A distanza di un anno dal rilascio della prima stagione, Heartstopper è tornato su Netflix con otto nuovi episodi. La serie tv, tratta dall’omonima graphic novel di Alice Oseman, ritorna in grande stile con una seconda stagione che brilla ancora di più rispetto alla precedente. Nel cast troviamo ancora una volta Kit Connor e Joe Locke nei rispettivi ruoli di Nick e Charlie, Yasmin Finney, William Gao, Sebastian Croft, Tobie Donovan e Olivia Colman.
Heartstopper 2: l’amore va in vacanza
Diretta da Euros Lyn, la nuova stagione di Heartsopper riprende da dove ci eravamo lasciati al termine della prima, anche se una nuova consapevolezza è sorta all’interno dell’animo dei protagonisti. Nick (Kit Connor) e Charlie (Joe Locke) vivono la loro storia d’amore tra i banchi di scuola e non solo, circondati dall’affetto di chi li ama, ma i giudizi altrui e le critiche sono sempre dietro l’angolo. Tra una gita a Parigi e la fine dei corsi, i protagonisti navigano tra le bellezze e le insicurezze di una nuova parte della loro vita.
Come già accaduto con l’esordio, Heartstopper 2 torna a raccontare l’adolescenza con positività, senza tralasciare i dubbi che da sempre caratterizzano questo momento della vita: lo continua a fare nel modo più chiaro e veritiero possibile. L’adolescenza messa in scena non è stereotipata e patinata come invece accade in altri prodotti, anzi, vengono mostrate ed enfatizzate anche quelle caratteristiche più ostiche e spesso dimenticate. Uno stilema classico inserito in un contesto innovativo e mai esplorato fino in fondo, quello della comunità LGBTQIA+.
Quando accettarsi è fondamentale
L’accettazione di sé era stato un tema centrale e fondamentale per lo sviluppo narrativo della prima stagione e in questa seconda torna in una veste nuova. Stavolta si intreccia a quella che è la comprensione dei propri sentimenti e la consapevolezza che qualunque sentimento si stia provando in un determinato momento è degno di essere provato. Il tutto è accompagnato dalle difficoltà che questo processo comporta, sia provenienti dall’esterno che dall’interno.
Heartstopper 2 è quindi una serie capace di presentare la propria verità sotto un velo di “semplicità”. Non solo i pregiudizi scaturiti dal proprio orientamento sessuale, ma anche temi di altrettanta importanza come disturbi d’ansia, disturbi alimentari e bullismo, trovano il loro giusto spazio all’interno di una narrazione all’apparenza semplice, ma portatrice di un messaggio di uguaglianza e accoglienza.
Infinite sfumature
Tema centrale è ancora una volta la comunità LGBTQIA+, ma se precedentemente era stata presentata e analizzata solo in superfice, ora si scava più a fondo arrivando a raccontare sfumature che raramente trovano il loro spazio sul piccolo e grande schermo con la corretta narrazione che meritano.
Tra questi abbiamo l’asessualità, che fa il suo debutto nella serie nel modo più naturale possibile, ma soprattutto le paure e le perplessità che una persona attraversa per potersi accettare tale. Altro importante tema affrontato è anche quello del coming-out, indagato in tutte le sue sfaccettature: dal timore che avvolge questa azione, arrivando poi alla libertà che si prova dopo averlo affrontato.
Il giudizio degli altri è sempre presente e se ne parla soprattutto nel contesto di Internet e di Instagram, con i cosiddetti leoni da tastiera sempre in agguato.
In breve
Heartstopper 2 è, nel suo complesso una serie che intrattiene e commuove, ben fatta ma soprattutto ben scritta, in grado di non cadere mai nel banale o in costrutti stereotipati che da molti anni avvolgono la narrazione sullo schermo della comunità LGBTQIA+.
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