“Aspettatevi tutto e il contrario di tutto”, afferma Matilda De Angelis durante la conferenza stampa di Citadel: Diana, serie originale Amazon di cui è protagonista. Dal 10 ottobre i sei episodi di questa spy story tutta italiana, ma prodotta dai fratelli Anthony e Joe Russo, saranno disponibili in tutto il mondo.
Ecco alcune anticipazioni da parte del cast, del regista Arnaldo Catinari, dello sceneggiatore Alessandro Fabbri e della showrunner Gina Gardini, presenti all’anteprima romana del 3 ottobre.
Citadel: Diana, un modello per le bambine di domani
La storia di spionaggio accompagna il cinema da sempre e ossessiona registi e sceneggiatori con il suo immaginario. Nel caso di Citadel: Diana ha anche una marcia in più: “Per un discorso forse di rappresentazione, che negli anni passati un po’ è mancata, era più difficile che una bambina si appassionasse al genere, perché in fondo le donne non erano rappresentate”, afferma Matilda De Angelis.
“Da bambini invece si ha il bisogno di vedere qualcosa che ti somigli. O che in qualche modo ti appartenga, per poi entrare veramente all’interno di quel mondo ed emozionarti. E aggiunge: “Sono contenta di aver fatto una spia da grande e di poter essere per le bambine di domani, magari, un motivo per appassionarsi al genere”.
L’attrice ha inoltre confermato di aver realizzato gran parte dei suoi stessi stunt: “Mi sono allenata quattro mesi alla EA Stunt di Emiliano Novelli, un luogo magico di persone assurde. Ho anche un passato da ginnasta, 12 anni di ginnastica artistica, e mi piaceva l’idea di poter portare qualcosa del mio bagaglio personale all’interno di questo personaggio, per cui sono arrivata all’allenamento pronta psicologicamente molto entusiasta. Non mi aspettavo che sarebbe stato così duro, dal parkour alle arti marziali fino ai training con il maestro d’armi, ma volevo essere il più credibile possibile”.
Citadel Diana, infatti, “è una serie incredibilmente analogica”, prosegue. “Tutte le azioni che vedete sono state fatte realmente, con pochissimi Vfx o effetti speciali. Anche per questo per me era importante essere in grado di fare il 90% delle mie azioni stunt”.
L’influenza del cinema orientale
Come si gira una serie del genere con pochi effetti speciali? “Cercando di non imitare fare quello che hanno già fatto i fratelli Russo, prima di tutto”, afferma il regista Arnaldo Catinari. La sua idea di regia è stata una “versione italiana, pensata sui personaggi e con delle coreografie molto precise, in grado di aiutare il personaggio a entrare nella storia”.
È l’attore che diventa quindi la chiave della scena action, non è il contrario. “Si tratta di scene action emotive e tridimensionali, che ho pensato rifacendomi ai grandi maestri del cinema di Hong Kong, anche se non così epiche. Sono però scene ugualmente attaccate ai personaggi”.
La scelta di Milano
Citadel: Diana è ambientata in un futuro prossimo, nella Milano del 2030. Il suo è un “retrofuturismo distopico” aggiunge il regista, ossia una versione drammatica del futuro così come era immaginato nel passato. Ipertecnologico, prima di tutto. Milano in questo contesto è la città perfetta, che entra in dialogo con la storia. Non a caso “la serie è ricca di campi lunghi, per evidenziare le architetture razionaliste e il rapporto tra spazio e personaggi”, sottolinea Catinari.
Milano è inoltre una città ancora poco sfruttata dal cinema, aggiunge la showrunner Gina Gardini, per cui “è libera dai principali stereotipi della rappresentazione”. E in effetti l’uso dello spazio e l’architettura assumono un ruolo fondamentale nella serie.
Citadel: Diana, di cosa parla la serie Amazon
Senza fare spoiler, il cast di Citadel: Diana presente a Roma, ha dato anche qualche coordinata in più per capire cosa aspettarsi da questa serie. Innanzitutto l’identità dell’antagonista principale, interpretato da Maurizio Lombardi. Il suo Ettore è un personaggio essenziale, insieme a Lorenzo Cervasio che interpreta il figlio Edoardo. L’ambiguità dei due uomini e il loro rapporto conflittuale “è la chiave di volta per capire il senso delle contraddizioni di Ettore”, afferma Lombardi, e in fondo anche di Edoardo che “non è un personaggio tagliato con l’accetta, è aperto a diverse interpretazioni”, aggiunge Cervasio.
Un ruolo che invece vive solo nel passato di Diana – ma che è ugualmente centrale, anche se parlandone si rischia di rivelare troppo – è quello di Filippo Nigro che introduce un’altra caratteristica essenziale della serie: la presenza di numerosi flashback che ricostruiscono le motivazioni della protagonista gradualmente, “mantenendone fino alla fine il mistero”, che poi è lo scopo della scrittura di Alessandro Fabbri.
La recensione di Citadel: Diana è in arrivo, così come tutti gli episodi su Prime Video, da giovedì 10 ottobre. Continuate a seguire FRAMED. Siamo anche su Facebook, Instagram e Telegram.