Cinema barch-in
Cinema barch-in

Venezia, l’acqua, le barche e il cinema. No, non parliamo della Mostra, non ancora, ma di Cinema barch-in, evento di Nicola Scopelliti, Caterina Groli e Silvia Rasia. Nella suggestiva cornice dei Bacini dell’Arsenale di Venezia si è da poco conclusa infatti la quinta edizione della rassegna che per la prima volta quest’anno ha anche ospitato un concorso di cortometraggi – Short Film Contest on Water – presentato dall’associazione culturale Fems du cinéma e realizzato in collaborazione con Quarta Parete (UdU – Unione degli Universitari Venezia).

Nella ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Marco Polo il tema di quest’anno è stato “Viaggi e sostenibilità”, mentre i cinque cortometraggi selezionati in concorso sono stati Forcola di Maria Giovanna Sodero; Salsedine di Riccardo Stopponi; Dal pelo dell’acqua in giù di Mechor; The Land of the Holes di Giulia Fasina e Pietro Torrisi; Delta Blu di Giulia Ballarin, Lara Orlandi, Elisa Zamero, Carola Fontana, Francesca Mazzaferro.

La giuria composta da Eva Carducci (giornalista), Lia Furxhi (direttrice del Festival CinemAmbiente) Marco Spoletini (montatore) ha deciso all’unanimità di assegnare il primo premio a Salsedine di Riccardo Stopponi: “Per la qualità della regia che costruisce il ritratto del protagonista in maniera coinvolgente e che, pur nella brevità del cortometraggio, grazie al sapiente utilizzo di immagini di repertorio, riesce a raccontare un luogo, i suoi abitanti e le sue tradizioni, rendendo gli spettatori partecipi di un mondo che non dovrebbe essere destinato a scomparire”.

Una menzione speciale CinemAmbiente è stata invece assegnata a Delta blu di Giulia Ballarin, Lara Orlandi, Elisa Zamero, Carola Fontana e Francesca Mazzaferro: “Per aver saputo raccontare l’amore dei loro protagonisti per il territorio in cui vivono, territorio sempre più a rischio a causa dell’impatto delle attività umane”.

Per saperne di più, abbiamo parlato con Nicola Scopelliti.

Qual è stata la vostra visione?

Cinema Barch-in è un drive-in con le barche. Il progetto nasce nell’aprile del 2020 durante il lockdown quando, di fronte alla paralisi dell’industria culturale, ci domandavamo come e se sarebbero riprese le attività che fino a qualche settimana prima consideravamo scontate, come andare al cinema. In vista delle progressive riaperture, alcuni comuni italiani hanno attrezzato delle aree a cinema drive-in. Così abbiamo pensato alla nostra Venezia, che fin dalla prima edizione della Mostra del Cinema nel 1932, è stata ed è un punto di riferimento per il cinema a livello internazionale. E non poteva non rispondere a questo appello. Solamente che a Venezia non ci sono le auto, ma le barche. Perché allora non organizzare un cinema barch-in? Partiamo dal mezzo tradizionale veneziano, il barchino, per realizzare un cinema all’aperto sulle acque dell’Arsenale, uno dei cuori pulsanti e storicamente centrali della città.

Che rapporto ha quindi Cinema Barch-in con il territorio di Venezia?

Il primo anno eravamo “quattro teste” dietro l’idea del Barch-in (Nicola Scopelliti, Caterina Groli, Silvia Rasia e Luisa Valetti), con l’associazione FEMS du Cinema. Oggi siamo una trentina di volontari che lavorano tutto l’anno per organizzare e realizzare l’evento. Alcuni professionisti, altri studenti, seguiamo tutti con grande passione il progetto, ognuno portando le proprie conoscenze, con lo spirito di fare qualcosa per Venezia e i suoi cittadini, anche a costo di prendere del tempo dalle nostre vite private. Dal punto di vista economico, per far funzionare un progetto di questo genere c’è bisogno dell’input di sponsor e partner, della fiducia delle istituzioni e del sostegno di cittadini e realtà locali che credono in noi e ci supportano con fondi o con servizi. Un esempio è Cocai Express, una giovane start-up veneziana di delivery, che gestisce le comande e le consegne del food&beverage e che ha programmato e messo a disposizione il sistema ufficiale per le prenotazioni. Noi puntiamo ogni anno a migliorarci, ma senza mai trasformare un evento dall’animo popolare in un’occasione per pochi o a pagamento. È occasione di fare rete, è resilienza, conoscenza della laguna, della nautica e così via.

Qual è importanza dello spazio scelto per la visione, la barca?

Dalla barca si ha la possibilità di vedere il film su due maxi schermi: uno a terra (quello vero), l’altro riflesso sull’acqua che è il valore aggiunto del Barch-in. Vedere un film ambientato in mare da una barca è molto di più che vedere un film in un cinema 3D o in un simulatore di home theatre: è tutto vero e incorniciato dall’Arsenale di Venezia, gratuito e sostenibile! Il primo anno abbiamo proiettato Lo squalo e volevamo comprare delle pinne di squalo telecomandate da far girare per l’Arsenale…peccato che non avevamo il budget!

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