A distanza di 21 anni da Il Signore degli anelli e di 10 anni dalla saga prequel Lo Hobbit, ecco che la maestosa e imponente saga diretta cinematograficamente da Peter Jackson torna – stavolta sul piccolo schermo – con la serie tv Gli anelli del potere, che ha debuttato su Prime Video con ben due episodi première il 2 settembre scorso. Ideata da J.D. Payne e Patrick McKay la serie, composta da 8 episodi totali, è pronta a catapultare di nuovo i suoi spettatori nella solenne Terra di Mezzo creata da J. R. R. Tolkien.
L’inizio di un nuovo capitolo
La paura per il debutto de Gli anelli del potere era tantissima, considerata la portata della saga madre di cui parliamo. Il Signore degli Anelli è stato in grado di travolgere completamente le sorti del fantasy letterario e del fantasy cinematografico, creando un prodotto finale divenuto con gli anni ineguagliabile. Il timore di una possibile rovina della matrice quindi era dietro l’angolo. Ma questo, per fortuna, non è successo.
Basta uno schermo nero, una voce narrante proveniente da una protagonista più che familiare e una luce incandescente che si irradia dalla prima inquadratura, per far svanire qualsiasi possibile timore. Gli Anelli del potere ci porta (di nuovo) nella Terra di Mezzo. Ci porta a casa.
Il Signore degli Anelli in fin dei conti è una saga generazionale iniziata nel 2001 con il lungometraggio La Compagnia dell’Anello e proseguita nel 2012 con Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato. Una saga che negli anni è andata ad arricchirsi di storie e nuovi racconti che hanno fatto da culla a numerosissime generazioni di appassionati, accogliendone sempre di nuovi. Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del potere si trasforma così nel tassello mancante di questo grande puzzle: maestosa come la saga da cui prende il nome e imprevedibile come solo una storia simile può essere. È l’alba di una nuova era.
Eroi nuovi per una storia familiare
Ambientata tremila anni prima degli eventi delle due saghe precedenti, Gli Anelli del potere segue le vicende di un folto gruppo di eroi – distinguibili tra nani, uomini, elfi e proudfellow (antenati dei famosi Hobbit) – nell’epoca della Seconda Era della Terra di Mezzo. Epoca di relativa pace, è proprio in questi anni che si assiste all’ascesa di Sauron, ma soprattutto alla forgiatura dei famosi Anelli del Potere, fonte di discordia sin dagli albori della loro creazione. Con molti inserimenti creati direttamente dalle menti abili degli sceneggiatori, la storia raccontata prende forma dall’unione di nuovi personaggi a un contesto familiare.
Tra loro spicca Galadriel. Con il volto di Cate Blanchett nella saga originale, già avevamo imparato a conoscerla, ma mai ci era stato dato un approfondimento in merito al suo passato e al suo ruolo in esso. Ed è proprio questo che la serie vuole fare partendo già dai primi due episodi. Narratrice e protagonista assoluta è proprio lei, interpretata da Morfydd Clark, che da subito sottolinea le sue caratteristiche principali: determinazione, fierezza, compostezza e ribellione.
(SPOILER) Qualità che spiccano soprattutto nelle scene più belle e mozzafiato di questi due episodi, una su tutte la marcia al comando di alcuni soldati per la ricerca di Sauron – che solo lei ritiene vivo e attivo – dove la protagonista appare ferma e decisa, con l’obiettivo di portare a termine la sua missione senza farsi metter i piedi in testa da nessuno. E sì, ci riuscirà. Almeno in parte (per ora).
Un inizio più che convincente
Dalle creature che mantengono le sembianze con cui avevamo imparato a conoscerle, fino ai luoghi che ci appaiono familiari, passando per i vari richiami alla saga che ci fanno sobbalzare e sorridere. Tutto all’interno dei due episodi si dimostra essere efficace come degno erede di un prodotto che ha fatto la storia. Noi spettatori non possiamo fare altro che meravigliarci di fronte a inquadrature possenti che ci mostrano ambientazioni magnifiche, seguendo le prime avventure di questi nuovi eroi. Nulla è fuori posto.
Un incanto per gli occhi e per il cuore, dove i brividi sono durati dal primo all’ultimo minuto delle puntate, dove lo schermo televisivo è il limite di un’esperienza, che per tale portata, sarebbe stata alquanto meravigliosa vista sul grande schermo. Lo avremmo sicuramente preferito, ma piuttosto che essere privati del tutto di un tale spettacolo, ci troviamo ad accontentarci. L’inizio convince perché tutte le caratteristiche che ci avevano fatto amare Il Signore degli Anelli sono presenti e la storia coinvolge portando con sé moltissima curiosità per quello che verrà. In attesa dei prossimi episodi – in uscita ogni venerdì per altre sei settimane – non ci resta che continuare a goderci, ancora e ancora, i primi due. E ammettiamolo, non fa mai male un rewatch.