Per la nostra rubrica dedicata agli incontri con giovani talenti del panorama musicale italiano, parliamo oggi con Virginia Mai: alcune essenziali domande per iniziare ad entrare nel suo mondo.
Chi è Virginia Mai?
Virginia è una cantante, musicista e cantautrice di Milano!
In che contesto sociale e culturale nasci e cresci?
Sono nata in un piccolo paese fuori Milano, in un contesto tranquillo e di provincia. Crescendo ho imparato a scoprire i diversi volti della mia città, con le sue bellezze e le piccole realtà di artisti e musicisti milanesi, i circoli, le associazioni. Ho sempre avuto un rapporto sereno con la realtà che mi circondava e crescendo ho imparato ad apprezzarne le molteplici sfumature.
Cosa immagini saresti stata se non fossi diventata una musicista?
Avrei scelto sicuramente un lavoro a contatto con la natura o le arti visive, o gli animali, ne sono quasi sicura. Anche fotografa forse, o interior designer, perché no. Sicuramente qualcosa legato all’arte in generale e alla creatività.
Perché fai quello che fai? Da quale bisogno imprescindibile nasce la tua musica?
Non saprei dare una risposta precisa, ma sicuramente è qualcosa di più grande di me, che non so spiegare a parole. La sensazione più forte che provo è che se facessi qualcos’altro avrei quasi l’impressione di ‘tradire’ la mia vera natura, e cioè quella di cantare. È un istinto che provo fin da piccola, quella voce dentro di me che mi diceva che dovevo fare questo, e nient’altro; è quell’intuito che mi tiene in piedi sempre e mi fa continuare a credere di essere sulla strada giusta, la mia.
La musica che scrivo è nuova e ancora in fasce, ma ho sempre sentito questo bisogno dentro di me, un’esigenza più grande! Doveva solo esplodere in qualche modo.
Quanto e in che modo il tuo stile musicale è legato a questo bisogno?
Nell’Ep che uscirà a breve ho cercato di mescolare quasi tutti i generi che mi caratterizzano, senza mantenere un unico filone preciso e assoluto, passando un po’ tutto nella miscela del pop, non solo soul. Luna Storta è sicuramente il brano più R’n’B, ed è proprio il primo singolo, quello che rappresenta di più il mio stile principale, ma non l’unico appunto. La mia inclinazione e la mia attitudine alla musica sono sicuramente legate a questo genere, per cui inconsciamente quando compongo o scrivo tendo ad abbracciare le sfumature che lo caratterizzano, ma cerco di spaziare tra i diversi generi che ci sono e che mi piacciono.
C’è qualche grande artista al quale ti ispiri?
Sicuramente Beyoncé; la amo sin da quando ero piccolissima, per me è un continua fonte di ispirazione al di là della sue qualità canore; riesce a mescolare voce, ballo, arte e creatività in un unico personaggio e sarà sempre la mia preferita, ha un posto unico nel cuore.
Qual è il brano nella Storia della musica che avresti voluto scrivere tu?
Difficile da dire, ce ne sarebbero un’infinità! Ma probabilmente When the party is over di Billie Eillish; è una canzone molto profonda e delicata, toccante nella sua semplicità.
Quale quello che ti vergogneresti di aver scritto?
A questa domanda credo di non poter rispondere, penso che la musica non abbia alcun motivo di vergogna o giudizio; è un arte libera dal compromesso e dai confini, o almeno, dovrebbe essere cosi. Quindi ti direi, nessuno 🙂
In copertina: Virginia Mai – Foto di Arianna Puccio, Studio Cemento
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