Arrivato solo a maggio 2021 in sala ma con già una vita consistente alle spalle: Due (Deux), film d’esordio dell’italiano Filippo Meneghetti, venne presentato al Festival di Toronto nell’edizione 2019, per poi arrivare anche nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma dello stesso anno. Proprio durante questo evento sono riuscita a vederlo in sala, e ci torno ancora per provare le stesse emozioni.
Due: semplicemente, filmare l’amore
“Il film racconta la storia di una sfida e di una passione insieme dolce e caparbia” afferma Meneghetti:
Ma questa sfida è anche un modo di esplorare alcuni temi che mi affascinano: quanto influisce sulle nostre azioni lo sguardo degli altri? Quale conflitto interiore si accende nel confronto con questo tipo di censura? Gli ostacoli che incontrano sul loro cammino spingono spesso Nina e Madeleine a comportamenti estremi, ma non dobbiamo dispiacerci per loro: sono eroine che combattono per il loro amore.
Iniziare a fare cinema con un film come Due non è da tutti, perché rivela, nelle inquadrature e nella scrittura, un esercizio maturo di poesia ed immagini fatto apposta per liberarsi del superfluo. Così Filippo Meneghetti, originario di Padova e qui al suo primo lungometraggio, arriva alla purezza del nocciolo narrativo: l’amore tra due persone.
Le sue protagoniste sono Nina (Valeria Perilli) e Madeleine (Tiziana Avarista), due vicine di casa, due donne mature, due amanti all’insaputa di tutti, compresi i parenti di Madeleine. Come si racconta un amore del genere? In realtà come qualsiasi altro, perso quindi tra semplicità e disperazione, musica su cui ballare in salotto e incomprensioni.
Il film di Meneghetti rende allo sguardo dello spettatore la tessitura complessa dell’amore vero, che non ha bisogno di eccessi testuali o sovraccarichi estetici. E la dolcezza del contatto tra le donne, sebbene dimostrino attitudini opposte nei confronti della loro libertà agli occhi degli altri, è un messaggio epidermico con luci soffuse. La perseveranza innata che anima ogni innamorato è il motore delle loro vite, ancora da scoprire.