Cailee Spaeny in Civil War (sinistra) e Priscilla (destra)
Cailee Spaeny in Civil War (sinistra) e Priscilla (destra). Courtesy of A24/01 Distribution; Vision Distribution

Quando alla Mostra del Cinema di Venezia, lo scorso settembre, Cailee Spaeny si è presentata sul red carpet di chiusura, più di un sopracciglio si è alzato in segno di sorpresa e, forse, anche di incredulità snob. Chi è la ragazzina che porta a casa la Coppa Volpi senza essersi fatta ancora un nome nel mondo del cinema? È la domanda che si sono posti molti critici al Lido. Eppure.

Eppure Cailee Spaeny, classe 1998 e 26 anni ancora da compiere, non solo ha meritato ampiamente il riconoscimento per la sua interpretazione in Priscilla di Sofia Coppola, ma continua a incantare con una recitazione pulita, essenziale, fatta di sguardi e dettagli.

L’aiuta, molto, il suo viso trasformista: a tratti di bambina, a tratti di donna. Dolce ma deciso. Può essere tutto, basta che muova diversamente un muscolo, un sorriso.

Dove abbiamo visto Cailee Spaeny

Cailee Spaeny, nata in Tennessee e cresciuta in Missouri, lo “Show Me State” (come viene detto anche in Civil Dar di Alex Garland”), cuore dell’America rurale e pragmatica. Ha debuttato al cinema a 20 anni, nel 2018 con Pacific Rim: La rivolta e ancora prima in ambito musicale, con la pubblicazione del suo primo singolo nel 2016. Da allora è entrata nel cast di altri cinque film, da Una giusta causa e Vice – L’uomo nell’ombra fino a How it Ends.

La ricordiamo però soprattutto per un ruolo televisivo, quello della vittima in Omicidio a Easttown, con protagonista Kate Winslet. Come già accennato, il grande pubblico cinematografico, tuttavia, si accorge di Spaeny solo dopo il debutto al Lido di Venezia di Priscilla.

Priscilla, la scelta perfetta di Sofia Coppola

In Priscilla, Spaeny rappresenta pienamente l’ambivalenza di un personaggio in apparenza infantile e infantilizzato, che al suo interno vive un conflitto emotivo adulto e profondo. Diretta dallo sguardo delicato e deciso di Sofia Coppola, la sua interpretazione mette bene in evidenza il mondo e i sentimenti di una donna che cresce all’interno di una relazione senza equilibrio, orientata sempre dai desideri dell’uomo. E che uomo, Elvis in persona.

Courtesy of Vision Distribution

Con semplicità e con raffinatezza Spaney incarna invece i desideri e i sogni della ragazza che era Priscilla. Desideri e sogni autosufficienti che, proprio per questo, distruggono il mito di Elvis, anche da un punto di vista sessuale e sensuale. Con la sua “innocenza” e “purezza”, la Priscilla di Elvis era una bambola da non toccare, un surrogato della donna-madre, un’immagine senza corpo.

Spaney le ridà quel corpo, con o senza capelli cotonati, con o senza smalto e trucco pesante sugli occhi. Lo stesso trucco che era Elvis a volere su di lei. E si riprende lo spazio che le è sempre appartenuto, anche nella grammatica del film: primo piano dopo primo piano. Dettaglio dopo dettaglio.

Dove la vedremo: Civil War e Alien

Dopo Priscilla sono altri due in titoli con Cailee Spaeny annunciati e in uscita a breve. Il 18 aprile arriva al cinema con 01 distribution un altro film A24, Civil War di Alex Garland. Il 14 agosto, invece, sarò il turno di Alien: Romulus.

In Civil War Spaney recita accanto a un cast straordinario, da Kirsten Dunst e Jesse Plemons a Wagner Moura e Stephen McKinley Henderson. Riesce però a emergere come vera protagonista, in un arco narrativo sotterraneo che è quello del suo “romanzo di formazione”.

Civil War racconta infatti il viaggio di un gruppo di giornalisti verso la Casa Bianca durante una distopica guerra civile fra le Forze occidentali del Texas e della California contro il resto degli Stati Uniti. Un incubo, non difficile da immaginare, in cui non c’è un messaggio politico preciso o esplicito, se non il monito di una violenza imminente, pronta a esplodere dopo anni di polarizzazione della cultura e dell’opinione pubblica.

Courtesy of 01 Distribution

Spaney interpreta una giovanissima fotoreporter che vede in Lee (Dunst) un modello da seguire e per questo trova il modo di partire con la squadra verso D.C., andando incontro a un viaggio che cambierà per sempre il suo modo di vedere le cose. E il suo modo di imprimerle sulla pellicola del rullino. È un percorso di crescita, il suo, in cui i colpi di testa – a metà fra l’imprudenza e l’ingenuità – lasciano intravedere invece una donna lucida e capace, soprattutto in una situazione come quella raccontata nel film di Garland.

Anche in Alien: Romulus, in arrivo il 14 agosto, Cailee Spaeny è il primo nome del “call sheet”, ovvero la protagonista. L’horror-thriller di Fede Álvarez riporta alle origini il franchise Alien, configurandosi come un “midquel” fra l’Alien del 1979 e Aliens -Scontro finale del 1986. Spaney intrepreta Rain Carradine, che fa parte di un gruppo di giovani colonizzatori dello spazio, faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo.

V.V.

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