Il Locarno Film Festival 2022 ha avuto un’inaugurazione col botto, letteralmente: Bullet Train di David Leitch ha aperto la prima serata dell’evento e uscirà nelle nostre sale il prossimo 25 agosto. “Il botto” in questione è dovuto alla delirante (ma non in senso negativo) narrazione action comedy che non si fa mancare niente, ricca di molti colpi di scena, molti cadaveri e molti divertenti equivoci. Con un Brad Pitt formidabile, leader inconsapevole di una sconclusionata banda di killer su un treno in corsa.
Bullet Train – Nessun colpo escluso
In Bullet Train il gioco dei rimandi e le apparizioni a sorpresa (come quella di Karen Fukuhara, conosciuta per The Boys) sono alla base di un flusso narrativo ad alta tensione sviluppato interamente durante un viaggio in treno da Tokyo a Kyoto.
Un incipit ci mette nella dimensione giusta per salire su quel treno, la conclusione all’arrivo serve come una manifestazione occulta di un destino che agisce per mezzo di “pugnazzi” e zigomi frantumati. Ma ciò che conta è il viaggio a bordo dello Shinkansen, il treno giapponese ad alta velocità su cui sale Ladybug (Brad Pitt), l’assassino reduce da un ristoratore periodo di meditazione zen, incaricato di rubare la valigetta di un passeggero. Soprannominato così dalla sua coordinatrice Maria Beetle (Sandra Bullock), che lo guida attraverso un auricolare come una voce divina che dispensa disillusi consigli, l’uomo ha una fortuna non comune, si salva sempre da qualsiasi situazione.
A bordo ci sono altri due assassini: i sicari Tangerine e Lemon (Aaron Taylor-Johnson e Brian Tyree Henry), incaricati dalla temibile entità a capo della malavita giapponese, White Death, di recuperare suo figlio scapestrato e portarlo insieme ad un riscatto, una valigetta contenente 10 milioni di dollari.
Come se non bastasse un’altra killer è sul treno, pronta a portare a termine i suoi scopi di vendetta, nome in codice The Prince (Joey King), ha l’aspetto di una studentessa adolescente vestita come la sorellina di Barbie. Si fa aiutare dietro ricatto da Yuichi Kimura (Andrew Koji), anche lui legato a White Death per motivi che non vedrete l’ora di scoprire. Metteteci anche un altro paio di malfamati personaggi assetati di sangue e avrete una mezza idea della sconclusionata apoteosi di intrattenimento puro che Bullet Train riesce a realizzare.
Un po’ di pulp, un po’ di stunt
Il film è l’adattamento del romanzo I sette killer dello Shinkansen (Maria Beetle) scritto da Kōtarō Isaka e pubblicato in inglese come Bullet Train. La regia è di David Leitch, alla direzione anche di Deadpool 2 e Atomic Blonde ma soprattutto stuntman di Brad Pitt per 5 volte (e anche di Jean-Claude Van Damme).
Le rocambolesche coreografie di coltelli infilzati, proiettili e teste spaccate, nonché numerosi corpo a corpo, sono dominate dal gusto di chi adora vedere il suo cast alle prese con azioni al limite della sopportazione fisica, quasi senza forza di gravità, “a cavallo” di questo treno caotico e pieno di azioni folli all’interno, lineare e in perfetto orario all’esterno.
In breve
Una bomba di puro intrattenimento con caratteri da dark comedy: Bullet Train è un film “cazzone” che sa di esserlo, e ne fa la sua potenza. Con un cast pieno di star e una carica adrenalinica non indifferente, richiama il pulp di Tarantino e l’eco del miglior Guy Ritchie (sì, c’è stato eccome). E Brad, che tra una produzione e l’altra (e di prodotti di altissimo livello come Moonlight, Minari, The Underground Railroad), trova il tempo per prendersi gioco del genere action, vestendo i panni di un sexy killer ipersensibile e scaltro come MacGyver.