Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre, ha aperto ieri la 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma: il regista ha presentato il film in conferenza stampa insieme al protagonista, Elio Germano, agli interpreti Elena Radonicich, Paolo Pierobon, Roberto Citran, e lo sceneggiatore Marco Pettenello.
Cos’è la grande ambizione
Sfogliando un libro di Piero Ruzzante, sugli ultimi giorni di Enrico Berlinguer, Segre ha avuto la conferma di avere già quell’idea in testa da tempo, e confrontandosi con Pettenello (che aveva letto lo stesso libro) ha capito di non voler fare un classico biopic.
L’obiettivo era far luce su un tempo storico preciso, realizzando il racconto di un mondo diviso in due, pensando a quel terzo di italiani che ha vissuto dentro e intorno all’esperienza del Partito Comunista Italiano, e con la figura politica di Berlinguer. “Un elemento molto importante della società italiana che il cinema ha raccontato poco“, dice il regista, aggiungendo: “Ci è sembrato che gli anni dal ’73 al ’78, e in particolare quelli centrali del ’75 e del ’76, fossero il momento più importante di quell’esperienza, in particolare per il ruolo che ha avuto l’Italia in quegli anni“.
La sfida di unire materiali di repertorio e messa in scena era per Segre una scelta consapevole: sapeva quali rischi poteva comportare, in primis quello di rompere il confine, eppure il risultato è un lavoro potente. Gran parte del merito, come tiene a precisare, è degli archivisti e del montaggio. A proposito del repertorio, il film che li ha guidati sin dalla scrittura è Milk (2008) di Gus Van Sant, in cui appunto il repertorio è sia didascalico che poetico, subliminale.
L’aggettivo “grande” del titolo, specificano sia Segre che Elio Germano, che presta il volto e il corpo al segretario del partito Enrico Berlinguer, viene inteso in senso gramsciano: è un concetto che riguarda la collettività, un obiettivo non solo personale, ma di tutti.
Per l’attore, che con il suo Berlinguer racconta la Storia, interpretando attraverso la fisicità quel senso di inadeguatezza, di peso, di fatica che l’uomo comunicava, tale concetto è ancora vivo e contemporaneo, e guida il lavoro nel film.
Berlinguer. La grande ambizione è un film che deriva dalla scelta di realizzare un’opera filologicamente precisa, con un atteggiamento di indagine storica su tutti i livelli, dalla sceneggiatura alla recitazione, senza forzare il racconto, ricercando attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto i tasselli per comporre una memoria e una vita.
Senza prendere in considerazione una critica o un’analisi della situazione politica attuale, che come precisa Germano vive la medesima deriva della società, il film di Segre ci parla di un Segretario e non di un leader, di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al confronto e che rimane nel cuore di molti proprio per la sua capacità di ascoltare: i suoi silenzi sono nel film fondamentali per comprenderne le scelte, personali e politiche.
Il film è una produzione Vivo film e Jolefilm con Rai Cinema, in coproduzione con Tarantula (Belgio) e Agitprop (Bulgaria) con le musiche originali di Iosonouncane. Arriverà nelle sale il prossimo 31 ottobre distribuito da Lucky Red.