Emanuele Bucci

Gettato nel mondo (più precisamente a Roma, da cui non sono tuttora fuggito) nel 1992. Segnato in (fin troppo) tenera età dalla lettura di “Watchmen”, dall’ascolto di Gaber e dal cinema di gente come Lynch, De Palma e Petri, mi sono laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (2014) e in Editoria e Scrittura (2018), con sommo sprezzo di ogni solida prospettiva occupazionale. Principali interessi: film (serie-tv comprese), letteratura (anche da modesto e molesto autore), distopie, allegorie, attivismo politico-culturale. Peggior vizio: leggere i prodotti artistici (quali che siano) alla luce del contesto sociale passato e presente, nella convinzione, per dirla con l’ultimo Pasolini, che «non c’è niente che non sia politica». Maggiore ossessione: l’opera di Pasolini, appunto.

“The Boys”: i supereroi sporchi e cattivi del capitalismo social

Si è da poco conclusa la seconda stagione di The Boys, la serie creata da Eric Kripke (dal fumetto omonimo di Garth Ennis e Darick Robertson), distribuita e co-prodotta da Amazon. Ed...

Aspettando “Discovery”: cinque episodi da recuperare di “Star Trek”

Il 16 ottobre ritorna in tv (da noi su Netflix) Star Trek: Discovery, ovvero una delle più recenti incarnazioni di Star Trek, l’ultracinquantennale epopea fantascientifica creata da Gene Roddenberry e incentrata sui...

“Miss Marx”, il biopic e le rivoluzioni mancate

Il privato è pubblico. Anche e soprattutto quando contraddice il pubblico, lo corrode dall’esterno, o meglio dall’interno (delle mura domestiche), lo (per)turba, lo avvelena. È la parabola di Eleanor “Tussy” Marx (Romola...

“Mila”: il film da non perdere di Venezia 77

Sono gli incontri con i film che non ti aspetti, e che altrimenti non avresti notato, la parte più bella di un festival del cinema. La 77esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia...

Siberia – Abel Ferrara (2020)

Quasi inevitabile il cliché del «ma cosa diavolo ho visto?» alla fine di Siberia, (pen)ultimo film di Abel Ferrara: perché dopo le peregrinazioni dell’alter-ego Willem Dafoe trainato dagli husky fra i ghiacci...

Da Elio Petri a Bong (e Joker): la sfida necessaria del “cinema medio”

«Io non credo che l’uomo di cinema debba lavorare soltanto per se stesso. Credo, cioè, nel cinema come spettacolo, come mezzo di comunicazione di idee generali. Credo che senza il suo naturale...

Volevo nascondermi – Giorgio Diritti (2020)

Facile dire: c’è il trucco. Che c’è, aiuta e sorprende. Ma l’Antonio Ligabue di Volevo nascondermi è umano, dietro la maschera: nella voce che borbotta, bofonchia, sentenzia per tenera timidezza. Nella gestualità...

La (nuova) vita a Venezia: quattro film da recuperare per il Festival

Venezia 77 o, con un’inevitabile sfumatura apocalittica, Venezia 2020: l’ambiziosa (per i tempi che corrono) edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, (ri)nata dai travagli e dalle incertezze dell’emergenza sanitaria con annesso lockdown,...

Emanuele Bucci

Gettato nel mondo (più precisamente a Roma, da cui non sono tuttora fuggito) nel 1992. Segnato in (fin troppo) tenera età dalla lettura di “Watchmen”, dall’ascolto di Gaber e dal cinema di gente come Lynch, De Palma e Petri, mi sono laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (2014) e in Editoria e Scrittura (2018), con sommo sprezzo di ogni solida prospettiva occupazionale. Principali interessi: film (serie-tv comprese), letteratura (anche da modesto e molesto autore), distopie, allegorie, attivismo politico-culturale. Peggior vizio: leggere i prodotti artistici (quali che siano) alla luce del contesto sociale passato e presente, nella convinzione, per dirla con l’ultimo Pasolini, che «non c’è niente che non sia politica». Maggiore ossessione: l’opera di Pasolini, appunto.