Codice Carla è il film documentario scritto e diretto da Daniele Luchetti e prodotto da Anele e Luce Cinecittà con Rai Cinema, in sala il 13, 14 e 15 novembre per omaggiare la grande ballerina Carla Fracci.
Codice Carla è un lavoro appassionato, da cui emerge tutta la stima nei confronti di una donna meravigliosa, affascinante e contemporanea. Il regista mette a disposizione materiale prezioso che consente allo spettatore di addentrarsi nella realtà dell’artista e delle persone a lei più vicine, rivelandone gli aspetti più ammalianti e avanguardisti.
Il film è ricco di testimonianze provenienti dal mondo della danza ma non solo, spiccano le parole e i pensieri dei performer di fama internazionale, che riferendosi alla protagonista, ne rivelano le grandi abilità mostrate attraverso il corpo, la fatica, la grazia dello spirito, e in cui l’étoile appare come una figura intramontabile, nonché bacino di passione in tutte le sue sfumature e contraddizioni.
Carla, simbolo di eleganza eterea ed eterna: l’antidiva di Luchetti
Carla Fracci viene raccontata come creatura instancabile, amante del rigore ma anche dell’ironia, una donna che ha tramutato l’arte della danza classica in una forza di erotismo sensuale tale da potersi tradurre senza alcuna difficoltà in qualsiasi contesto e palcoscenico, aldilà della musica, dei generi, dello stile e del ritmo.
Una sorta di antidiva sulle punte, in totale assenza di rumore, capace di arrivare ovunque e a chiunque, volteggiando con grande maestria, spingendosi oltre il tempo e lo spazio. Luchetti racconta la sua spettacolarità attingendo dai ricordi di persone che hanno avuto l’onore di incrociare il suo cammino personale e artistico, tra questi: Francesco e Beppe Menegatti, figlio e marito di Carla Fracci, Roberto Bolle, Jeremy Irons, Marina Abramović, Carolyn Carlson, Eleonora Abbagnato, Enrico Rava e molti altri. Inoltre la supervisione musicale è di Thom Yorke e le musiche di Atoms For Peace.
Tantissimi i retroscena della sua vita, dall’infanzia all’arrivo alla Scala. Codice Carla si rivela uno scrigno rivelatore di intimità, non si propone come un’apologia sull’artista, ma come la scoperta di una persona brillante, dei suoi affetti, e dei suoi lati più intimi e riservati.
Carla Fracci ha saputo essere dirompete senza il frastuono, si è affermata negli anni con delicatezza, con determinazione, abbattendo i contrasti, i divari, le differenze, e trasformando la danza in un armonico equilibrio di passi, piroette e umanità.
In breve
Il documentario si muove sulla sinfonia artistica di una donna straordinaria, un’icona senza tempo che ha vissuto la sua passione nella più alta forma del rigore e della disciplina.
Un’anima leggiadra che il regista ha voluto cogliere e raccontare, ma da lontano, a volte forse troppo. Durante il documentario in alcuni momenti si ha l’impressione che la protagonista rimanga in disparte, passando perfino in secondo piano, forse per inconscia paura di Luchetti di confrontarsi con una forza così potente come quella di questa immensa étoile.
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