Attesissimo, al punto che il Tribeca Film Festival – pur essendo finito da una settimana – ha organizzato una proiezione speciale di anteprima a New York, la sera del 26 giugno: A Quiet Place – Giorno 1 arriva finalmente al cinema. Per due anni il prequel della saga scritta da John Krasinski e questa volta diretto da Michael Sarnoski, ha visto slittare la sua data di uscita, ma arriva in sala il 27 giugno in Italia e il 28 negli Stati Uniti, con una grande coppia di protagonisti, Lupita Nyong’o e Joseph Quinn.
Fondamentale, come già spiegato all’inizio del film, è l’ambientazione a New York. Città così caotica da avere un inquinamento acustico pari a un “urlo incessante”, 90 decibel. Nel momento in cui le spaventose creature aliene della saga arrivano sulla terra, tuttavia, non c’è più spazio per quell’urlo. È il silenzio a doversi imporre, per sopravvivere.
A Quiet Place – Giorno 1: dove eravamo rimasti
A Quiet Place – Giorno 1, perciò, è a tutti gli effetti un prequel. Racconta il momento esatto dell’arrivo dei mostri dall’udito ultrasensibile, e non solo. Spiega anche la storia della colonia di sopravvissuti sulle isole, già visti nel secondo capitolo, e tra questi è facile individuare subito Djimon Hounsou, che riprende il suo ruolo nella saga.
Non si tratta, tuttavia, di un film di difficile comprensione fuori dal contesto dei due titoli precedenti, tutt’altro purtroppo. È scandito da alcuni “passaggi obbligati” in sceneggiatura, per non dire elementi prevedibili. La storia è quella di Sam (Nyong’o) afroamericana che ha vissuto tra la musica di Harlem e la poesia e l’arte di Lower Manhattan. È già condannata a morte da un cancro aggressivo che la rende dipendente dal Fentanyl, per provare a soffocare ogni dolore del corpo. Sam non ha più voglia di vivere, questo è chiaro. Resta solo da capire come sceglierà di morire.
Durante l’assedio di New York le si affianca per un breve momento Eric (Quinn), ragazzo inglese e studente di legge. Non ha nessuno, non sa a cosa aggrapparsi e, per quello che forse scambia per un segno del destino, sceglie di restare con Sam e il suo piccolo gatto bianco e nero, Frodo.
Frodo salverà più volte sia Sam che Eric, salvandosi a sua volta da diverse e sempre più improbabili situazioni mortali, che alla fine non potranno che portare a un’unica conclusione: è lui il vero eroe, l’incredibile (e tenerissimo) protagonista che ruba la scena e calma gli attacchi di panico con le sue fusa. Si scherza, ma nemmeno troppo.
Una nuova coppia protagonista
Lupita Nyong’o è sempre straordinaria e anche in questo caso le basta uno sguardo per cambiare l’emozione di una scena. L’intimità che vive sullo schermo con Joseph Quinn le permette di catturare il pubblico in diversi momenti, che forse valgono l’intero film.
Nei film di Krasinski, tuttavia, si è perso forse l’effetto sorpresa e la genialità del primo A Quiet Place, ecco perché invece Giorno 1 scommette su un duo di protagonisti efficace e inedito, che subito attira l’attenzione sia per i lavori precedenti sia per l’elettricità con cui uno investe l’altra e viceversa.
In breve
A Quiet Place – Giorno 1 è promosso senza debiti, ma poteva andare meglio, soprattutto dopo un’attesa così lunga. A scricchiolare è proprio la trama principale e fantascientifica, troppo aderente alle aspettative anche nei jumpscare. Sorprende invece la componente drammatica guidata da Lupita Nyong’o e completata da Joseph Quinn, suo splendido complice in questa altalena di lacrime e commozione.
Una spanna sopra tutti, ovviamente, è il piccolo Frodo, il gatto che passeggia al guinzaglio e al tempo stesso non fa nulla per non farci credere che non sia un’antica divinità indomabile e immortale. Ed è così intelligente da non miagolare mai: come altro potrebbe salvarsi altrimenti.
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