Emma Stone in una scena di Easy A
Emma Stone in una scena di Easy A

Non è solo un’impressione, ultimamente è impossibile non parlare di Emma Stone, soprattutto dopo la sua eccezionale interpretazione nel film Povere Creature! (Poor Things!) di Yorgos Lanthimos, che le è valsa il secondo Oscar e l’ha portata a Cannes con Kinds of Kindness.

In Povere creature! è Bella Baxter, una sorta di bizzarro mostro di Frankenstein creato dalla follia del chirurgo Godwin “God” Baxter. L’uomo ha preso il corpo di una donna morta suicida nel Tamigi e le ha impiantato nel cranio il cervello del feto che portava in grembo, creando questa straordinaria fusione fra un corpo adulto mosso dalla mente di una bambina appena nata. Centrale, così, nel corso del film è la meraviglia della scoperta. Il risultato è una donna che non solo è in grado di guardare il mondo con uno stupore e una curiosità ormai dimenticati, ma che è anche completamente libera da convenzioni e costrizioni. Bella Baxter fa ciò che vuole, quando vuole.

Emma Stone e i suoi personaggi femminili liberi

Per Emma Stone, Bella Baxter non è un’eccezione, è il nuovo volto che l’attrice ha scelto di costruire nel tempo, il volto di un ideale femminile sano e potente, il più possibile lontano dagli stereotipi di fragilità e delicatezza a lungo propinati da cinema e letteratura.

Il suo debutto da protagonista è con Easy Girl (2010), nel quale interpreta Olive, una studentessa di scuola superiore. La ragazza, per non dire all’amica che non ha voglia di passare il fine settimana in campeggio con lei e i suoi genitori, si inventa che ha un appuntamento con un ragazzo del college. Peccato che si faccia trasportare dalla sua stessa bugia, finendo con il raccontare che ha perso la verginità. Le conseguenze saranno inaspettatamente catastrofiche: Olive viene accusata di essere una “facile”, viene presa in giro e diventa oggetto di critiche e pettegolezzi. Ma lei, anziché soccombere, cavalca l’onda. Vogliono una sgualdrina di cui parlare? Ebbene, l’avranno. E così Olive compra lingerie sexy, che adatta a vestiti provocanti, sui quali cuce una A scarlatta, in riferimento al classico di Hawthorne. 

Con questa commedia, per quanto semplice, viene criticata l’ipocrisia di una società che rinnega la sessualità, soprattutto femminile. Di fatto, è la negazione di una realtà che nessuno vuole guardare in faccia. Per qualche motivo, i desideri del corpo sono giudicate una vergogna. Soprattutto se riguardano la donna, che la società vuole su un piedistallo, relegata a una funzione puramente decorativa. E non è un caso che la scelta dell’attrice principale sia ricaduta su Emma Stone.

Emma Stone la forza nel cinema al femminile

Si pensi a La La Land o a La favorita, Emma Stone con il suo corpo libero, il suo sguardo deciso e la recitazione essenziale, porta sullo schermo una sensualità selvaggia e primigenia, priva di ogni malizia. Le sue movenze non hanno nulla di artefatto, il suo essere provocante non è studiato. Non è una femme fatale, né una “gatta morta”, per usare un’espressione denigrante in voga qualche anno fa. I suoi personaggi sono sempre figure femminili forti, ma non sono guerriere alla Xena o avventuriere alla Lara Croft. Sono personaggi inseriti nella quotidianità, che non perdono mai l’aggancio con la realtà. Persino Bella Baxter è inserita in un contesto sociale “reale”.

Giusto per avere un altro esempio, basti pensare a Sam di Birdman (2014): una ragazza schiacciata dalla personalità ingombrante del padre, così stufa dei suoi capricci da sfogarsi in un monologo memorabile in cui prende a schiaffi il suo ego. A dimostrazione che per essere forte non servono spade e fucili, ma solo consapevolezza di sé e il coraggio di parlare ad alta voce. 

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