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Campo di battaglia, qual è la vera guerra?

Gabriel Montesi e Alessandro Borghi in Campo di battaglia di Gianni Amelio. Credits Claudio Iannone
Gabriel Montesi e Alessandro Borghi in Campo di battaglia di Gianni Amelio. Credits Claudio Iannone

Gianni Amelio torna alla Mostra del cinema di Venezia con Campo di battaglia, film italiano in concorso per il Leone D’Oro. Liberamente tratto dal romanzo La sfida di Carlo Patriarca (2018), Campo di Battaglia è guidato da Alessandro Borghi, nel ruolo del protagonista Stefano, accanto a Gabriel Montesi, che interpreta l’amico di infanzia e collega di Stefano, Giulio, Alberto Cracco e Federica Rosellini nel ruolo di Anna.

La trama di Campo di battaglia

Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, più precisamente nel 1918, anno della liberazione, il lungometraggio segue le vicende di Stefano (Borghi), che lavora come ufficiale medico in un ospedale militare. Nel medesimo ospedale lavora con lui l’amico d’infanzia Giulio (Gabriel Montesi), uomo autoritario e molto freddo, a cui spetta il compito di prendere le decisioni più importanti i pazienti ricoverati.

Stefano e Giulio hanno due visioni diverse della loro professione e due pensieri molto differenti sulla riabilitazione al servizio militare dei soldati feriti. Tutto comincia a prendere una svolta imprevista quando Stefano compie azioni estreme per impedire ai soldati di ritornare al fronte.

Campo di battaglia, questione di punti di vista

Qual è il vero campo di battaglia? Gianni Amelio pone costantemente questa domanda agli spettatori. La guerra è anche nelle stanze degli ospedali, dove lavorano personaggi come Stefano e Giulio che, allo steso tempo e in silenzio portano avanti una personale battaglia fra loro.

Alessandro Borghi in Campo di battaglia di Gianni Amelio (Venezia 81)
Alessandro Borghi in Campo di battaglia di Gianni Amelio (Venezia 81). Courtesy of La Biennale

È una questione che assilla non solo chi guarda, ma prima di tutto i personaggi stessi, tanto da lasciare il vero campo di battaglia, il fronte della Prima guerra mondiale, in secondo piano.

Stefano e Giulio sono due personaggi opposti, fattore che li porta costantemente a metter in dubbio l’affetto che li lega. Stefano, a cui dà corpo un ottimo Alessandro Borghi, desidera andare contro il codice morale che la sua professione gli impone, decidendo volutamente di peggiorare le condizioni dei soldati pur di salvarli dalla morte certa che il ritorno in Guerra gli procurerebbe. Invece il glaciale Giulio di Montesi, che sembra quasi non interessarsi realmente alle loro condizioni, desidera solo che i soldati servano il paese. Due visioni diverse che a loro volta delineano le identità due protagonisti.

Campo di battaglia, si poteva fare di più

Nonostante le ottime premesse della storia e una perfetta caratterizzazione dei due personaggi principali, Campo di battaglia non riesce (o non vuole) osare. E la sceneggiatura a tratti non aiuta. Resta alla fine qualcosa che non convince fino in fondo, con deviazioni e punti ciechi che distolgono l’attenzione dal centro del film.

Campo di battaglia è un’impresa riuscita a metà. Da un lato infatti si trovano personaggi complessi ed estremamente profondi, ma dall’altro numerose, troppe, domande lasciate senza una vera risposta. Quesiti a cui lo spettatore stesso deve trovare una soluzione.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".