Il silenzio delle Alpi è il rifugio di Rein (Reinout Scholten van Aschat), giovane istruttore di snowboard protagonista di Alpha in lutto per la scomparsa della madre. In concorso alle Giornate degli Autori 2024, il film di Jan-Willem van Ewijk racconta il progressivo sgretolamento di questo ideale nascondiglio, una volta che Rein viene raggiunto dal padre Gijs (Gijs Scholten van Aschat), rompendo ogni equilibrio.
Gijs e Rein, che mantengono i loro veri nomi nella finzione, sono padre e figlio anche nella realtà. Un dettaglio che imprime la necessaria tensione a una storia in apparenza calma come le cime innevate, ma in realtà attraversata da sentimenti profondi e irruenti.
L’introverso Rein, infatti, mal sopporta l’atteggiamento aperto, scanzonato e allegro del padre, nonostante la recente perdita della donna amata. Non riesce a condividere nulla con lui e, quando si convince di vederlo flirtare con la sua ragazza, esplode in un moto di rabbia che mette entrambi in pericolo di fronte alla potenza della montagna.
È così che la natura dominante e sovrastante li costringe a ridimensionare il loro piccolo litigio, prima che sia troppo tardi.
La regia di Jan-Willem van Ewijk
Jan-Willem van Ewijk, regista olandese, in Alpha gioca per lo più sul contrasto fra l’energia in potenza dei tranquilli paesaggi montani e l’esplosione dei sentimenti umani. Due uomini che insieme non riescono a dividere la stessa stanza, lo stesso tavolo, lo stesso spazio, improvvisamente si ritrovano bloccati in un’immensa distesa di neve accecante.
In questo contrasto a svolgere un ruolo fondamentale sono almeno due elementi: la luce e la musica. Il buio delle notti alpine e il bianco delle piste da sci si “scontra” con i fasci che investono le figure umane, dando volume e corpo alla loro presenza. La colonna sonora, invece, contribuisce a creare tensione dove la natura, imperturbabile, resta indifferente alle vicende e alle tragedie dei protagonisti.
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