Morfydd Clark (Galadriel) in Gli Anelli del Potere, stagione 2. Courtesy of Prime Video
Morfydd Clark as Morfydd Clark (Galadriel) in Gli Anelli del Potere, stagione 2. Courtesy of Prime Video

Dopo una pausa di due anni, la seconda stagione di Gli Anelli del potere, serie tv prequel della saga Il Signore degli Anelli, è tornata su Prime Video dal 29 agosto con cadenza settimanale (fino al 3 ottobre). La serie, ideata da J.D. Payne e Patrick McKay, vede nel cast Morfydd Clark, nel ruolo di Galadriel, Markella Kavenagh, Robert Aramayo, Benjamin Walker, Sam Hazeldine, Daniel Weyman, Charlie Vickers e Jack Lowden.

Nel vivo del racconto: la trama di Gli anelli del potere

La pace all’interno della Terra di Mezzo sembra ormai solo un ricordo. Dopo gli eventi narrati nella prima stagione, questa seconda, si apre con i suoi protagonisti che si preparano a fronteggiare il male, ormai incombente e sempre più potente, di Sauron che sta trovando sempre più consensi e alleati nei popoli della Terra di Mezzo.

Amata e odiata, la prima stagione di Gli Anelli del potere, nonostante non abbia raccolto così i consensi sperati, ha avuto il compito di introdurre personaggi e porre le basi di una storia potente quanto grandiosa. I primi cinque episodi della nuova stagione si ergono proprio sulle basi di quanto raccontato nella stagione precedente, ampliando un discorso già iniziato ed entrando brillantemente nel vivo del racconto.

Questa prima parte della seconda stagione, che sarà composta ancora una volta da otto episodi, sin dall’inizio fa intuire i suoi punti chiave: azione e introspezione. A differenza di quanto accaduto in precedenza, infatti, c’è un chiaro bilanciamento tra i combattimenti, sempre molto presenti, e un approfondimento più elaborato sui personaggi principali, dei quali vengono messi in luce nuovi aspetti del loro carattere.

Una scena di Gli Anelli del Potere. Courtesy of Prime Video
Una scena di Gli Anelli del Potere. Courtesy of Prime Video

Diverse storyline per un unico racconto

Come era già accaduto per la struttura della prima stagione, anche in questo caso diverse storyline convergono in unico racconto. Proseguono quindi le vicende degli Elfi, degli umani, dei nani, di Sauron e degli orchi, e infine anche quella dedicata allo Straniero (Daniel Weyman). Diverse vicende inizialmente separate sono destinate a convergere sul finale, come la sceneggiatura ha già permesso di intuire.

Il ruolo centrale e quello su cui la serie spinge maggiormente rimane ancora quello di Galadriel, interpretata da Morfydd Clark. In questa stagione si scopre di più la sua personalità, così come il suo potere. Si complicano inoltre i rapporti che la donna aveva instaurato nella prima stagione, come quello con Elrond (Robert Aramayo), che rimane sempre uno dei più veri e significativi.

All’interno di questi primi cinque episodi viene messa leggermente da parte la narrazione dedicata allo Straniero, interpretato da Daniel Weyman. La sua storia, introdotta nella prima stagione, viene di nuovo indagata ma in misura ridotta, nonostante il personaggio riesca a mantenere quell’aura di mistero che aveva già in precedenza e che, ancora una volta, cattura l’attenzione.

Gli Anelli del Potere. Courtesy of Prime Video
Gli Anelli del Potere. Courtesy of Prime Video

Gli Anelli e il loro potere

Ciò che risalta di più in questi cinque episodi è senza dubbio l’attenzione che viene (finalmente) posta sugli Anelli, che rimangono e devono rimanere il fulcro delle vicende raccontate. La sceneggiatura introduce lentamente gli Anelli elevandoli a protagonisti al pari degli altri personaggi e, come si evince soprattutto dal quarto e quinto episodio, il loro potere così come la loro minaccia avranno un ruolo estremamente importante e chiave d’ora in avanti.

La seconda stagione si prospetta già molto differente rispetto alla precedente, con un ritmo ben diverso, incalzante e preparatorio alle vicende che poi andranno a caratterizzare il resto del racconto. Se la prima stagione si prendeva molto tempo, anche troppo a volte, per poter raccontare qualcosa, qua accade il contrario. Un passo avanti che, se capace di mantenersi così, potrà portare critica e pubblico a rivalutare uno dei prodotti seriali più ambiziosi degli ultimi anni.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".