Vittorio Corcos. Ritratti e Sogni - Palazzo Pallavicini, Bologna

BOLOGNA – Vittorio Corcos. Ritratti e Sogni ha da poco riaperto le sue porte al pubblico, dopo il periodo di chiusura forzata causato dall’emergenza Covid-19. Sarà ancora visitabile fino al 27 giugno 2021 (dal martedì al venerdì, dalle 11.00 alle 20.00) a Palazzo Pallavicini.

Vittorio Corcos. Ritratti e Sogni

Nell’uniforme da lavoro, uno spolverino chiaro fatto da pennellate rapide e stese di getto, e con un volto nitido, tenace nello sguardo: fu così che Vittorio Corcos volle rappresentarsi nell’Autoritratto (1913) commissionatogli dalla Galleria degli Uffizi che apre l’esposizione bolognese a lui dedicata.

Ritrattista di fama, reclamato dalla mondanità, il pittore livornese nutrì la sua arte tra Firenze e Napoli per poi trasferirsi a Parigi nel 1880. Nella vivace atmosfera artistica della Belle Époque, Corcos incontrò Goncourt, Degas e Manet, frequentando il celebre salotto di Giuseppe De Nittis, ed ebbe l’occasione di firmare un contratto di quindici anni con l’affermato mercante Adolphe Goupil. Nel 1886, una volta rientrato in Italia, continuò a viaggiare richiamato dalle corti europee per il suo raffinato talento.

Una storia in ogni tela

Le oltre quaranta opere in mostra, raggruppate in sei differenti sezioni tematiche (La famiglia e gli amici. Nel salotto della “gentile ignota”; Gli anni di Parigi; Il primato del ritratto; Le peintre des jolies femmes; Luce mediterranea; Stati d’animo), sono tra loro accomunate da un grande potenziale narrativo. La profondità degli occhi, i volti espressivi, le pose definite, i tessuti e i ricami dei vestiti, i gioielli preziosi, gli accessori da passeggio e i luoghi, gli interni sontuosi come i panorami soleggiati, raccontano attraverso le tele di Corcos delle storie individuali e collettive.

Abilissimo nelle relazioni sociali, il pittore intratteneva lunghe conversazioni con le sue modelle al fine di poter includere nelle rappresentazioni il loro spessore psicologico ed esperienziale. Ad esempio nel Ritratto di Lina Cavalieri (1875) a emergere non è soltanto l’indiscussa eleganza della cantante lirica, ma anche il percorso che l’aveva trasformata da donna di umili origini a “massima testimonianza di Venere in terra”, come la definiva Gabriele D’Annunzio. Prima di sfondare a teatro, la Cavalieri era stata una sarta, una piegatrice di copie del giornale “La Tribuna” e una venditrice di violette, le stesse che impreziosiscono il fondo e il pavimento del sontuoso ambiente raffigurato dall’artista.

Vittorio Corcos Ritratto di Lina Cavalieri, 1903, olio su tela, 265x178 cm. Collezione Privata
Vittorio Corcos Ritratto di Lina Cavalieri, 1903, olio su tela, 265×178 cm
Collezione Privata

Salotti, regge e scenari solari

A differenza di De Nittis e Boldini, i quali privilegiarono le riproduzioni in costume di tema settecentesco o spagnolo, Vittorio Corcos fu un innovatore del ritratto realistico di soggetti moderni. Tele come Lune de miel (1885), Corteggiamento (1884-1886 circa) e Coppia elegante al mare (1884 circa) conducono alla Parigi di fine ‘800 e all’evasione estetica e sentimentale particolarmente apprezzata dalla borghesia internazionale.

Vittorio Corcos Lune de miel, 1885, acquerello su cartone, 34,5x45,5 cm
Collezione privata, courtesy Galleria d'Arte Goldoni, Livorno
Vittorio Corcos Lune de miel, 1885, acquerello su cartone, 34,5×45,5 cm
Collezione privata, courtesy Galleria d’Arte Goldoni, Livorno

Le opere che ritraggono Giosuè Carducci, Silvestro Lega, Enrico Panzacchi ed Emilio Treves riportano a Firenze, nel vivace salotto della moglie di Corcos, Emma Ciabatti, soprannominata “gentile ignota” dall’amico Giovanni Pascoli. Dipinti come Ritratto di Maria Josè, S.A.R. principessa di Piemonte (1931) e Signora in verde con colomba. Une élégante (1894) portano nel cuore delle regge e dello sfarzo aristocratico, al contrario, lavori come Ritratto di signora sul lago (1909) e Ritratto di Peggy Baldwin (1908) aprono lo sguardo dell’osservatore sulle luminose, vaste vedute di Castiglioncello in cui le figure femminili si fondono al paesaggio con sentimento panico.

L’emancipazione femminile nei Sogni

Il bagliore della ricchezza e l’armonia di una natura perfetta, specchio dell’eleganza dei soggetti rappresentati, si affievoliscono nell’ultima tela esposta. Sogni (1896), l’olio su tela manifesto dell’esposizione di Palazzo Pallavicini, raffigura la figlia dello scrittore Jack La Bolina, Elena Vecchi, “fissa e pensosa non si sa se di un amore morto o di un nascente amore”, come scriveva la stampa di allora.

L’espressione non convenzionale della ragazza, seduta su una panchina occupata anche dai suoi libri, e la rosa disfatta dai petali cadenti posta accanto a lei sembrano rivelare il bisogno della protagonista di una nuova libertà di pensiero. Il dipinto, che allora scatenò tra pubblico e critica un “chiasso indiavolato”, ruppe così gli schemi della donna angelica dalle tinte confetto cedendo il passo alla poetica degli stati d’animo tanto cara alla psicanalisi.

Vittorio Corcos Sogni, 1896, olio su tela, 161x135 cm Courtesy Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma
Vittorio Corcos Sogni, 1896, olio su tela, 161×135 cm 
Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma 

Le opere della mostra Vittorio Corcos. Ritratti e Sogni, curata dallo storico dell’arte Carlo Sisi, provengono da diversi musei italiani, quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e le Gallerie degli Uffizi, e da collezioni private.

Maggiori informazioni sul sito ufficiale del Palazzo Pallavicini.

Seguite la sezione Arte di FRAMED anche su Instagram!

Elisabetta Severino
Instancabile viaggiatrice e inguaribile iperattiva, mi concedo raramente del puro relax e, nella frenesia delle mie giornate da ufficio stampa di due teatri e da giornalista freelance, l’otium di cui sento più spesso la mancanza è quello letterario. Sono cresciuta in una casa piena di libri per poi trasferirmi da Lecce a Bologna per studiare Lettere Moderne all’Alma Mater Studiorum. Rimbaud, i macaron e la lingua francese sono tre delle infinite ragioni che mi hanno spinta diverse volte a trasferirmi oltralpe. Lealtà, giustizia e umiltà sono i valori in cui credo e quando esco di casa la mattina spero di poterci tornare avendo imparato qualcosa di nuovo. Scrivere di cultura e vagabondaggi mi appassiona da sempre.