A quasi due anni di distanza dal rilascio della prima stagione, la serie tv dedicata alla figura di Lidia Poët, avvocatessa realmente esistita, torna su Netflix con la seconda stagione, composta sempre da 6 episodi. Nel cast tornano Matilda De Angelis, nel ruolo della protagonista, Eduardo Scarpetta, Gianmarco Saurino, Pier Luigi Pasino, Sara Lazzaro e Sinead Thornhill.
La legge di Lidia Poët, una formula vincente
Dopo gli eventi che l’hanno vista coinvolta nella prima stagione, l’avvocatessa Lidia Poët (Matilda De Angelis), ora radiata dall’Albo degli avvocati, decide di rimanere a Torino come assistente del fratello Enrico (Pier Luigi Pasino). Mentre la donna si districa tra nuovi e misteriosi casi da risolvere e il turbolento rapporto con Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta), spinge il fratello Enrico a candidarsi in Parlamento per poter cambiare la legge e dar voce alla battaglia per i diritti delle donne.
Squadra che vince non si cambia, è questo il motto di La legge di Lidia Poët 2, che mantiene le medesime, e più che convincenti, caratteristiche che avevano delineato il suo quadro complessivo nella stagione precedente. Una trama lineare, semplice e senza fronzoli, un gruppo di personaggi variegato e interessante e una storia che riesce a coinvolgere senza mai annoiare, sono gli ingredienti principali per una seconda stagione di successo e più avvincente, un netto passo avanti per un racconto interessante che ha bisogno di essere narrato.
La legge di Lidia Poët deve tutto alla sua protagonista
Così come l’esordio, anche il seguito è un vero e proprio inno alla libertà le cui regole sono dettate dalla sua protagonista, la Lidia Poët di Matilda De Angelis. Sfacciata, sfrontata e ribelle, soprattutto per l’epoca in cui vive, Lidia domina la scena e gli avvenimenti raccontati, rimanendo sempre fedele al suo credo e alle sue battaglie. La donna non si da mai per vinta utilizzando la sua intelligenza e il suo carisma per portare avanti lotte fondamentali, come la parità di genere e il riconoscimento dei diritti delle donne (ad esempio il voto), estremamente importanti all’epoca come ora.
Se nella prima stagione avevamo imparato a conoscere il suo carattere e i suoi valori, in questa seconda assistiamo ad un notevole passo avanti nello sviluppo del suo personaggio. La protagonista è più determinata, più sicura di sé, ma soprattutto più matura sia nei confronti di sé stessa che di quelli degli altri. Il suo sviluppo personale è direttamente proporzionale a quello in ambito lavorativo; infatti in questi nuovi episodi risolve casi complicati a cui nessuno attribuisce la giusta importanza. Il merito di questa eccellete trasposizione è senza alcun dubbio di Matilda De Angelis, che è riuscita a trasporla ancora una volta con grazia.
Lidia sorprende (di nuovo)
Matteo Rovere, Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa si dividono la regia di questa seconda tranche di episodi, rendendo coinvolgenti e avvincenti le avventure della giovane avvocatessa e di chi collabora con lei. L’ambientazione rimane sempre quella di una Torino che sembra dimenticare la sua freddezza in favore di colori accesi e caldi, che rendono l’atmosfera più mite e quasi più accogliente, nonostante le vicende raccontate sembrino indicare il contrario.
Gli altri personaggi, nonostante godano di un’ottima scrittura, non riescono a spiccare all’interno del racconto, il quale rimane sempre incentrato sulla sua protagonista. Le linee narrative principali – gli omicidi e le vicende personali di Lidia- si bilanciano perfettamente, senza che nessuna delle due surclassi, e di conseguenza sminuisca, l’altra.
La seconda stagione di La legge di Lidia Poët si dimostra essere di nuovo una serie da non perdere, forse una delle migliori attualmente disponibili sulla piattaforma Netflix, sorprendendo e mantenendo sulle spine il suo pubblico.
Leggi qui il resoconto della conferenza stampa di presentazione alla Festa del Cinema di Roma. Continua a seguire FRAMED anche su Instagram e Telegram.