Cose spiegate bene è un progetto del Post edito da Iperborea. Trovare le parole giuste per comprendere l’attualità, conoscere il mondo che ci circonda e saperlo comunicare: questo è il progetto cartaceo arrivato al suo secondo numero.
Cose spiegate bene è la rivista di carta del Post, il giornale online nato nel 2010 e che ha cambiato un pezzo dell’informazione italiana. Ogni numero è dedicato a un argomento, per raccontare come funziona, di cosa si parla, quali sono le Cose da sapere e che spesso vengono date per scontate. Perché le Cose cambiano se le si conoscono bene, e le vite migliorano se si capiscono le Cose.
Il secondo numero di Cose spiegate bene è Questioni di un certo genere (il primo si intitolava A proposito di libri), a cura di Arianna Cavallo, Ludovica Lugli, Massimo Prearo. Si concentra, giocando con le parole, su questioni di un certo genere, ovvero le identità sessuali, i diritti e le parole da usare. Vi dico subito che oltre ad una guida per saperne di più e conoscere una terminologia corretta, costituisce un’agile e diretta testimonianza di come alcune cose stiano cambiando, ma di quanto al tempo stesso sia affascinante conoscerne le sfumature e i confini.
Questioni di un certo genere: chi ne scrive
Il sommario di Questioni di un certo genere, che apre con l’editoriale di Luca Sofri, prevede una ricerca ricca di tematiche che vanno insieme a confluire in un’ondata di cambiamenti ed evoluzioni descritti con un linguaggio alla portata di chiunque voglia accostarsi a questa lettura. Troviamo un utile glossario per comprendere la terminologia adatta, ma anche un approfondimento sulle origini dello schwa, o l’articolo di Vera Gheno, sociolinguista esperta di comunicazione digitale, a proposito delle questioni linguistiche connesse al genere.
L’importanza delle parole passa anche per quello che viene definito “il nome morto”, di cui la fumettista Fumettibrutti fornisce la sua personale e commovente visione.
Anche le testimonianze dirette hanno un rilievo particolare: quattro persone trans raccontano la propria esperienza, “al di là e al di qua delle norme italiane”. Infatti il diritto e le normative in fatto di transizione rientrano nell’ampio discorso che il libro riesce a raccogliere in poco più di 200 pagine. L’applicazione dei concetti relativi all’identità di genere si apre al mondo dello sport (nel 2021 per la prima volta una donna trans ha partecipato alle Olimpiadi), a quello della religione, e portano chi legge al centro infuocato di un dibattito che spesso non viene compreso appieno. Le illustrazioni di Sarah Mazzetti inoltre, in copertina e in ogni articolo, rappresentano graficamente una fluidità concettuale con un tratto elegante che ben si sposa con i discorsi affrontati.
Persone e personaggi trans nel cinema e in tv – Quando si parla di storia della rappresentazione
Ad attirare la mia attenzione è un capitoletto dedicato alla rappresentazione di persone e personaggi trans nel cinema e in tv. Tale tematica è legata al lavoro che svolgo ed è uno spunto fondamentale per la comprensione di ciò che più rispecchia e veicola lo sguardo della società: il mondo dell’audiovisivo.
Grazie a recenti opere e studi relativi al passato della rappresentazione di persone trans lo sguardo sta finalmente “maturando” e le cose stanno cambiando, nel cinema come in televisione. La riflessione si apre con il ritardo in sala dovuto al doppiaggio di Laverne Cox nel film Promising Young Woman: inizialmente come voce italiana per l’attrice trans era stata scelta quella di un uomo, nonostante nel film non si accenni mai all’identità di genere del suo personaggio. Non è che la punta dell’iceberg di un discorso che va molto più in profondità e prende vita da una concezione fondamentalmente errata insita nello sguardo superficiale che ha imperato negli ultimi anni.
È proprio un documentario, Disclosure, a ripercorrere l’immagine distorta e deleteria dei personaggi trans nell’audiovisivo. Da ruoli marginali e ripetitivi (prostitute, serial killer, malati terminali o personalità instabili) ad una sorta di attesa rivoluzione, il film di Sam Feder viene menzionato in Questioni di un certo genere e mostra un lato del dibattito, e molte delle problematiche derivanti, perlopiù messo in secondo piano.
Recentemente il paradigma rappresentativo si è modificato e alcune serie tv e film hanno permesso che la percezione potesse cambiare. Sto parlando di Pose, dedicata al mondo LGBTQ+ e alla ballroom culture, o del nuovo capitolo della saga di Matrix, che rende manifesta l’intenzione originale del film come “un’allegoria dell’esperienza trans”. Il libro approfondisce la questione di come le uscite in streaming e in sala partecipino ai cambiamenti della nostra società, ed è forse ciò che ritengo più significativo per crescere ed imparare.
Perché leggere Cose spiegate bene – Questioni di un certo genere
Consiglio di leggere Questioni di un certo genere perché dalle prime pagine mi ha convinto grazie ad una brillante semplificazione delle tematiche e un’intelligente inclusione di tutti gli aspetti propri del discorso sull’identità di genere.
Trovate tutte le informazioni sul volume e sul progetto qui, ringrazio Iperborea per avermi permesso di leggerlo.
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