Joe Locke, Aubrey Plaza, Kathryn Hahn e Sasheer Zamata in Agatha All Along. Foto di Chuck Zlotnick/Marvel/ Courtesy of Disney+
Joe Locke, Aubrey Plaza, Kathryn Hahn e Sasheer Zamata in Agatha All Along. Foto di Chuck Zlotnick/Marvel/ Courtesy of Disney+

Questo articolo contiene spoiler su Agatha All Along

Molti misteri restano ancora in piedi, ma dal quinto episodio in poi Agatha All Along inizia a rivelare pian piano le sue carte e i suoi personaggi. Dopo un debutto senza difetti e la rivelazione – in realtà molto attesa – di Billy Wiccan Maximoff (Joe Locke), il nucleo della serie di Jac Schaeffer, come era stato anche per la precedente WandaVision, si concentra negli ultimi tre capitoli.

Come ormai intuibile, ogni episodio prende il titolo da un verso della Ballata delle streghe. Si arriva perciò a Death’s Hand in Mine (7°),  Follow Me My Friend / To Glory at the End (8°) e Maiden Mother Crone (9°). Niente di tutto ciò è casuale, come si scopre minuto dopo minuto.

Death Hand in Mine

Death Hand in Mine o, in versione italiana, Cammino con la Morte, annuncia già nel titolo l’arrivo di un nuovo e atteso personaggio Marvel che porterà via con sé, appunto, almeno una delle protagoniste e che sarà essenziale nel finale.

Morte, compagna di Thanos (ma anche di Deadpool), che nei fumetti compare per la prima volta nel 1973, in Agatha All Along si rivela come la Strega Verde originale, colei che mantiene l’ordine primario di tutte le cose: Rio (Aubrey Plaza). Magnetica e terrificante, Rio/Death in realtà non si è mai nascosta agli occhi del pubblico, seminando indizi sulla sua identità fin dalla prima apparizione. Nel suo vero aspetto, tuttavia, è tutta un’altra storia. La serie sceglie di lasciarle il mantello scuro, ma riduce il volto-teschio ad alcuni dettagli, lasciando sempre visibili gli occhi espressivi e grandi di Aubrey Plaza. Inoltre la incorona, letteralmente, con un diadema dalle forme legnose e spinose, così come il suo corsetto, per richiamare il legame con la terra. E con il ciclo della vita, di cui la morte è solo una parte: la regola inevitabile.

Si scopre che Rio/Death insegue da secoli Lilia Calderu, vera protagonista del settimo episodio, tanto da sollevare già voci su una possibile (e a lungo attesa) prima candidatura di Patti LuPone ai prossimi Emmy Awards. La prova che la congrega affronta sulla Strada delle streghe in Death Hand in Mine, infatti, è interamente basata sui tarocchi, materia di Lilia, e permette di ricostruire la sua storia, oltre che, soprattutto, dare a LuPone – straordinaria attrice teatrale – il suo momento alla ribalta, prima del sipario. Una scelta non indifferente, che rispecchia e rispetta la caratura dell’interprete scelta per il ruolo.

Lillia Calderu (Patti LuPone) in Agatha All Along. Courtesy of Marvel Television/Disney+
Lillia Calderu (Patti LuPone) in Agatha All Along. Courtesy of Marvel Television/Disney+

Attraverso i costumi e l’ambientazione, inoltre, viene reso ancora più esplicito il legame della serie con i maggiori riferimenti culturali alle streghe, primo fra tutti quello con Il mago di Oz.

Il finale “a sorpresa

Il settimo episodio fa dunque da prologo al gran finale di Agatha All Along in cui, con grande naturalezza, la showrunner Jac Schaeffer rivela il suo riuscitissimo inganno. Schaeffer infatti ha creato due show identici senza far sì che il pubblico si accorgesse di nulla fino all’ultimo istante. WandaVision e Agatha All Along si muovono sullo stesso esatto meccanismo: un personaggio dai poteri immensi che rende reale qualcosa che non lo è: Westview per Wanda, la Strada per Wiccan.

