Dopo sette settimane, anche Gli Anelli del potere 2, nonostante tutte le critiche che l’hanno seguita, è arrivata alla sua conclusione con il rilascio dell’ottavo episodio su Prime Video. Con un inizio più che convincente, mantenere alta l’asticella non era affatto semplice, ma gli ultimi tre episodi sono riusciti in questa (quasi impossibile) impresa.
Gli Anelli del potere, dove eravamo rimasti
Ciò che era stato introdotto all’interno dei primi cinque episodi della serie non fa altro che essere confermato nelle restanti tre puntate della stagione.
La tranquillità nella Terra di Mezzo rimane ancora un ricordo, ed è destinata ad esserlo per molto data l’incombente minaccia di Sauron (Charlie Vickers) e dei suoi alleati, sempre più desiderosi di prendere sotto al loro controllo tutto il territorio che li circonda. La minaccia di Sauron va di pari passo con un altro pericolo: la creazione degli Anelli del potere, che vedono ultimata la loro forgiatura da parte di Celebrimbor (Charles Edwards). Da qui in poi: SPOILER ALERT.
Un Anello per domarli – L’azione crescente è la protagonista
Così come per la prima parte di questa seconda stagione, anche la seconda continua a mantenere la medesima linea narrativa; linea che si dimostra ancora una volta vincente, andando a superare di gran lunga quella che era stata la messa in scena della prima stagione. Le sequenze d’azione sono aumentate e risultano essere le migliori, sia da un punto di vista narrativo che da un punto di vista prettamente estetico, riuscendo a catturare immediatamente l’attenzione dello spettatore e accrescendo in lui una sensazione di tensione continua e in costante aumento. Sotto questo punto di vista gli ultimi due episodi sono l’esempio perfetto, in special modo il penultimo, che contiene le sequenze di battaglia più memorabili della stagione.
Anche la linea introspettiva introdotta dai precedenti episodi si amplia e si sviluppa maggiormente, ponendo maggior parte dell’attenzione sui personaggi principali. Per alcuni l’arco narrativo si espande, come nel caso della Galadriel interpretata da Mofydd Clark, il cui ruolo è sempre più fondamentale (come dimostra in special modo il finale di stagione), mentre per altri si chiude e giunge ad una fine. Stiamo parlando di Celebrimbor, figura chiave nella forgiatura degli Anelli, ma che proprio a causa di questi andrà incontro ad un destino avverso, e il personaggio di Durin III (Peter Mullan), il Re dei Nani e padre di Durin IV (Owain Arthur), che decide di sacrificarsi.
Un Anello per trovarli – Le storyline de Gli Anelli del potere
Altra caratteristica estremamente importante, ma anche interessante, all’interno della seconda stagione è stata la presenza delle diverse storyline che si preannunciavano convergere in un unico racconto. Uno dei compiti degli ultimi tre episodi è proprio quello di cominciare a far convergere tali linee narrative verso l’epicentro del racconto, donando più senso al discorso narrativo e non perdendosi in ulteriori sottotrame. Anche questo compito viene assolto, e nel migliore dei modi.
La storia dello Straniero, interpretato da Daniel Weyman, arriva così ad un epilogo, per lo meno in parte. La tanto agognata scoperta dell’identità del misterioso uomo è finalmente arrivata, e anche se si trattava di una rivelazione già preannunciata, è stata ugualmente costruita in modo efficace. E Sauron è ormai pronto ad attaccare, e ora non ha più necessità di fingere e di continuare ad operare segretamente; dall’altro lato abbiamo gli Elfi e i Nani, per i quali ha inizio ufficialmente un nuovo capitolo, forse il più pericoloso e rischioso di sempre.
Un Anello per ghermirli – La seconda stagione è promossa o bocciata?
Quindi, tirando le somme, la seconda stagione di Gli Anelli del potere è promossa o bocciata? Seppur la presenza di qualche piccola sbavatura a livello di sceneggiatura, questa seconda stagione è più che promossa.
Azione e introspezione si mischiano splendidamente, in modo tale che nessuna surclassi l’altra, rimanendo quindi sul medesimo binario. La storia è andata incontro ad un notevole aumento di qualità rispetto alla prima stagione ( che era calante in molti passaggi), coinvolgendo e intrattenendo grazie anche allo sviluppo dell’arco narrativo dei personaggi principali.
Il finale preannuncia l’inizio di qualcosa di grandioso e spaventoso allo stesso tempo, nonostante per certi versi sia lontano dagli scritti di Tolkien, terreno fertile per la maggioranza delle critiche smosse nei confronti di questo prodotto televisivo. Una stagione divisiva per una serie altrettanto tale, dalle enormi potenzialità narrative.