Ha avuto luogo lo scorso 18 novembre a Pescara, presso il Teatro Massimo, la presentazione della docuserie Sky Original E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano – La serie. La serie racconta con video inediti e testimonianze dirette di sopravvissuti, parenti delle vittime e soccorritori, la tragedia che coinvolse gli ospiti dell’Hotel Rigopiano nel gennaio del 2017, e arriva dopo l’enorme successo del podcast omonimo.
Quello che era iniziato come un progetto audio assume ora una forma video: le prime due puntate andranno in onda mercoledì 20 novembre, le due successive giovedì 21 novembre e l’episodio finale venerdì 22 novembre, in esclusiva su Sky TG24, Sky Documentaries e Sky Crime, in streaming su NOW e sempre disponibili on demand.
Prodotta da Sky Italia e Sky TG24, in collaborazione con Chora Media, E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano è ideata da Paolo Negro, che ne cura anche la regia, Pablo Trincia e Debora Campanella.
Una storia di famiglie spezzate
Una storia di famiglie spezzate, così l’autore Pablo Trincia descrive la storia che ha scelto di raccontare con E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano; l’obiettivo era quello di realizzarla da un punto di vista umano, e quindi secondo lo sguardo e l’esperienza di chi l’ha vissuto da molto vicino. Ma non solo, la serie è anche la storia di un sogno.
I legami spezzati, come l’importanza delle voci dei protagonisti, sono al centro di una narrazione, che dopo aver ricevuto numerosi feedback di grande partecipazione emotiva da parte del pubblico, approda al formato video, dove finalmente sarà possibile vedere quello che finora era stato raccontato solo a voce. Sulla base del materiale d’archivio, cambia totalmente la narrazione rispetto al podcast, e i momenti più pregnanti delle interviste, come i silenzi, gli sguardi, diventano la chiave della struttura.
Le coppie e le famiglie coinvolte hanno la priorità sull’inchiesta, le vicende riguardano prima di tutto loro; per questo E poi il silenzio non è una docuserie su un caso di cronaca come altre firmate da Trincia (ad esempio Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps), non si parla di omicidio ma di vulnerabilità e terrore, quello provato da chi si trovava lì in quei momenti tragici.
Per noi è importante che il pubblico senta fisicamente, con il corpo, ciò che è successo: l’idea di freddo, di angoscia, è importante per capire in profondità, dice Trincia, soffermandosi su quanto sia prioritario evitare di rendere un prodotto del genere morboso, dando invece precedenza al racconto dello stato d’animo delle persone, solo così è possibile trasmettere quelle sensazioni.
Perché Rigopiano?
A differenza di altre storie, scelte sulla base di spunti e ricerche, Rigopiano è arrivata direttamente dal pubblico. Tantissime persone mi hanno scritto in privato, ho percepito questa grande esigenza di conoscerne di più, volevano il racconto di questa storia, racconta Trincia, esternando anche il senso di complessità nell’affrontare così tante storie, con molte famiglie coinvolte, formate da individui ognuno con una voce diversa; ascoltare quelle esperienze viene descritto dall’autore come un bombardamento emotivo continuo, ma anche come passaggio necessario per portarla al pubblico. Lasciarsi attraversare da quel dolore è quindi l’unico modo per rappresentarlo.
Sulla forma il regista Paolo Negro aggiunge: La nostra ambizione era quella di creare una docuserie che fosse coinvolgente ed emozionante ma allo stesso tempo sobria e rispettosa. Tener fede a queste intenzioni ha richiesto approfondite riflessioni sul linguaggio filmico. Per questo i materiali video che arrivano dai cellulari dei superstiti e delle vittime sono immagini che vengono proiettate su ciò che rimane di Rigopiano, e loro, come fantasmi, sono lì a chiedere giustizia. Perché E poi il silenzio è anche la testimonianza di come a volte le istituzioni e gli enti che dovrebbero occuparsi della sicurezza di tutti noi lavorino male e in modo approssimativo, aggiunge Trincia.
E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano cerca di comunicare lo stato di emergenza, con la speranza che questo 18 gennaio 2017 segni una sorta di anno zero, da cui ricominciare per quanto riguarda la sicurezza e la prontezza di azione in situazioni drammatiche come questa.
Dal 20 novembre su Sky TG24, Sky Documentaries e Sky Crime, in streaming su NOW e sempre disponibili on demand.