La giusta distanza, 01 Distribution

A dieci anni dalla scomparsa del regista Carlo Mazzacurati, Valentina Lodovini ricorda al Pesaro Film Festival 2024 La giusta distanza (2007), un film ancora forte e dal sapore contemporaneo, sincero e privo di voyeurismo, tra i più belli a cui ha lavorato.

Riguardare La giusta distanza (e amarlo ancora)

Ospite d’onore della serata in Piazza del Popolo del 18 giugno è Valentina Lodovini, che presenta con commozione e intensità un film che ha rappresentato per lei un’esperienza importante, sia a livello professionale che umano. Ne La giusta distanza, di Carlo Mazzacurati, interpreta Mara, un personaggio femminile complesso, all’interno di un’opera drammatica, ancora incredibilmente lucida, su un male sotterraneo oscuro, raccontato nitidamente, senza sovrastrutture.

Attraverso gli occhi del protagonista comprendiamo l’importanza del tempo: quello per maturare, il tempo per capire quale sia la verità, e per comprendere la realtà. Al tempo non ci si sottrae, dice l’attrice, niente e nessuno si può sottrarre al tempo, nemmeno il cinema. Però ci sono dei film che non invecchiano, e La giusta distanza è uno di questi. Questo soprattutto grazie alla grande qualità tecnica (grazie anche alla fotografia di Luca Bigazzi), e all’analisi mai morbosa di una serie di aspetti della società più che mai attuali, come la banalità del male, la paura dell’altro o la concezione della donna come oggetto. A diciassette anni dalla sua uscita, l’opera di Mazzacurati costituisce ancora un riflettore puntato su un contesto culturale, caratterizzato dallo sguardo di un grande autore; uno sguardo mai ipocrita, che rende catartico il racconto dell’umano e della società.

Delle riprese del film, il suo terzo lungometraggio nonché il primo da protagonista, ricorda le notti fredde sul Po e i rapporti umani, su un set in cui tutti erano affezionati a Mazzacurati, del quale fa fatica a parlarne al passato, perché era un regista che chiedeva costantemente l’opinione degli altri, degli attori e delle altre persone con cui lavorava, mostrando una grande intelligenza.

Lo amavo molto ancora prima di incontrarlo, perché amavo e amo il cinema, e conoscevo già il suo lavoro, racconta Valentina Lodovini, e gli sono infinitamente grata perché grazie a La giusta distanza sarò sempre legata a lui, per un film che a mio avviso è uno dei suoi migliori.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.