Devilman Crybaby, Netflix
Devilman Crybaby, Netflix

Devilman Crybaby è l’adattamento del manga di Gō Nagai, Devilman: i dieci episodi sono disponibili su Netflix.

Ormai è noto che il mondo degli anime e dei manga giapponesi sia un fenomeno in costante evoluzione e crescita, sia a livello editoriale che televisivo. Lo hanno capito tutti, anche Netflix e a seguire Amazon Prime Video.

Netflix negli ultimi tempi, di fatto, ha dato notevole spazio all’animazione giapponese, facendo rientrare nel suo catalogo sempre più anime di ogni genere. Un altro esempio, oltre a Devilman Crybaby (disponibile in streaming da gennaio 2018), è Castlevania, serie che ha esordito nel 2017.

Perché gli anime e i manga esercitano tanta attrattiva? Forse perché sono capaci di attirare un pubblico molto vasto, raccontando storie che toccano la vita quotidiana e le questioni fondamentali dell’umanità: il contrasto tra il bene e il male, l’adolescenza, la storia dell’uomo (con le sue luci e le sue ombre), le grandi paure e i sogni più profondi.

Gō Nagai e Devilman: un uomo che ha segnato la storia del fumetto

Prima di parlare dell’anime del 2018 è necessario dare qualche coordinata sull’opera di Devilman come manga. L’ideatore e autore dell’opera è il mangaka Gō Nagai, che ha letteralmente influenzato la storia del fumetto moderno.

Nagai ha introdotto importanti novità nel mondo dei fumetti, come per esempio l’inserimento dei mecha (grandi robot pilotati da un uomo che risiede al loro interno) attraverso l’anime di Mazinga Z, nel lontano 1972. Gli anni ’70 e ’80 sono stati di fatto fondamentali per la diffusione del fumetto giapponese e Nagai fu uno degli autori che aiutò a diffondere i manga e gli anime in Italia. Per esempio UFO Robot Goldrake, andato in onda nel 1977, fu un anime che ebbe enorme successo: basti pensare che le sigle rientrarono tra i singoli più venduti. Rappresentò quindi un forte elemento di novità per il nostro territorio.

Devilman costituisce l’opera più conosciuta di Nagai. Venne pubblicato sulla rivista Weekly Shōnen Magazine di Kōdansha dall’11 giugno 1972 al 24 giugno 1973 e poi raccolto in cinque volumi.

Subito dopo arrivò subito una serie televisiva (un anime) della Toei Doga (oggi Toei Animation), trasmessa per la prima volta in Giappone tra il luglio 1972 e aprile 1973. Ad oggi Devilman è una delle opere più popolari in Giappone e, in generale, è ormai considerata un pilastro del fumetto giapponese. L’ultimo adattamento è stato proprio Devilman Crybaby del 2018.

Devilman Crybaby: un viaggio oscuro attraverso l’arte di Masaaki Yuasa

Devilman Crybaby è un original net anime (ossia un anime trasmesso solo in streaming e non in televisione). La serie è diretta da Masaaki Yuasa, animata dallo studio di animazione Science Saru e prodotta da Aniplex, con le musiche di Kensuke Ushio.

Masaaki Yuasa divenne famoso con il debutto del film d’animazione Mind Game (2004), il suo disegno ha uno stampo piuttosto autoriale, libero e “psichedelico”. I volti dei personaggi di Yuasa, a volte, sembrano “liquefarsi” sullo schermo, rendendo le figure molto snelle e fluide nei movimenti, costantemente vittime delle loro emozioni (e frustrazioni).

Devilman Crybaby, Netflix

Trattando brevemente la trama di Devilman Crybaby: Akira Fudo è un ragazzo timido e gentile, viene informato dal suo migliore amico, Ryo Asuka, che il mondo sta per essere invaso da un’antica razza di demoni. Sembra che l’unico modo per sconfiggerli sia assumere i loro poteri, così Ryo cerca di far unire Akira ad un demone, Amon. Akira diventerà così Devilman, mantenendo la sua umanità, anche se in alcuni momenti l’oscurità prenderà il sopravvento.

Chiaramente l’opera è fortemente legata al cristianesimo e al concetto di demoni e angeli. Una delle ispirazioni principali dell’autore, infatti, fu la Divina Commedia e le illustrazioni di Gustave Doré.

La trama non differisce molto da quella del manga, ma è chiaro che il fumetto approfondisca maggiormente i personaggi e la storia, per necessità di narrazione negli anime ne riducono alcuni aspetti.

Seppure la storia sia la stessa, questa trasposizione è più moderna e rielabora diversi elementi: è molto più presente la tecnologia e la dimensione social, inoltre il progetto di Yuasa cambia totalmente l’estetica dei personaggi, a cui cerca di dare maggiore originalità. La regia, la fotografia e il character design di Yuasa sono adattati alla sua folle visione, dove la sessualità, la violenza e i colori acidi predominano, seguendo fedelmente l’onda di distruzione e pessimismo che fanno da sfondo al manga originale..

Gli intenti di Yuasa sono andati a buon fine? Questa potrebbe essere una domanda soggettiva, a seconda della visione e della conoscenza che si ha dell’anime e delle sue precedenti trasposizioni. Certo è che vale la pena vederlo, soprattutto se non sapete proprio nulla del finale della storia, vi regalerà forti emozioni.

Devilman Crybaby, Netflix

La colonna sonora

Una menzione d’onore a un elemento che rende ancor più psichedelico e affascinante questo anime: la colonna sonora. Una volta che entra in testa non ne uscirà più.

Le musiche rispecchiano perfettamente le atmosfere, i temi e lo stile dell’anime. Per me una delle migliori colonne sonore (di anime) mai ascoltata fino ad oggifinora. Di fatto Keisuke Ushio (il compositore) si occupa anche della serie Chainsaw Man di MAPPA.

In breve

Non conoscete nulla del mondo degli anime e dei manga ma possedete un abbonamento a Netflix? Devilman Crybaby è decisamente un buon punto di partenza. Se ne apprezzerete la storia e i temi, vi si aprirà un mondo che ha davvero tanto da offrire. Un mondo sempre più presente sulle piattaforme streaming e sempre più amato dai giovani e dagli adulti.

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Giulia Arcoraci
Nata a Milano il 05/05/1997, laureata in Scienze dei beni culturali e ora studentessa della magistrale in scienze storiche all’Università di Pavia. Il museo è la mia seconda casa, mastico cultura da quando sono bambina. In particolare sono appassionata di arte (principalmente arti extraeuropee), storia, videogiochi e anche un po’ di cinema. Cerco di vivere al meglio la vita culturale di Milano, senza perdermi mostre d’arte o altri eventi. Credo nell’importanza della storia come memoria, un continuo monito a non ripetere gli errori del passato, oggi spesso sottovalutata, mi occuperò di mantenerla viva attraverso la scrittura. Dai miei lavori potrete aspettarvi professionalità, qualche strambo aneddoto storico e, perché no, tante mostre d’arte!