“Non chiamatela Masterclass, il cinema è troppo giovane per avere maestri: questa è una conversazione tra studenti, da studente a studente“. Così il regista Francis Ford Coppola inaugura l’incontro a lui dedicato per la pre-apertura della XXIIesima edizione di Alice nella città del 15 ottobre.
In una Sinopoli piena, dopo un toccante montaggio di molti fotogrammi tratti dai suoi film (compreso l’ultimo uscito in sala, Megalopolis), il regista prima di iniziare a rispondere alle domande del pubblico e del moderatore dell’incontro, lo scrittore e critico cinematografico Emiliano Morreale, ci tiene a precisare che per lui la cosa più importante è che il pubblico ottenga le risposte che cerca, perché il miglior insegnante è lo studente stesso.
Un ragazzo che ha il futuro negli occhi
Morreale lo presenta con queste parole a spettatrici e spettatori, tra cui sono presenti oltre 200 studenti di cinema, che Coppola non esita ad invitare sul palco improvvisando un gioco d’interpretazione nel quale si passano una palla immaginaria in cerchio, e partecipano a una delle più divertenti lezioni di cinema a cui potranno mai partecipare nella vita.
A un giorno dall’uscita del suo nuovo film, Coppola approfondisce l’importanza che hanno per lui due settori, gli unici che il cinema ha in comune con il teatro: la scrittura e la recitazione. La sua carriera inizia proprio con un lavoro da regista teatrale, ma decide di passare al cinema quando rimane folgorato da un film di Ejzenstejn scoperto in una piccola sala, per caso, e visto da solo.
Se Morreale introduce Megalopolis come il film più giovane di quest’anno, proiettato in quello che si può fare col cinema, il regista ne approfondisce il percorso lavorativo e artistico andato avanti per molti anni: il viaggio che l’ha condotto fino alla storia di New Rome, del megalon e del possibile futuro per l’umanità, è costellato di tantissimi altri film, tutti diversi l’uno dall’altro. Dopo la fortuna di aver potuto realizzare Il Padrino, un film classico, ha continuato a cercare il suo stile, e ciò che comportava sperimentare generi diversi.
Apocalypse Now è un film selvaggio, ma si differenzia dai suoi ritratti generazionali, come Rusty il selvaggio e I ragazzi della 56ª strada, o dalla fase più recente del suo cinema. Ho cercato nel tempo di sperimentare, fare film diversi, dice Coppola, ma è anche il film che ti indirizza a fare determinate cose o scelte, e con Megalopolis è successo.
E di una cosa è fermamente convinto; alla domanda Qual era il pubblico che aveva in mente? Come lo immaginava?, la sua risposta è: I made the movie for me.
Al termine dell’incontro, organizzato da Alice nella città in collaborazione con la Festa del Cinema, Matt Dillon, che ha assistito in sala insieme al pubblico, è salito sul palco per consegnare una sorpresa che i ragazzi di Alice nella città hanno voluto riservare a Coppola: un premio per ringraziarlo della sua generosità e della sua presenza.
Con lo sguardo di un sognatore, il regista quest’anno 85enne, ha parlato di film e cinema con l’intensità e l’amore di chi ha appena iniziato a muoversi in questo mondo, allo stesso modo ha presentato a Cannes, e ora a Roma, un’opera densa di futuro.