La ventunesima edizione delle Giornate degli Autori si svolgerà nell’ambito dell’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2024.
Si è tenuta il 19 luglio la conferenza stampa di presentazione della prossima edizione delle Giornate degli Autori 2024, l’evento presenterà 10 film in concorso, 1 film di chiusura fuori concorso, 5 eventi speciali e 3 cortometraggi (due per il progetto Women’s Tales e uno in omaggio alla vincitrice delle Giornate nel 2022), tutti in anteprima mondiale in Sala Perla in accordo con la Mostra.
Il viaggio proposto dal concorso delle Giornate porterà gli spettatori a volare sopra terre e realtà di tutto il mondo, senza trascurare un’Europa mai come quest’anno aperta agli scambi culturali grazie alla forza delle coproduzioni. È proprio a questo sguardo dall’alto, sospeso sul filo sottile dell’utopia e della speranza, che si ispira l’immagine dell’anno firmata da Francesca Gastone.
“Una selezione rigorosa, asciutta e stilisticamente eclettica”, anticipa Gaia Furrer, direttrice artistica delle Giornate degli Autori, “che mette al centro storie di persone, di relazioni, di incontri e di abbandoni. Che racconta di luoghi e di spazi che con la loro maestosità (dalle Alpi svizzere alle steppe mongole, dalle dune di sabbia colombiane alle isole tropicali) talvolta sovrastano gli affari degli umani. (…) Trovo importante sottolineare la presenza record di registe, sedici in tutto su un totale di venticinque titoli (oltre alle registe del progetto Miu Miu Women’s Tales). Soprattutto perché molte di loro hanno realizzato opere difficili in situazioni spesso non favorevoli, dove le barriere di genere sono tuttora molto solide”.
Saranno 9 le Notti Veneziane in Sala Laguna: i lungometraggi tra finzione e documentario dello spazio off realizzato in collaborazione con Isola Edipo; un ricordo di Emidio Greco (cofondatore della sezione) a 50 anni dal suo esordio con L’invenzione di Morel nel 1974 e un altro dedicato alla Napoli di Gaetano Di Vaio ed Enzo Moscato con Dadapolis di Carlo Luglio e Fabio Gargano.
Un nuovo spazio tra parole e immagini, intitolato Confronti, è dedicato a temi e storie che raccontano la memoria e il futuro del nostro mondo. Infine il saluto di tutta Venezia (insieme alla Mostra e alla SIC) a Massimo Troisi, 30 anni dopo la prima mondiale del suo ultimo capolavoro, Il postino. Nel concorso figurano 5 opere prime e 13 sono i lavori firmati da registe nella selezione ufficiale (5 in concorso e 8 negli eventi fuori concorso). Altre 5 registe partecipano alle Notti Veneziane, dove tutti i film sono presentati in prima mondiale e Quasi a casa di Carolina Pavone (film inaugurale) è anche un debutto corale.
Nel programma sono ben 27 le nazionalità rappresentate e per la prima volta figura la Repubblica Dominicana.
I film in concorso
I temi che più di altri attraversano la selezione della prossima edizione delle Giornate degli Autori sono l’attenzione alle vite di chi avanza attraversando il tumulto del mondo, il coraggio di farlo come si vuole senza rinunciare alla tenacia mentre tutto intorno esplode.
Le protagoniste e i protagonisti dei nostri film sono spesso creature in bilico che camminano su un filo, talvolta per raggiungere la parte opposta o per lasciarsi alle spalle qualcosa, o perché dall’alto – fuori dal tempo e dallo spazio – le cose assumono prospettive differenti.
Gaia Furrer
Funambole sono le protagoniste dell’unico titolo italiano in concorso, Taxi Monamour quarto lungometraggio di Ciro De Caro, film libero e rigoroso che racconta la storia di due donne perse (Rosa Palasciano e Yeva Sai), ma comunque ostinate nel voler vivere le proprie scelte in piena autonomia.
Acrobazie reali oltre che metaforiche sono quelle in cui vedremo impegnati i protagonisti di Alpha., terzo lungometraggio dell’olandese Jan-Willem Van Ewijk, singolare thriller psicoanalitico ad alta tensione su un tormentato rapporto padre-figlio e ambientato sulle vette delle Alpi svizzere.
Due adolescenti s’innamorano sotto gli occhi di tutti, mentre una donna si separa dal marito. E fin qui niente di strano se non che siamo in Iran. Boomerang, raffinato esordio di Shahab Fotouhi, che si avvale della collaborazione al montaggio del regista georgiano Alexandre Koberidze, è un’istantanea sociologica sui legami affettivi nella Teheran moderna.
Chi rinuncia improvvisamente a vecchi equilibri e identità è la protagonista di Selon Joy di Camille Lugan, già assistente alla regia per Jacques Audiard. Qui Joy, in un’improvvisa lotta tra bene e male, tra innocenza e crimine, troverà una nuova vita e un nuovo sé. Nel cast anche Asia Argento e Raphaël Thiéry a rappresentare rispettivamente il diavolo e l’acqua santa.
