Il Celebration Tour di Madonna è molto più di un semplice concerto, è spettacolo, è dialogo: è un percorso fatto di energia, ricordi, lotte e di celebrazione dell’esistenza.
Madonna e il suo inno alla vita
Il Celebration tour a Milano, con entrambe le date sold out, ha coinvolto 22000 persone, e Madonna ha avuto modo di raccontarsi ai suoi fan italiani attraverso la sua immensa performance ripercorrendo 40 anni di una grande carriera. Uno show memorabile, capace di superare anche i tour precedenti; questa volta la star attua un processo di transustanziazione, “ascoltate e prendetene tutti”, dona al pubblico il suo lato più fragile, umano, proprio lei che da sempre rappresenta un’icona immortale della musica pop.
Dal palco, svela lo stupore di essere riuscita a salvarsi dal problema di salute che l’ha costretta alla terapia intensiva mesi fa. “Avevano chiamato i miei figli perché mi dicessero addio, nessuno è sorpreso più di me di essere qui stasera“, ha detto rivolgendosi ai suoi fan.
Il Celebration Tour rappresenta la scoperta di una regina che in tutti questi anni non ha mai smesso di essere quella ragazza che a New York, con soli 35 dollari in tasca, si esibiva nei locali come ballerina insieme alla sua amica Debby, ma con il sogno di diventare una musicista. Un inno ad ogni evento della sua vita, che per stessa ammissione di Madonna, è stata intessuta di gioie, ma anche di dolore, di fallimenti e di rimpianti, ma senza mai pentirsi di nulla.
“NO FEAR”, i ricordi, gli omaggi e le battaglie della regina del pop
Il concerto si è aperto con il brano Nothing Really Matters e dopo è stato un susseguirsi di “memorie” in ordine cronologico, dall’atmosfera inconfondibile degli anni ‘80 fino alla dance degli anni 2000, con Burning Up, Bad Girl, Everybody, Don’t Tell Me, Hung Up, La Isla Bonita, Die Another Day.
Tantissimi i momenti emotivamente coinvolgenti, Madonna è sempre stata un’attivista, impegnata e coinvolta in battaglie importantissime come la lotta contro l’omofobia, la libertà sessuale, la sensibilizzazione sull’HIV, cristallizzata in una potentissima performance di Live To Tell, con la proiezione dal palco delle immagini di vittime della malattia, tra cui molti suoi amici storici come Freddie Mercury e Robert Mapplethorpe. Vivido e struggente il momento dei ricordi, quello della madre, persa prematuramente quando era ancora una bambina, una dedica che la cantante ha voluto rivolgerle intonando le note di Mother and Father, e quello rivolto a Michael Jackson, con un bellissimo remix tra i brani Billie Jean e Like Virgin.
Non è la prima volta che vedo Madonna dal vivo, ma nel nuovo Tour emerge un elemento impattante, empatico, che viene rincarato dal mondo esterno e dalle afflizioni che lo stanno colpendo. Il suo appello dall’alto del palcoscenico, NO FEAR, il tutto incorniciato da una bandiera arcobaleno sulla schiena e dal testo di Don’t Cry For Me Argentina, emoziona e commuove. Un vero e proprio richiamo al “no alla paura!”, no alle discriminazioni, alla guerra, e alla violenza.
“Non dimenticate mai da dove arrivate”
Le parole conclusive le lascio al messaggio che ha suggellato una serata e uno show indimenticabili; il messaggio veicolato da una donna che a 65 anni è ancora in grado di sbranare e infuocare il palcoscenico per quasi circa tre ore, “Non dimenticate mai da dove arrivate. Non dimenticate mai il passato. Non dimenticate mai di essere unici e credere in voi stessi. Mio padre mi gridava al telefono che non ce l’avrei mai fatta, mi diceva che ero pazza. Mio padre si è sbagliato”.
In breve, la regina è tornata più forte di prima: unica, sempre attuale, icona intramontabile della pop music. Verrebbe da chiedersi, “ma come si fa ad essere come Madonna?” il segreto è facile, bisogna essere semplicemente Madonna.
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