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Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga (Eurovision Song Contest: The Story of Fire Saga), diretto da David Dobkin è una totale sorpresa.

Mi è capitato di scoprirlo per caso, mentre ero alla ricerca di qualcosa da guardare, ed Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, era lì ad aspettarmi, con tutto quel gusto kitsch e strampalato che lo rende surreale e ironicamente nonsense.

Distribuito da Netflix, ha un cast stellare (tra cui Will FerrellRachel McAdamsPierce BrosnanDan Stevens e Demi Lovato), e il coraggio di non prendersi sul serio e raccontare la favola tragicomica dei Fire Saga, duo musicale islandese destinato ad uno strano successo. Un film sull’Eurovision? Sì e no, ci sono comparsate celebri e medley che non ti aspetti. Ma più di ogni altra cosa c’è la decostruzione comica di un evento mondiale seguitissimo da sempre, ma comunque magicamente caratterizzato da un’aura trash che finisce sulla bocca di tutti.

Dall’Islanda con amore (e gli Abba)

Nel 1974 Lars Erickssong è solo un bambino triste che ha appena perso la sua mamma, e Húsavík, la piccola città in Islanda dove vive con suo padre (Pierce Brosnan), è un posto freddo, uguale da sempre, è casa.

Sono gli Abba, con la loro esibizione di Waterloo all’Eurovision Song Contest di quell’anno a fargli tornare il sorriso: inizia a ballare in un salotto pieno di adulti che fanno ironia su quel giorno in cui anche lui potrebbe trovarsi sul celebre palco. Anche Sigrit, altra bambina presente, viene travolta dall’entusiasmo di Lars. Ovviamente il padre del ragazzo, con un’integrità d’acciaio, è totalmente contrario a ciò che sta succedendo sotto ai suoi occhi.

Il presente che va a sostituire quest’immagine 70’s è un videoclip immaginario dei due, Lars (Will Ferrell) e Sigrit (Rachel McAdams), diventati i Fire Saga. Suonano in uno scantinato ma hanno sogni immensi di popolarità e magnificenza in un mare di sfarzo argentato e successo mondano. Cantano in inglese ma i testi sono legati alla loro terra, i riferimenti estetici e musicali sono un mix di anni ’80 con una buona dose di dance anni ’90. L’effetto è esilarante, e cheap, nella sua più “tenera” manifestazione, e chissà com’è in pochi istanti ci si innamora di questo duo.

Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga (2020) – Netflix

L’approdo all’Eurovision

Lars è bloccato in un loop che lo fissa in un’età incerta di bambinone indeciso, mentre Sigrit vorrebbe qualcosa di più dalla loro relazione, che mette prima della musica. Partecipare all’Eurovision è ciò che attendono da sempre, in modo da dare una svolta alle loro vite. E per una serie di sfortunati (per gli altri)/ fortunati (per loro) casi vengono finalmente ammessi alla gara. Non vi dirò come per non spoilerare una serie di esilaranti incidenti connessi a magici aiuti da parte degli elfi (già, avete letto bene), ma sarà proprio l’esperienza di essere messi alla prova nel gigantesco ingranaggio dell’evento a fargli capire chi sono, e cosa conta davvero per loro.

Ad Edimburgo, dove viene ospitata l’edizione, i Fire Saga entrano in contatto con il mondo folle dell’Eurovision, e con gli altri cantanti in gara, tra cui spicca, nel ruolo del concorrente russo Alexander Lemtov, un eccezionale Dan Stevens (Downton Abbey, Legion). Il film racconta una favola ma lo fa servendosi di una macchina spettacolare ormai alla 65esima edizione. E si serve delle voci protagoniste, tra cui LoreenAlexander RybakJamalaConchita Wurst e Netta Barzilai.

Le esibizioni, gli abiti, l’agitazione prima di salire sul palco: per quanto la messa in scena riveli volutamente una critica in chiave comica all’impalcatura di musica e spettacolo, l’effetto trascina lo spettatore. E in fondo è proprio questo il senso della gara. I Fire Saga si esibiranno davanti al pubblico, per la prima volta con squilibri e incomprensioni nella loro relazione. E contribuirà a farli crescere.

Tornare alle origini

E forse non tutto andrà come sperato, ma la morale è che non si può essere qualcuno differente da se stesso, e la felicità è raggiungibile solo quando il compromesso è frutto di amore e accettazione. Vivere la propria vita in funzione di qualcosa di irraggiungibile si riduce ad uno spreco di tempo, che acceca nei confronti di ciò che già si ha intorno.

Da un film con un Pierce Brosnan dall’accento nordico, l’eco di un Elf ormai adulto, e lo spettacolo dell’Eurovision, non potevo proprio aspettarmelo.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.