Come quando si accende la luce in una stanza buia, il pubblico si accorge di aver avuto sempre davanti a sé gli elementi per capire tutto. Il fatto che non abbia mai voluto farlo, che nessuno abbia messo in discussione la realtà creata dalla serie, è segno dell’elevata e non scontata qualità della sua scrittura.

Agatha Harkness (Kathryn Hahn), che ha per sé quasi l’intero ultimo episodio (Maiden Mother Crone) per poter raccontare la sua versione della storia, è l’unica a sapere esattamente cosa succede, poiché è l’unica a sapere con certezza che la Strada non esiste e non è mai esistita. Lo afferma nel primissimo dialogo con Billy, ma è la diffidenza stessa nei confronti del personaggio, costruita con cura già da WandaVision, a rendere la sua testimonianza inaffidabile. È così che l’intera avventura comincia, guidata in realtà da Billy e non da Agatha, “vittima” della magia di Wiccan come tutte le altre streghe della congrega. È in questo che Billy somiglia a sua madre.

Cosa resta in sospeso dopo Agatha All Along

La promessa della Strada – dare a ogni strega ciò che le manca – in parte è mantenuta per ogni personaggio. Alice muore proteggendo un’altra strega, che è lo scopo della sua magia. Lilia trova la sua pace e il controllo sui suoi poteri, così come Jennifer scopre come riavere i suoi. Persino Billy riesce brevemente a captare l’anima del fratello Tommy, portandola verso un nuovo corpo, e Agatha poco prima di affrontare Morte, accetta una parte del potere di Billy per salvarsi.

Restano aperte e in sospeso, tuttavia, alcune trame essenziali. Non è chiaro infatti quando e se Billy riuscirà a trovare Tommy nel nuovo corpo, né se la storia di Tommy seguirà quella dei fumetti, aprendo il MCU alle storie dei Young Avengers. Sicuramente il finale sembra presagire una continuazione, che potrebbe tanto essere in una seconda stagione quanto in un nuovo prodotto cinematografico o televisivo dei Marvel Studios.

Rio Vidal (Aubrey Plaza) in Agatha All Along. Foto di Chuck Zlotnick. Copyright: Marvel. Courtesy of Disney+
Rio Vidal (Aubrey Plaza) in Agatha All Along. Foto di Chuck Zlotnick. Copyright: Marvel. Courtesy of Disney+

Allo stesso modo non è chiaro come e se proseguirà la storia di Nicholas Scratch, il figlio di Agatha. Nell’ottavo episodio, seguendo a grandi linee la storyline dei fumetti, Agatha muore per poi tornare come fantasma (nei fumetti è una forma astrale post-mortem). Nel nono e ultimo episodio, inoltre, si viene a conoscenza del patto stretto fra Agatha e Morte e quindi dell’origine del loro profondo e contraddittorio sentimento.

Agatha supplica l’amata e amante Morte di concederle più tempo con Nicholas, che sarebbe dovuto morire alla nascita. Rio, per amore, viola così l’ordine inevitabile delle cose, concedendo un tempo indeterminato che suona come una condanna. Sembra, dunque, che Rio resti lontana da Agatha e Nicholas fino a quando entrambi con l’inganno riescono a uccidere numerose streghe: una morte per una morte. In realtà già nella serie il bambino è emaciato e malato e il suo tempo fra i vivi si riduce sempre di più. Alla sua morte, Agatha rompe qualsiasi equilibrio preesistente con Rio, diventando una strega ancora più spietata. Di fronte alla verità, di una madre in lutto, cade però l’ipotesi per cui abbia ottenuto il darkhold sacrificando il figlio, altro interrogativo che lascia il finale.

Infine, proprio riguardo Nicholas Scratch, resta il dubbio del suo futuro nel MCU. Nei fumetti, infatti, Scratch è il padre dei Sette di Salem che inseguono Agatha per punirla. È un super villain che viene sconfitto solo dai Fantastici Quattro, il cui film è in arrivo nel 2025. Forse è lì che si avranno le prime risposte.

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