È duplice e senz’altro acrobatica la vita che trascorre Saina, mandriano di giorno e artista a cavallo di notte, in bilico tra mondo rurale e mondo capitalistico in To Kill a Mongolian Horse, esordio spettacolare e pittorico della regista mongola Jiang Xiaoxuan.
Dalle steppe invernali della Mongolia arriviamo all’Amazzonia e precisamente alle paludi di Marajó, l’isola fluviale più grande del pianeta, in Manas. La brasiliana Marianna Brennand segue la storia di una ragazzina di tredici anni che si ribella a una storia traumatica di violenza domestica che si tramanda di generazione in generazione.
Ha tredici anni anche la giovane protagonista di Sugar Island. Attraverso la vicenda della sua gravidanza indesiderata, la domenicana Johanné Gómez Terrero analizza le radici coloniali dell’industria dello zucchero e il ruolo duraturo della spiritualità nei movimenti di liberazione.
Danzano su un filo, tra avvicinamenti e prese di distanza, i bellissimi amanti georgiani di The Antique di Rusudan Glurjidze regista e produttrice di Tbilisi. Affascinante e stratificato, il suo film è ambientato a San Pietroburgo nel 2006, all’epoca della deportazione illegale di migliaia di georgiani condotta dalla Russia.
“E come gli aironi della nostra immagine volano nell’aria, i due film che chiudono il concorso attraversano il tempo” annuncia Gaia Furrer. Super Happy Forever, terzo lungometraggio di Kohei Igarashi, è il racconto di una storia d’amore che non vediamo mai mentre accade. Prima, quando è già tutto finito, e poi, quando niente è ancora iniziato. E caleidoscopico è il tempo in Sanatorium Under The Sign Of The Hour Glass, nuovo e atteso lavoro dei geniali Fratelli Quay, mix singolare di animazione in stop-motion e live-action ispirato all’omonimo racconto dello scrittore polacco Bruno Schulz. Un viaggio alla ricerca del padre appena morto, diventa per il protagonista un percorso metafisico dove il tempo e la realtà sono decomposti.
Fuori concorso ed eventi speciali
Il film fuori concorso della giornata di apertura delle Giornate degli Autori 2024 è Coppia aperta quasi spalancata diretto da Federica Di Giacomo, interpretato e prodotto da Chiara Francini, ispirato all’omonimo testo teatrale di Franca Rame e Dario Fo che Francini ha portato in scena per anni. Documentario libero nella forma e nel contenuto, il film si interroga con ironia e intelligenza su cosa sia la coppia oggi, sulla monogamia e il poliamore e su come e perché si possano o debbano mettere in discussione i modelli di vita imperanti.
Il colombiano Alma del desierto di Monica Taboada Tapia è un documentario on the road che segue il viaggio di Georgina, anziana donna transgender, che deve attraversare a piedi la penisola sabbiosa di Guajira per conquistare quello che vuole da quasi mezzo secolo: un documento che le riconosca il diritto ad essere quello che si è sempre sentita di essere e che le consenta di poter finalmente votare.
La filmmaker francese Marie Losier, conosciuta per i ritratti intimi di artisti underground, riprende l’iconica cantante e perfomer femminista Peaches nel corso di quattordici anni di amicizia (Peaches Goes Bananas). Ne nasce un ritratto anti-biografico ma che cattura l’essenza dell’artista e il rapporto di amicizia e fiducia tra le due donne.
La ricerca dell’Eden, della felicità e la tensione esistenziale e l’etica che ne consegue sono al centro del nuovo lavoro del documentarista serbo Mladen Kovačević, Possibility of Paradise: una visione audace e sottile di ciò che significa vivere in un paradiso terreste che non ci appartiene culturalmente (in questo caso Bali).
In Soudan, souviens-toi la regista franco-tunisina Hind Meddeb ricostruisce invece meticolosamente i frammenti della guerra in corso in Sudan e le voci resilienti dei giovani che lottano contro le forze dell’oppressione in un paese martoriato da povertà e guerra civile.
L’autrice portoghese Cláudia Varejão, vincitrice delle Giornate nel 2022, ci fa un dono inaspettato e per questo ancor più gradito: il cortometraggio Kora. Un manifesto contro le guerre e la discriminazione delle donne che contribuirà a una riflessione condivisa nel buio della sala.
Film di chiusura fuori concorso è l’italiano Basileia di Isabella Torre, storia di uomini a caccia di tesori e di luoghi che li custodiscono con l’aiuto di Ninfe eteree pronte a scatenarsi contro i profanatori. Film anomalo e di atmosfere, musicato da Andrea De Sica e montato da Jonas Carpignano, Basiliea conclude idealmente non solo una rassegna di luoghi e storie, di traiettorie personali e collettive, ma anche di generi e stili cinematografici, di estetiche e scelte narrative.