabile grazia, nel raccontare uno dei capitoli più spinosi della giustizia statunitense.
La Procedura
La Procedura è uno dei reportage esclusivi realizzati come edizioni speciali de Il Fattore Umano, la serie di reportage giornalistici (ideata da Raffaella Pusceddu e dallo stesso Luigi Montebello) sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, prodotta da RAI Direzione Approfondimento e in onda su Rai 3 dal 2021 ed arrivata alla quarta stagione.
Concentrandosi sul Texas come epicentro di oltre 580 esecuzioni dal 1982, il reportage di Montebello scandaglia le implicazioni morali e le ambiguità della pena di morte negli Stati Uniti, raccogliendo testimonianze di avvocati, giornalisti, medici e assistenti spirituali. Ponendo questioni sul concetto di giustizia e moralità nell’America moderna, il regista offre un ritratto dettagliato (e spesso sconcertante) dei risvolti umani di questa pratica, confrontandosi anche con chi lavorava come boia, indagandone le dinamiche interiori e le sensazioni provate.
Il racconto però va oltre: mette in luce le polemiche legate all’uso dei farmaci per le esecuzioni attraverso il dialogo con un medico. La seconda parte del film svela infatti dettagli inquietanti su ciò che avviene durante un’iniezione letale, evidenziando le recenti polemiche e gli scandali legati all’uso dei farmaci per le esecuzioni e mettendo in discussione la visione comune del metodo come “umano”.
Lo sguardo e l’indagine
Le interviste sono confessioni intime, ognuna svela diversi strati di emozioni e conflitti. Il mio scopo era catturare appieno l’atmosfera di Huntsville, cercando di decifrare come una pratica del genere possa segnare indelebilmente una comunità e le persone che ne fanno parte.
Luigi Montebello
Il viaggio inizia nella cittadina di Huntsville, Texas – dove si erge imponente la Huntsville Unit. Questa prigione, la più antica dello stato, risale al 1849 e i locali la conoscono come “the walls unit”, per le minacciose mura di mattoni rossi che ne abbracciano il perimetro e nascondono quella che è la “death house”, il piccolo edificio dove l’iniezione letale attende i condannati.
Ad Huntsville, su 35.000 anime 9.000 vivono dietro le sbarre, distribuite tra le 5 prigioni presenti in città, di fatto la capitale del sistema penitenziario texano. Nel Museo delle Prigioni, invece, sono custoditi vari cimeli tra cui la famigerata sedia elettrica del Texas, utilizzata fino agli anni ‘60. In questo contesto il documentario introduce una serie di personaggi chiave, tra cui Jim Willet, ex-direttore della Walls Unit che ha sovrinteso a 89 esecuzioni tra il 1998 ed il 2001, durante il mandato di G.W. Bush come governatore e Buster McWhorter, guardia carceraria incaricata di legare il condannato alla barella, che ha partecipato a ben 197 esecuzioni.
La narrazione è ulteriormente arricchita da Michael Graczyk che, in qualità di corrispondente dell’Associated Press, ha raccontato gli ultimi istanti di oltre 450 persone e dal reverendo Ernie Turney, un pastore metodista che la lavorato come consigliere spirituale nel braccio della morte. Le storie di questi personaggi si intrecciano nella minuziosa cronaca di un’esecuzione per iniezione letale, sfociando in una disamina medica degli effetti della procedura. È l’anestesista Joel Zivot a guidare questa indagine. Le sue scoperte agghiaccianti sull’effettiva sofferenza dei condannati, mettono in discussione la concezione comune riguardo all’umanità di questo metodo di esecuzione. Le esperienze di Patrick McCann, avvocato difensore in circa 50 casi di pena capitale si intrecciano al racconto, facendo luce sulle battaglie in tribunale e i lunghissimi processi che precedono l’esecuzione.
Con uno sguardo critico ed imparziale, Montebello stratifica il suo lavoro fornendo un insieme di sguardi, lo fa indagando l’animo umano e le implicazioni politiche e sociali di una procedura di cui si parla molto poco, sicuramente mai con tale equilibrio.
La Procedura è scritto da Luigi Montebello, con la collaborazione di Irene Sicurella. La fotografia è di Luigi Montebello e Tommaso Javidi. Il documentario è già disponibile gratuitamente su RaiPlay. Continua a seguire FRAMED anche su Instagram e Telegram.