Lucas Bravo in una scena di Libre di Mélanie Laurent. Courtesy of Prime Video
Lucas Bravo in una scena di Libre di Mélanie Laurent. Courtesy of Prime Video

Un ladro gentiluomo che no, non è Lupin, è il protagonista di Libre, film di Mélanie Laurent presentato alla Festa del cinema di Roma e in arrivo su Prime Video dal 1° novembre. La vera storia di Bruno Sulak, uomo brillante e ribelle che ha affascinato la Francia con le sue incredibili imprese criminali, è liberamente reinterpretata dalla regista in un action movie sensuale, in cui non manca la componente romantica.

Attingendo alla sua stessa esperienza di attrice, Laurent sceglie come protagonisti due volti straordinari, ma ancora poco presenti al cinema: Lucas Bravo, noto soprattutto per Emily in Paris, e Léa Luce Busato, attrice teatrale per la prima volta su un set cinematografico. L’intuizione, in questa continua caccia all’uomo che ricorda un po’ Prova a prendermi, è quella di usare un attore esperto (e molto conosciuto in Francia) come Yvan Attal, nel ruolo del commissario Moréas.

L’adrenalina dell’inseguimento, e una sorta di reciproca ammirazione tra chi fugge e chi bracca, resta così sempre al centro del film, come la continua ricerca della libertà suggerita anche dal titolo.

Lucas Bravo e Léa Luce Busato in Libre di Mélanie Laurent. Courtesy of Prime Video
Lucas Bravo e Léa Luce Busato in Libre di Mélanie Laurent

La regia di Mélanie Laurent

Pop, colorata, ritmata, la regia di Mélanie Laurent è la componente che diverte di più durante la visione di Libre. Ribalta l’orizzonte, letteralmente, e costringe a guardare attraverso gli occhi e l’esperienza di un fuggitivo che, tuttavia, è prima di tutto un uomo affascinante, nella sua elementare ricerca di libertà.

Non che Sulak non abbia, in ogni caso, dei limiti e delle regole: è lui stesso però a imporle. Mai violento, né con le vittime delle rapine né nella sua vita privata, con le sue buone maniere e la sua gentilezza sarebbe capace di convincere anche la giuria di un tribunale di essere innocente, se le prove delle sue grandi imprese non fossero così schiaccianti. Oltre novanta supermercati, gioiellerie, boutique Cartier: l’elenco si espande sempre di più e diventa anche sempre più ambizioso, riflettendosi nella velocità e nella densità delle riprese di Laurent.

Regista consapevole del fascino del suo protagonista e della sua amata Annie (Busato), Laurent contribuisce a sottolinearlo inoltre innamorandosi, in senso figurato, di Lucas Bravo, portandolo sempre al centro dello sguardo, al centro dei discorsi e della vita di ogni altro personaggio. Una prova interessante, quella di un female gaze su una storia portata avanti, invece, al maschile. Di quelle che, pur nella loro semplicità, servono sempre, servono ancora.

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