Dopo l’annuncio a sorpresa nel novembre del 2021, Pedro Alonso torna nei panni del suo iconico personaggio Berlino nell’omonima serie tv, arrivata su Netflix lo scorso 29 dicembre. Posizionatasi sin dalle prime ore dal rilascio al primo posto dei contenuti più visti in piattaforma, Berlino, spin-off della serie La casa di carta, vede nel cast Pedro Alonso, Tristán Ulloa, Michelle Jenner, Begoña Vargas, Julio Peña Fernández, Joel Sánchez, Samanta Siqueiros, Itziar Ituño e Najwa Nimri.
Berlino, agli albori di una storia
Durante quelli che possono essere considerati gli anni d’oro della sua carriera da ladro, Berlino (Pedro Alonso) si trova a Parigi per compiere una delle sue rapine più ambiziose: rubare 44 milioni di euro in gioielli in una sola notte. Tra successi e vari imprevisti, ad aiutarlo in questa impresa c’è anche la sua banda composta da Damian (Tristán Ulloa), Keila (Michelle Jenner), Cameron (Begoña Vargas), Roi (Julio Peña Fernández) e Bruce (Joel Sánchez).
Attraverso una vicenda ambientata svariati anni prima degli eventi narrati nella prima e seconda stagione de La casa di carta, Berlino torna a vivere sul piccolo schermo e questa volta non tramite flashback, ma con una serie interamente dedicata a lui. Siamo agli albori di una storia di cui conosciamo l’epilogo e non l’inizio, e questo la serie lo sa bene, ponendo perciò il fulcro centrale della sua narrazione non nella rapina e nella sua buona riuscita, bensì negli elementi che fanno da contorno, ossia sentimenti e preoccupazioni dei suoi protagonisti.
Berlino prima di Berlino
Freddo, cinico e pragmatico, era questo il Berlino che lo spettatore aveva imparato a conoscere negli anni, ed è lui il Berlino dalla quale la serie si discosta volontariamente, mostrando parti del suo carattere e lati della sua persona ancora poco esplorati. Pedro Alonso si cuce questa volta addosso i panni di un Berlino diverso, ma lo fa splendidamente, rimanendo credibile nonostante la mancanza del lato più freddo a volte si faccia sentire. Berlino è quindi una serie che mira di più all’introspezione del suo personaggio protagonista piuttosto che coinvolgerlo nell’azione, come invece era stato fatto nella serie principale.
Questa volta è Berlino che si discosta volontariamente dalla rapina stessa mettendo l’amore al primo posto, pur mantenendo quell’aura narcisistica che lo ha sempre contraddistinto. Intrecciato al colpo si trova infatti il turbolento amore tra Berlino e Camille (Samanta Siqueiros), un evento imprevedibile e incontrollabile, soprattutto tenendo conto che la ragazza altro non è che la moglie del benestante francese Polignac (Julien Paschal), proprietario dei gioielli che Berlino intende rubare.
Berlino è un focus sull’amore
“De amor y robos” ossia di amore e di rapine, questo era quanto dichiarato dallo stesso Pedro Alonso durante la promozione della serie, ed è con queste parole che si può riassumere l’intera narrazione. Berlino è una serie che premia i dialoghi all’azione, con quest’ultima più contenuta e decisamente inferiore rispetto alla serie principale, relegata quasi interamente nella parte finale, con un’ultima puntata ad alta tensione. La componente amorosa è elevata, distribuita tra tutti i personaggi e argomento principale della maggior parte dei dialoghi, anche se molte volte va a oscurare il personaggio stesso di Berlino.
I nuovi personaggi vengono presentati adeguatamente, ma nessuno di loro riesce a spiccare e ad affermarsi, perché privi di una caratterizzazione necessaria a discostarli dai personaggi di La casa di carta di cui, in alcuni casi, si fanno copie. Itziar Ituño e Najwa Nimri riprendono i loro ruoli di Raquel Murillo e Alicia Sierra, portando brio e adrenalina nella serie, pur rimanendo personaggi secondari.
Nonostante la serie non riesca, in determinati momenti, a bilanciare correttamente i suoi contenuti, Berlino intrattiene e risponde ad alcune questioni accennate nella serie principale e ne apre anche altre per una possibile seconda stagione. Un ritorno non eccezionale ma sicuramente gradito ai fan del personaggio.
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