Decrow
Decrow - Ph Courtesy Conza Press

Per la nostra rubrica dedicata agli incontri con artisti emergenti del panorama musicale italiano, stavolta parliamo con Decrow.

Decrow, un nome tratto dal film cult Il Corvo. Lake Placid, l’ultimo singolo, ispirato al film horror del 99. Tanto cinema anni ‘90, o sbaglio?

Sì, sono mega fan di quel cinema. Un po’ meno degli horror però in alcuni casi anche di quello, come Lake Placid. I vfx fatti male e lo stile di regia dei film anni ‘90 e primi 2000 mi ha sempre fatto volare. Anche la saga di Underworld, o quella di Blade. Quei film anche mi piacciono molto. Le “Americanate”!

Il tuo ultimo singolo ha una forte originalità, mischia la trap al rock. È come se i Linkin Park avessero sostituito Chester Bennington con il primo Achille Lauro

Con tutti il rispetto per Lauro, lo zio Chester non può essere sostituito da nessuno! Però sì, entrambi quando ero più piccolo mi hanno influenzato molto. I Linkin Park sono stati la mia adolescenza.

Qual è il tuo pezzo rock preferito?

Eh troppo difficile, ce ne sono troppi. Ti dico che Iris dei Goo Goo Dolls mi fa ancora piangere come quando la ascoltavo in seconda media. Quindi forse è quella!

Quello trap?

Witchblades di Lil Peep, se non fosse stato per lui il rock non sarebbe mai tornato. Penso questo da tanto. Magari lui neanche ci pensava al rock, e sicuramente c’è musica rock molto più valida della sua trap/rock come vuoi chiamarla, ma lui ha riportato quell’attitudine musicale in voga tra i ragazzi, mentre prima il rock era per appassionati, o persone più adulte.

Se dovessi scegliere una delle due, quale terresti?

Il rock senza dubbio, la trap mi ha stufato. È plastica. È diventata la musica da supermercato secondo me. Batterie sempre uguali, Auto-Tune che rende tutte le rubriche uguali e testi tutti uguali. Quando andavi alla Conad passavano Laura Pausini, ora passano Rhove.

Decrow

Decrow si chiama Giulio e nasce a Roma nel 1995. Si avvicina alla musica grazie al padre da cui prende la passione per il rock. Il nome d’arte proviene dal film Il Corvo (Alex Proyas, 1994)ed esordisce nel 2017 pubblicando singoli da cui conseguono i primi live e i primi dj set nei principali club romani. Nel 2021 pubblica il suo primo EP, Summer Rain, che unisce le sonorità rock a suoni elettronici e sperimentali.

Il 25 Marzo 2022 pubblica Kill Me in collaborazione con yuksUale Rich Meyer mentre due mesi dopo esce Laser, Cuore Aperto e Tatuaggi. Il 2 settembre 2022 pubblica il singolo Lake Placid in collaborazione con IN6N. Un brano ispirato all’omonimo film di Steve Miner che parla di una nottata di sesso ed eccessi in riva a un lago narrata mediante il doppio senso dato dalla trama dell’opera horror del 1999. Potete ascoltarlo qui.

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Alessio Tommasoli
Chiamatemi pure trentenne, giovane adulto, o millennial, se preferite. L'importante è che mi consideriate parte di una generazione di irriverenti, che dopo gli Oasis ha scoperto i Radiohead, di pigri, che dopo il Grande Lebowsky ha amato Non è un paese per vecchi. Ritenetemi pure parte di quella generazione che ha toccato per la prima volta la musica con gli 883, ma sappiate che ha anche pianto la morte di Battisti, De André, Gaber, Daniele, Dalla. Una generazione di irresponsabili e disillusi, cui è stato insegnato a sognare e che ha dovuto imparare da sé a sopportare il dolore dei sogni spezzati. Una generazione che, tuttavia, non può arrendersi, perché ancora non ha nulla, se non la forza più grande: saper ridere, di se stessa e del mondo assurdo in cui è gettata. Consideratemi un filosofo - nel senso prosaico del termine, dottore di ricerca e professore – che, immerso in questa generazione, cerca da sempre la via pratica del filosofare per prolungare ostinatamente quella risata, e non ha trovato di meglio che il cinema, la musica, l'arte per farlo. Forse perché, in realtà, non esiste niente, davvero niente  di meglio.