Interstellar, Warner Bros.
Interstellar, Warner Bros.

Esattamente 10 anni fa Interstellar di Christopher Nolan arrivava nelle sale italiane, il nono film del regista-prestigiatore che senza remore era pronto a scardinare qualsiasi grafico della fisica quantistica e ogni calcolo algebrico matematico servendosi della forza impattante e incontrollabile delle emozioni e dell’amore.

Nolan è il grande cineasta visionario che ha invitato lo spettatore a guardare aldilà di ogni spettro visivo umanamente possibile. Il cinema, per il regista statunitense, non è solo immagine, ma è arte magica con la quale far credere al pubblico che ogni cosa sia realmente realizzabile e possibile, oltre lo spazio ed il tempo.

Già con la sua prima opera, Memento, abbiamo avuto a che fare con i salti inconsci e tridimensionali, con vuoti di memoria, falsi ricordi, tatuaggi, e parole scritte su fogli che poco hanno ottemperato alla ricostruzione spazio-logico-temporale di tutto ciò che sarebbe accaduto.

Interstellar riprende il medesimo fil rouge del tempo, e degli eventi che accadono privi di qualsiasi schema congruo e definito. Il regista di The Prestige si diverte con tutti noi, chiedendoci di oltrepassare il confine del rigore e della coerenza, cercando di destrutturare la realtà.

Sinossi

Ambientato all’interno del XXI secolo, il setting di Interstellar è un futuro distopico nel quale la Terra è ormai diventata un pianeta povero di risorse, inabitabile e colpito da continue tempeste di sabbia che rendono la vita impossibile. Nell’ottica di trovare vie alternative per garantire la sopravvivenza, l’ingegnere della NASA Joseph Cooper (Matthew McConaughey) e sua figlia Murph (Mackenzie Foy, e poi da adulta interpretata da Jessica Chastain) scoprono un fenomeno fisico mai osservato prima: sul pavimento si dispongono delle strisce di sabbia che, secondo lo scienziato, rappresentano delle coordinate codificate in base a un sistema binario.

Decidendo di seguirle, i due si ritrovano in un centro segreto della NASA dove Tom e Amelia Brand (Michael Caine e Anne Hathaway) sono impegnati a studiare un cunicolo spazio-temporale nei pressi di Saturno e vicino al buco nero Gargantua. La precedente spedizione alla scoperta di questa porzione di universo, tuttavia, si era rivelata un fallimento e l’unico superstite (Mann) continuava a comunicare da anni dati apparentemente inutili.

Joseph decide comunque di intraprendere il viaggio spaziale insieme ad Amelia con la convinzione di poter salvare l’umanità: raggiunto l’esatto punto in cui l’astronauta Mann si trova, però, l’equipaggio è costretto a superare una serie di sfide che renderanno difficile (o impossibile?) il rientro a casa.

Interstellar, Warner Bros.

Ciò che deve accadere, accadrà

Tutto si muove attraverso la legge di Murphy, quel che deve accadere, accadrà.

Ogni cosa accade, dinanzi ai nostri occhi, si mostra nelle lacrime di Cooper che da agricoltore si ritrova viaggiatore spaziale, imbattendosi in preziosissimi videomessaggi nei quali scorre la vita che ha perso, ma con la speranza di salvarne milioni di altre. Nolan richiama a soffermarsi sull’inquantificabile e l’indefinibile del mondo, ricordando che nulla richiede necessariamente di essere misurato. Egli sovverte la logica con l’irragionevole, il tangibile con l’etereo e la realtà cartesiana con la struggente potenza nostalgica e malinconica del sentimento.

Interstellar può considerarsi propriamente un viaggio dell’amore, l’unica emozione a cui l’uomo e lo spettatore possono aggrapparsi in quanto costante, che si transuma tra il tempo e lo spazio, uniformando gli anni ristretti o dilatati al di sopra di ogni percezione sensoriale comprensibile.

Il messaggio di Interstellar

Un manifesto lucido, chiaro, dotato di una potenza emotiva frastagliata e tenace e che tratteggia gli estremi di una tipica sinossi alla Nolan, probabilmente superando le ambizioni ripromesse anche dallo stesso regista.

Ottime le interpretazioni, grazie ad un cast eccezionale, e il film si sviluppa mostrando una coerenza totalizzante tra la forma e il contenuto. Interstellar si è presentata come un’operazione ad alto rischio: ambiziosa, e autoriale, ottenendo dal pubblico un giudizio pienamente positivo e riconfermato anche a distanza di dieci anni.

Interstellar rimane una dolce provocazione alla logica della realtà. Il prestigio nolaniano, nel film, è semplice, quanto inafferrabile; è un cammino che si protrae, di frame in frame, senza tempo e senza spazio, sospeso e libero da ogni legame terreno. Una storia che gira intorno a due realtà, a due mondi, a due universi, che si perdono, si ritrovano e si scontrano esclusivamente grazie al sentimento più antico e nobile al mondo, l’amore.

Continua a seguire FRAMED anche su Facebook Instagram per aggiornamenti.

Annamaria Martinisi
Sono il risultato di un incastro perfetto tra la razionalità della Legge e la creatività del cinema e la letteratura. La mia seconda vita è iniziata dopo aver visto, per la prima volta, “Vertigo” di Hitchcock e dopo aver letto “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain. Mi nutro di conoscenza, tramite una costante curiosità verso qualunque cosa ed il miglior modo per condividerla con gli altri è la scrittura, l’unico strumento grazie al quale mi sento sempre nel posto giusto al momento giusto.